Giovedì 6 ottobre, ore 17, nella Sala Narrativa della Biblioteca di Foggia. Daniela Marcone presenta il libro “Storia di Franco”, un romanzo di formazione.
“Non possiamo modificare il finale della storia di Franco, ma consapevoli di quanto gli è successo e della solitudine in cui ha vissuto il suo impegno, abbiamo la possibilità, nel presente, di essere comunità capace di accompagnare coloro che, tra mille paure ed incertezze, scelgono di denunciare il grande come il piccolo malaffare.” Così Paolo e Daniela Marcone nella postfazione a Storia di Franco (edizioni la meridiana, 2022), il libro di Maria Marcone dedicato al fratello Francesco, direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia assassinato il 31 marzo del 1995. Giovedì 6 ottobre, ore 17, nella Sala Narrativa della Biblioteca di Foggia, Daniela Marcone presenta questa preziosissima riedizione di uno dei libri cardine della narrativa pugliese, così come sottolineato dal vincitore del Premio Strega Mario Desiati nella sua prefazione. Previsti gli interventi della direttrice della casa editrice, Elvira Zaccagnino, e della docente dell’Università di Foggia, Rossella Palmieri. A conversare con Daniela Marcone saranno Gabriella Berardi, direttrice de “La Magna Capitana”, e Federica Bianchi di Libera Foggia. L’appuntamento rientra in Fuori gli Autori, a cura di Ubik e Biblioteca. Per l’occasione, nella Sala Narrativa intitolata ad Arturo Marcone (padre di Maria e fondatore della Biblioteca foggiana), sarà esposto un suo ritratto realizzato nel 1958 proprio dall’autrice al centro dell’iniziativa.
Storia di Franco (la meridiana, 2022). Maria Marcone è nella spina dorsale della narrativa pugliese. “Storia di Franco”, pubblicato originariamente nel 1998, è il testo dedicato a suo fratello, Francesco Marcone, ucciso la sera del 31 marzo 1995 a Foggia dalla criminalità organizzata. Non si tratta di un racconto dell’omicidio ma di un romanzo di formazione tra infanzia e adolescenza, in cui ritrovare le radici della tenacia e del coraggio che hanno poi condotto Franco ad affrontare le scelte complesse della cui portata siamo stati consapevoli solo dopo la sua morte. Gli anni in cui la vicenda del romanzo si snoda sono quelli della Seconda Guerra Mondiale, anni che Maria Marcone ha vissuto da protagonista di quei giorni in cui il bombardamento di Foggia distrusse la città e costrinse la sua famiglia a vivere l'esperienza di essere profughi in fuga dalla guerra. Una testimonianza unica e preziosa per ricostruire un pezzo di storia della Puglia e della Capitanata, di una città che, da allora, ancora fatica a ritrovare il senso dell’essere e del farsi comunità. E una storia familiare, intima, in grado di mostrare al lettore, e in particolare ai giovani lettori a cui il romanzo originariamente si rivolge, l’umanità di una persona molto amata costretta a diventare eroe in una terra, la Puglia, che, tra sole e mare, a volte rivela un’anima oscura. Prefazione a cura di Mario Desiati.
Maria Marcone (1931-2014). Primogenita di quattro figli, è nata a Foggia e, appena adolescente, è rimasta orfana del padre Arturo, fondatore della Biblioteca provinciale di Foggia. Tra le opere spiccano La casa delle donne (Palomar, 1983), da cui, nel 2003, è stato tratto l’omonimo film e Analisi in famiglia (Feltrinelli, 1977), dal quale è stato realizzato uno sceneggiato televisivo. Artista poliedrica, alternava alla scrittura la pittura e la poesia. Molte sue opere sono state tradotte all’estero.
Il 10 ottobre 2022, alle ore 18, presso il Cineteatro Sala Farina di Foggia, si terrà la prima nazionale del video “Mafia Stop”, fortemente voluto dal Comitato Cittadino La Società Civile per innescare una riflessione collettiva attraverso la purezza dell’arte.
