Martedì 22 marzo 2022, a Monte Sant’Angelo, l’Associazione per la Legalità “Ultimi” ha organizzato una giornata di riflessione per ricordare e discutere sulle vittime da tutte le violenze.
L’evento sarà suddiviso in due momenti, cui parteciperanno le istituzioni locali, religiose, civili e politiche.
Alle ore 18:00, presso la Reale Basilica di San Michele Arcangelo, si svolgerà la celebrazione eucaristica presieduta da Padre Franco Moscone (Arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo), per ricordare tutte le vittime delle violenze.
Mentre, alle ore 19:00, sempre nella Basilica sala conferenze, si svolgerà la tavola rotonda “STRADE di CONVERSIONE”, cui prenderanno parte come relatori:
- E. MONS. FRANCO MOSCONE, Vescovo di Manfredonia- Vieste-San Giovanni Rotondo;
- Don ANIELLO MANGANIELLO, Fondatore dell'Associazione Ultimi .
Agli interventi prenderanno parte:
- Il Sindaco di Monte Sant'Angelo, dott. Pierpalo d’Arienzo;
- Il Presidente del Consiglio Comunale, dott. Giovanni Vergura;
- Il Coordinatore Nazionale dei Dirigenti Scolastici del Parlamento della Legalità Internazionale, prof. Rocco D’Avolio;
- Il Vicepresidente dell'Associazione Ultimi, dott. Pier Paolo Mascione.
Modera
- Il sig. Donato La Torre
La Cittadinanza è INVITATA
Michele Cianci e la battaglia contro la mafia”. La stanza dei libri allestita presso Palazzo Fornari dalla cooperativa sociale Altereco si ispira alla storia ed all’esempio di Michele Cianci, vittima innocente di mafia, ucciso a Cerignola la sera del 2 dicembre 1991 per essersi opposto ad un tentativo di rapina. Il percorso di lettura proposto ai più piccoli, alle loro famiglie e alla comunità, rientra nell’ambito del progetto “Le stanze della lettura”, finanziato dal Cepell a seguito del bando “Città che legge 2018/2019” presentato dal Comune di Cerignola in partenariato con le associazioni locali. Dopo le attività di animazione e allestimento, le stanze si apriranno alla città per essere visitate e raccontante a partire dalle ore 18.00 di venerdì fino alle ore 20.00 di sabato 12 marzo.
Si tratta di un viaggio lungo la storia della città. In ogni stanza allestita, infatti, sarà possibile ascoltare, guardare e toccare le radici del territorio. «Per noi di Altereco la stanza prende ispirazione da “Michele Cianci e la battaglia contro la mafia”. È stato un percorso entusiasmante che ha generato un legame autentico con i ragazzi, con i quali continueremo a condividere esperienze alla scoperta della bellezza custodita nella storia e negli angoli della nostra città» ha detto Dora Giannatempo, responsabile formazione di Altereco, che insieme alla dottoressa Angela Pia Fuscaldi hanno realizzato i lavoratori propedeutici all'apertura della stanza con i ragazzi della Centro Sociale Padre Pio.
In totale saranno 11 le stanze della lettura allestite: “Fiabe e racconti della storia”, a cura dell’associazione A.GE presso Palazzo Fornari; “La battaglia di Cerignola”, a cura di Orsa Onlus presso via Pavoncelli 43; “Le Fosse Granarie”, a cura della Pro Loco presso Centro Sociale Palladino; “Andrea Cicchetto” a cura di OltreBabele presso Palazzo Fornari; “Nicola Zingarelli”, a cura di Verderamina presso via Pavoncelli 43; “Il conte Giuseppe Pavoncelli, a cura di Verderamina presso via Pavoncelli 43; “Giuseppe Di Vittorio”, a cura di Casa Di Vittorio presso la Biblioteca Comunale; “I Cavalieri di Torre Alemanna”, a cura di Resurb presso Palazzo Fornari; “La strada e i suoi pericoli”, a cura di Centro Diverse Abilità presso Palazzo Fornari; “Vita da Pazienti”, a cura di Cittadinanzattiva presso Biblioteca Comunale”.
L’attività di promozione, conoscenza e sensibilizzazione sulla memoria di Michele Cianci, dunque, prosegue senza sosta. L'ATS “Le terre di Peppino Di Vittorio” composta dalle cooperative sociali Altereco (ente capofila), Medtraining ed il Centro di Servizio al Volontariato di Foggia, sta gestendo il bene confiscato alla mafia intitolato a “Michele Cianci”, da cui è stato realizzato il vino “Rosso Libero – Michele Cianci”. Inoltre, nei giorni scorsi - in collaborazione con la Consulta Provinciale per la Legalità – ha presentato "L'altra Città. Mafia e antimafia di Capitanata", il volume curato dall'esperta di criminologia Annalisa Graziano e dal sociologo Roberto Lavanna, rispettivamente responsabile della comunicazione e direttore del CSV Foggia, che descrive le mafie che hanno colpito il territorio foggiano negli ultimi quarant'anni, con un'attenzione particolare alle storie delle vittime innocenti e alle azioni di contrasto alla criminalità organizzata. Il volume è distribuito gratuitamente nelle scuole, nelle associazioni e nei luoghi di dibattito pubblico nell'ambito delle attività previste da “La