Esso verrà poi proiettato per alcuni mesi nei cinema di Foggia e provincia, prima dei film in programmazione, oltre ad altri luoghi idonei,.
Realizzato e prodotto da RadioSpia records, da La Società Civile e da Wild Rat Film, il video è stato sostenuto anche dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, dalla Fondazione Antiusura Buon Samaritano e da Coop Alleanza 3.0.
Durante la presentazione, curata dalla giornalista Giovanna Greco, sarà possibile guardare ed ascoltare l’opera (girata in 4k, con suono in surround 5.1), interagire con il cast artistico (che sarà presentato in quella sede) e con il Comitato Cittadino promotore dell’iniziativa.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
Il 30 settembre l’inaugurazione della struttura rigenerata con il sostegno di Fondazione CON IL SUD e Fondazione Vismara
Un immobile confiscato alla mafia che diventa B&B, una struttura ricettiva capace di accogliere turisti, visitatori e pellegrini. Un luogo di accoglienza che si porta dietro una storia di antimafia lunga ed importante ed un nome che rievoca le lotte per la tutela dei diritti dei più deboli. “Cascina Di Vittorio. Ostello dei popoli” è infatti il nome del B&B che ora sorge su Terra Aut (Contrada Scarafone, via Teano km 3), il bene confiscato alla criminalità in agro di Cerignola e gestito dalla cooperativa sociale Altereco, che sarà inaugurato venerdì 30 settembre 2022, alle ore 12.00, in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni, in cui Acri e Assifero organizzano “Ben(i)tornati. Gesti quotidiani di rigenerazione”, una serie di eventi nazionali che pongono al centro iniziative di rigenerazione realizzate sui territori.
Grazie al progetto “Il fresco profumo della libertà”, selezionato nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara, su Terra Aut è stato possibile ristrutturare un immobile che fino a pochi mesi fa e per tutti questi anni era inutilizzabile e diroccato. Il bene è stato riqualificato in un bed and breakfast capace di accogliere turisti, visitatori e pellegrini. Anche perché il bene è collocato sulla Via Francigena, meta di pellegrinaggio in questa fetta di Puglia per quanti percorrono questo cammino. Il B&B è composto da due camere per gli ospiti, bagni e cucina condivisa. Nello stesso immobile trova spazio anche la Bottega Solidale per la produzione e la vendita di prodotti a km 0 o provenienti da circuiti etici e solidali.
Al taglio del nastro del bene recuperato e rigenerato che viene messo a disposizione della comunità, saranno presenti: Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD; Ludovico Vaccaro, Procuratore capo del Tribunale di Foggia; Rosa Barone, assessora al Welfare della Regione Puglia; Francesco Bonito, sindaco del Comune di Cerignola; Lorenzo Mazzoli, segreteria nazionale SPI Cgil nazionale; Vincenzo Pugliese, presidente cooperativa sociale Altereco; Miriella Pina Malcangi, direttrice Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Foggia.
La ristrutturazione dell’immobile restituito alla comunità nel 2012 dopo la confisca alla criminalità cerignolana, è la metafora ideale di quello che in tutti questi anni si sta compiendo su “Terra Aut” attraverso il lavoro di agricoltura sociale portato avanti da Altereco. Un lavoro che non hai mai perso di vista la filosofia che sta alla base del suo progetto: prendersi cura della terra e delle persone, soprattutto di quelle che per i motivi più diversi vivono in condizioni di disagio: migranti tolti dalle maglie del caporalato, persone che vengono dal circuito della giustizia riparativa, ex-detenuti. E’ da qui che si è partiti per trasformare un luogo simbolo del potere criminale in avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo, di antimafia sociale. Il taglio del nastro del B&B è un primo traguardo del progetto più ampio de “Il fresco profumo della libertà”, che prevede anche la realizzazione di un orto sociale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio per favorire l’inclusione socio-lavorativa di persone in condizione di svantaggio. Al termine è previsto un buffet con prodotti solidali realizzati da Ortovolante e da Altereco sui beni confiscati alle mafie di “Terra Aut” e “Michele Cianci”.
«Al disvalore morale che traspare dalle immagini di adolescenti davanti alle tombe di Riina e Provenzano, riprese da un papà noto pregiudicato, si contrappongono significative iniziative da parte di altri adolescenti, meritevoli di grande attenzione e plauso, che mettono in pratica l’invito di Paolo Borsellino, quando sosteneva che il contrasto alla criminalità si attua attraverso una rivoluzione culturale che coinvolga soprattutto i giovani, i più propensi a "respirare la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale e dell'indifferenza".
Due belle iniziative da segnalare, la prima: Valerio (nome di fantasia), 14 anni, a completamento del suo percorso di studio in una scuola media del capoluogo foggiano, ha inteso dedicare la sua tesi al tema della lotta all’illegalità: “La mafia uccide, il silenzio pure” è il titolo del suo lavoro in ricordo di Peppino Impastato. L'istituto scolastico gli ha tributato un bel 10 e l'applauso ed il merito va ascritto anche a chi gli ha inculcato certi valori, tra cui probabilmente i docenti stessi.
La seconda iniziativa: un gruppo di giovanissimi, di età compresa tra i 14 e 18 anni, soci del Club Interact Foggia "Umberto Giordano", ha commissionato a due valenti architette foggiane il progetto di rifunzionalizzazione di una rotatoria cittadina (incrocio Via Gramsci/Via Smaldone) da dedicare alle vittime delle mafie, con l'intento di promuovere un'azione di crowdfunding. Il progetto, elaborato in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Lanza Perugini, è al momento all'attenzione degli uffici comunali.
Siamo in presenza di atteggiamenti e di scelte ammirevoli, segnali di grande speranza che ci impongono di alimentare con amore e dedizione questi semi di resistenza, di cambiamento, di maturità. Il loro è un idealismo, bello e buono, che attiva processi di partecipazione e cittadinanza attiva per le vie della città, come indispensabile antidoto al contesto di dilagante illegalità.
Questo approccio assume rilevanza ancora maggiore alla luce di un recente rapporto di Libera che mette in luce come cresca il numero di neet, quei giovani tra i 14 e i 21 anni che non studiano né cercano lavoro e che rischiano di “alimentare il mercato nero attraverso piccoli lavori nei quali vengono sfruttati, o diventare essi stessi manovalanza per le organizzazioni criminali”. La criminalità organizzata cerca consenso sociale anche tra le giovani generazioni e tra coloro che si ritengono senza futuro.
Resta però una perplessità: a fronte dell'ammirevole e coraggiosa presa di posizione dei più giovani, registriamo, in questo clima elettorale, l'assordante ed inquietante silenzio della politica sui gravi fenomeni di infiltrazione mafiosa e di corruzione che hanno caratterizzato gli ultimi anni della storia foggiana. Ci si aspetta quanto meno una proposta, una promessa, un patto che convinca quei giovani a non emigrare e rimanere qui a combattere per una giusta causa e restituire dignità alla nostra Città».
“Prosegue intensa l’attività investigativa della magistratura e delle forze di polizia per contrastare la criminalità organizzata e comune che opera a Foggia e in provincia, tentando, anche con l’uso della violenza, di infiltrare il tessuto economico e sociale. Nella Capitanata, lo Stato, mettendo in campo energie e risorse straordinarie, sta offrendo una dimostrazione di fermezza e di determinazione come risposta all’aggressione criminale finalizzata al controllo del territorio” ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, commentando l’operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla DDA di Bari, che ha portato all’adozione, a Foggia, del provvedimento di fermo nei riguardi di sette persone indiziate di diversi reati aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.
“I brillanti risultati conseguiti grazie al rinforzo delle strutture operanti sul territorio, come l’istituzione della Sezione operativa della Dia, e all’azione sinergica della DNA, della DDA di Bari, della Procura di Foggia, della Prefettura di Foggia e delle Forze di polizia, sono la testimonianza – ha proseguito la titolare del Viminale - dell’impegno quotidiano ed attento profuso nell'attività di prevenzione e di contrasto alle attività illecite dei diversi gruppi criminali, gravemente colpiti dalle numerose indagini ed operazioni di polizia.”
La Polizia di Stato, in particolare gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Foggia, supportati dagli agenti del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile della Questura di Bari, in data 21 luglio u.s., al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, ha dato esecuzione ad un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto emesso dal P.M della DDA di Bari, titolare delle indagini, nei confronti di sette persone ritenute, allo stato ed in attesa del successivo vaglio dell’Autorità Giudiziaria, nel contraddittorio delle parti, gravemente indiziate dei delitti di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.
Le incessanti attività investigative, realizzatesi mediante il connubio di tecniche tradizionali, quali appostamenti e pedinamenti, unitamente all’installazione strategica di presidi tecnologici di ultima generazione, hanno consentito di accertare come gli indagati, tra i quali vi è un esponente di primissimo piano della consorteria mafiosa “SINESI – FRANCAVILLA”, stessero compiendo atti volti alla realizzazione di un omicidio.
In particolare, il commando, per il tramite di un dipendente infedele della vittima designata, un locale imprenditore, aveva posizionato al di sotto dell’autovettura di quest’ultimo un dispositivo gps al fine di monitorarne gli spostamenti.
I dati acquisiti dagli investigatori della Squadra Mobile di Foggia hanno consentito di individuare il dispositivo gps, la data e il luogo in cui si sarebbe realizzato l’agguato omicidiario: la sera del 26 giugno, all’uscita del casello “Foggia – Zona Industriale”, al momento del rientro della vittima da una località balneare.
Pertanto gli agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile di Foggia, di Bari e del Servizio Centrale Operativo, in data 26 giugno, operando d’intesa con l’Autorità Giudiziaria, sono intervenuti scongiurando che il gruppo, già armato e posizionato, facesse fuoco ai danni della vittima.
Il tempestivo operare degli investigatori ha consentito di bloccare nelle immediatezze dei fatti due componenti del commando, i quali si erano appostati presso un casale abbandonato a ridosso dell’uscita autostradale Foggia Zona Industriale, con il compito di monitorare l’uscita della vittima dal casello e dare il via libera all’azione delittuosa con utenze dedicate “punto – punto”.
Tale preliminare attività è proseguita presso la campagna di due dei sette indagati, destinatari del provvedimento di fermo, individuata grazie alla complessiva analisi degli elementi investigativi acquisiti, come la base logistica del gruppo criminale.
Nel corso della perquisizione presso il precitato luogo sono stati rinvenuti importanti elementi, quali autovetture, documenti d’identità e utenze cellulari, sequestrati a carico dei presunti autori dell’episodio delittuoso.
Inoltre nel corso della stessa attività presso la base logistica degli indagati il personale della Polizia di Stato ha visto transitare una Fiat 500 rossa a forte velocità, autovettura che, grazie alla pregressa attività investigativa, era stata individuata come l’autovettura che il commando avrebbe utilizzato per compiere l’agguato.
Ingaggiato l’inseguimento, le pattuglie delle Squadra Mobili e del Servizio Centrale Operativo sono riuscite a fermare la predetta autovettura dopo svariati km, bloccando la stessa con a bordo uno dei partecipanti all’azione delittuosa, ed in particolare il soggetto avente il ruolo di autista nel programma delittuoso degli indagati.
A seguito dell’accurata perquisizione veicolare della Fiat 500 rossa sono stati rinvenuti una bottiglia di benzina e dei bengala che dall’attività tecnica in corso è emerso che sarebbero serviti per incendiare l’autovettura dopo l’omicidio e cancellare ogni tipo di prova.
Inoltre l’attività tecnica ha permesso di accertare come il commando, determinato ad uccidere la vittima designata, fosse nella disponibilità di un ingente quantitativo di armi.
Sono in corso approfondimenti investigativi finalizzati ad individuare il movente del fallito agguato e a ricostruire i pregressi rapporti tra l’imprenditore e gli esponenti della batteria “SINESI - FRANCAVILLA”.
Le indagini espletate hanno, inoltre, permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due degli autori del tentato omicidio, tra cui l’esponente di primissimo piano della batteria “SINESI – FRANCAVILLA”, in ordine ad una tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa, commessa nei confronti di un locale spacciatore, al fine di imporre la fornitura della sostanza stupefacente del tipo cocaina dal canale del precitato consorzio criminale.
Infine, nel medesimo contesto investigativo, a carico di quest’ultimi, nel provvedimento di fermo, è stato contestato il delitto di cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina del valore di 3.000 euro a soggetti foggiani e sanseveresi.
Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, competente per la procedura di convalida del fermo, ha convalidato il fermo e ha emesso, in data odierna, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati.
Sì precisa che si è nella fase delle indagini preliminari e pertanto il quadro indiziario dovrà essere verificato e vagliato nelle successive fasi del procedimento, con il contributo delle difese e nel pieno contraddittorio delle parti.
A San Severo monopattini elettrici come mezzi per fuggire dopo aver collocato la bomba carta alle attività commerciali. È la triste verità scoperta dalla DDA e DIA dopo incessanti indagini che inchiodano i presunti “bombaroli”, tra cui un minorenne. Il racket non risparmia nessuno, purtroppo.
Nella serata del 26 luglio, a seguito di una complessa ed articolata attività di indagine sviluppata, oltre che dalle tradizionali modalità investigative, anche attraverso sofisticati rilievi tecnico- scientifici, nonché mediante l’acquisizione di reperti sulla scena del crimine poi sottoposti ad operazioni di analisi di laboratorio presso il RIS di Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, con il supporto altresì in fase di esecuzione dei militari della Compagnia Carabinieri di San Severo e dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori Puglia”, hanno dato esecuzione a due misure cautelari in carcere emesse, rispettivamente, a seguito della richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia, che ha anche diretto e coordinato le indagini sin dall’inizio dell’inchiesta, e di quella presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, nei confronti dei presunti responsabili delle esplosioni degli ordigni micidiali avvenuti, nel Comune di San Severo, in successione, ad inizio anno. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), i reati contestati sono di tentata estorsione (per il solo maggiorenne), e del porto e detenzione illegale di materiale esplodente con l’aggravamento del metodo mafioso.
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Ad essere colpiti della misura limitativa della libertà personale sono stati in particolare un uomo di 28 di Foggia ed un giovanissimo di 17 anni di San Severo. I due, lo scorso gennaio, secondo la prospettiva accusatoria (condivisa dal GIP ma da verificarsi nelle fasi successive con il contributo della difesa, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno, nel comune di San Severo, avevano posizionato e fatto esplodere due potenti ordigni, tra l’altro mescolati anche con altre componenti metalliche per aumentarne la micidialità, prima presso la profumeria “Afrodite” e poi, a distanza di pochi minuti, ripetendo di fatto le stesse azioni, anche presso la concessionaria d’auto “Romano”, provocando in questo modo gravi danni sia agli esercizi commerciali, sia ai veicoli parcheggiati in prossimità di tali siti ed anche gli edifici adiacenti, mettendo così in concreto pericolo l’incolumità pubblica. I due, che avevano agito con il volto travisato e col favore della notte, con l’evidente obiettivo di intimidire ed indurre gli imprenditori vittime di tali azioni criminali a cedere ad una richiesta estorsiva, hanno fatto specificatamente ricorso ad esplosivi improvvisati contenenti bulloni e dadi metallici utili ad aumentarne il potere distruttivo ed offensivo, al fine così di provocare effetti micidiali in quanto in grado di cagionare gravi conseguenze fisiche, anche di natura letale, ad eventuali ignari passanti.
Questi violenti attentati, uniti a quelli di Foggia, avvenuti sequenzialmente ad inizio 2022, provocarono nella Capitanata, un senso di insicurezza sociale al punto tale da determinare, nei giorni a seguire, la presenza delle più alte Cariche istituzionali dello Stato riunitesi in un Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in Prefettura a Foggia per cercare di analizzare e fronteggiare tali eccezionali fenomeni delittuosi.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
Con l’operazione antimafia in questione, la DDA di Bari e i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, ancora una volta, hanno dato un’importante risposta - in termini di legalità e sicurezza - nel territorio della provincia di Foggia, a tutela dei cittadini ed in generale delle comunità a loro affidate dallo Stato, a riprova della grande attenzione costantemente rivolta alla Capitanata da parte delle Istituzioni.
Il 25 luglio 1943, per festeggiare la destituzione e l’arresto di Benito Mussolini, la famiglia Cervi offrì pasta nella piazza del paese di Campegine. Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Da allora, ogni anno, Casa Cervi organizza la Storica Pastasciutta Antifascista: una ricorrenza all’insegna della condivisione, dello stare insieme, dei valori di antifascismo, libertà, giustizia e democrazia della Famiglia Cervi.
Da molti anni, accanto alla manifestazione principale, si è creata la rete delle Pastasciutte Antifasciste, che replica il gesto simbolico in più di 160 localitàa, organizzando momenti di incontro, convivialità e socializzazione (l’elenco completo è disponibile su www.istitutocervi.it).
Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, anche Cerignola avrà la sua “Pastasciutta”, organizzata dalla Cooperativa Sociale Pietra di Scarto presso il Laboratorio di legalità “Francesco Marcone”, bene confiscato alla mafia gestito dal 2010.
la pastasciutta sarà realizzata con la passata di pomodoro interamente realizzata dalla cooperativa, promuovendo il reinserimento lavorativo di persone provenienti da diversi percorsi di fragilità e che trovano nel lavoro il proprio riscatto.
In particolare la pastasciutta sarà realizzata con la passata di pomodoro interamente realizzata dalla cooperativa, che coltiva e trasforma, promuovendo il reinserimento lavorativo di persone provenienti da situazioni di fragilità e che nel lavoro trovano la leva del proprio riscatto.
La manifestazione si aprirà alle 18.30 con un’attività letteraria per bambine e bambini curata da Marianna Longo della libreria “L’albero dei fichi”, incentrata sul libro “Se dico no è no” (Matilda Editrice), con la presenza dell’illustratrice, Viola Gesmundo.
La stessa artista, successivamente, inaugurerà una propria opera dedicata alle lavoratrici della filiera del pomodoro, realizzata su una delle facciate del bene confiscato.
L’iniziativa ricade all’interno del Progetto “La gente non è suolo ma semente”, finanziato nell’ambito del bando “Bellezza e legalità, per una Puglia libera dalle mafie”.
A seguire la cooperativa presenterà la stagione di produzione del pomodoro 2022, aprendo alle visite il laboratorio di trasformazione e presentando il gruppo di lavoratori e lavoratrici che saranno coinvolti in questa attività.
Alle ore 20.00 avrà luogo la presentazione del libro “C’ero anch’io su quel treno. La vera storia dei bambini che unirono l’Italia” alla presenza dell’autore, Giovanni Rinaldi. Dialogherà con lui Pietro Loffredo, giornalista del TGNorba. Sono partner dell’iniziativa: il Comune di Cerignola, Libera contro le mafie, Anpi e Legacoop Puglia.
A conclusione della serata la Cooperativa Pietra di Scarto e Legacoop Puglia offriranno ai presenti, lapastasciutta, momento della socialità e della convivialità
Sarà anche possibile, con un piccolo contributo, degustare altri prodotti della cooperativa. E’ gradita la prenotazione chiamando il numero 0885/896655.
Dopo un anno di pausa dovuto alla pandemia, torna il Talent della Legalità targato #NOI.
L’obiettivo è lo stesso di sempre: dimostrare che sulle note della legalità si può danzare, cantare, recitare, scrivere, e diffondere così la cultura della bellezza, che sottrae spazio al sopruso, alla prepotenza, all’illegalità.
Quest'anno al Teatro Cinema Don Bosco (in via Publio Valerio 63) messo a disposizione dai Salesiani per il sociale, nostri partner, sabato 16 luglio 2022 dalle ore 16.00 si terrà la finalissima della terza edizione del Talent Antimafia #Noi.
Torna quindi la competizione organizzata da #Noi per sconfiggere la criminalità organizzata con l’arte e la cultura, e il tema è quello di sempre “No alla mafia, sì alla legalità”. Sono quattro le categorie di concorso, danza, musica, teatro e narrativa/poesia, in cui si esibiranno i 12 finalisti provenienti da tutta Italia (le migliori tre performance per ogni categoria).
Tra gli ospiti che verranno a portare il loro contributo di legalità, Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, la ballerina Anna Mastrangelo, Stefano Corradino, giornalista di Rainews24, che canterà la canzone “Il gioco di Lollo” e il cantautore e commediografo romano Maurizio Fortini che canterà "Vita sotto scorta". Un pezzo inciso da lui, che racconta la storia di lotta alla mafia di Federica Angeli, presidente onorario di #Noi che parteciperà alla finalissima.
Il vincitore del Talent riceverà un premio in denaro di 1000 euro offerto da Fnsi, mentre al migliore della categoria "narrativa/poesia" verrà consegnata una targa speciale intitolata alla giudice Simonetta D'Alessandro. A premiare il vincitore della sezione “narrativa” sarà direttamente Tancredi Valerio Schirone, figlio della gip che per prima ha riconosciuto l’associazione di stampo mafioso, e proceduto agli arresti, dei membri del clan Spada, condannati in via definitiva nel marzo 2022, dalla Cassazione per 416bis.
Per la terza edizione, #Noi ha voluto puntare su una giuria popolare, che sarà chiamata a decretare il vincitore. Faranno parte della giuria: Tancredi Valerio Schirone, Federica Angeli giornalista e presidente onorario di #Noi, la giornalista e scrittrice Angela Iantosca, il coreografo Marco Verna e il regista Francesco Sala. A presentare l’evento invece sarà di nuovo l’attrice e modella Alessandra Casale. Il direttore artistico del Talent è il vicepresidente di #Noi, Massimo Coluzzi.
Ma c’è anche un’altra sorpresa per i migliori delle quattro categorie di concorso. Gli artisti professionisti, che nelle scorse edizioni hanno fatto parte della giuria d’eccellenza, hanno messo a disposizione delle Masterclass di scrittura, canto, teatro e danza. Per quanto riguarda la sezione “musica”, il vincitore potrà partecipare alla Masterclass di cantautorato dal titolo “Come si scrive un testo musicale” con il cantautore e musicista Giovanni Caccamo. Per il migliore della categoria “narrativa”, è previsto il Workshop di scrittura “Come raccontare in modo leggero i fatti criminali”, tenuto da Francesco Sala, autore di teatro e tv. Per quanto riguarda la sezione “danza”, la ballerina e coreografa, maestra Anna Mastrangelo, offrirà una Masterlass di danza storica, per imparare le tecniche del ballo tradizionale del 1800. Infine per la sezione “teatro” l’attore Stefano Accorsi ha messo a disposizione una giornata da trascorrere dietro le quinte per le prove dello spettacolo “Azul”, prodotto dal teatro della Pergola, che andrà in scena a partire da gennaio 2023.
Quest’anno il Talent Antimafia è patrocinato dal centro Culturale Salesiano con il presidente Don Francesco Preite e si è avvalso di sponsor privati che hanno scelto di donare il loro denaro in favore della causa. Si tratta, oltre alla Fnsi, di “Gamma Auto”, autoconcessionario di Ostia, erroneamente finito in un sequestro di beni secondo gli inquirenti riconducibili a Spada, ma che, con tenacia e costanza, è riuscito a ribaltare il verdetto del Tribunale in suo favore, dimostrando il clamoroso errore commesso e chiedendo quindi un risarcimento danni allo Stato. L’imprenditore Piergiorgio Capra, estimatore della legalità, sarà quindi uno degli sponsor privati della manifestazione di #Noi. Poi da Fasano, dove è stato aperto il primo presidio fuori Roma di #Noi guidato da Laura De Mola, l’impresa “Block Shaft”, azienda leader nella produzione di antifurti meccanici per auto e dispositivi di sicurezza per la protezione dei veicoli commerciali. L’impresa fa della sicurezza e della legalità un suo marchio esclusivo, per questo si è offerto di contribuire all’allestimento del Talent.
"Tornare a vivere il Talent Antimafia, con tantissimi bambini, giovani e adulti sarà davvero una boccata di ossigeno per #Noi - ha dichiarato il vicepresidente dell'associazione antimafia Massimo Coluzzi - perché la criminalità si vince solo insieme, facendo rete, dandosi coraggio l'un l'altro, spalla a spalla. Grazie a tutti quelli che si sono messi in gioco con le loro capacità artistiche, perché portando la bellezza della legalità saremo sempre più un presidio di giustizia per le nostre città".
Per partecipare all’evento del 16 luglio come spettatori, nel Teatro Cinema Don Bosco, è necessario prenotare al numero 3927037912. Il costo del biglietto d’ingresso è di 10 euro.
Finanziato il progetto di ricerca per uno studio su economia ed infiltrazione mafiosa.
Tra i 41 progetti di ricerca finanziati dalla Regione Puglia nell'ambito dell'iniziativa regionale “RIPARTI: assegni di RIcerca per riPARTire con le Imprese” è presente anche il progetto “Libertà di iniziativa economica e infiltrazione della criminalità organizzata: l’esperienza pugliese alla prova del codice antimafia” proposto attraverso un accordo di collaborazione tra la società “Clinica Antimafia” e l’Ateneo dauno.
Il progetto di ricerca – fanno sapere da Clinica Antimafia – si pone l’obiettivo di analizzare e studiare il fenomeno dell’infiltrazione della criminalità organizzata nelle imprese private e, soprattutto, nell’attività di impresa che si svolge a mezzo di rapporti e contratti pubblici, diramandosi, così, anche nell’ambito delle Amministrazioni. In particolare, partendo dallo studio dell’impianto normativo, degli strumenti di prevenzione e contrasto e dell’assetto della governance stabilito a livello centrale, si intende analizzare la diffusione del fenomeno in Puglia, analizzando i dati emergenti dalle imprese che operano e hanno sede sul territorio e le singole cause che hanno portato al vulnus nel modello di legalità normativamente richiesto. Detto approccio, oltre ad perseguire l’obiettivo scientifico di analisi dei fenomeni attraverso la normativa anche nell’ottica di proporre eventuali miglioramenti alla stessa e valutarla nella fase di applicazione pratica, tende anche a perseguire lo scopo sociale di Clinica Antimafia, quale società operante sul territorio, finanziata nell’ambito dell’Avviso Pubblico della Regione Puglia “PIN - Pugliesi Innovativi” che ha come scopo prevalente quello di fornire supporto alle imprese ed alle amministrazioni pubbliche in ordine alla corretta strutturazione di modelli di legalità, conformi allo spirito della normativa antimafia in vigore.
Il progetto, che prevede l’assegnazione di un progetto di ricerca a seguito di apposita selezione pubblica bandita dall’Ateneo e che vede come referente scientifico la Prof.ssa Francesca Cangelli, Docente Ordinario di Diritto Amministrativo, vedrà il finanziamento di un assegno di ricerca di 18 mesi per il raggiungimento delle finalità della ricerca.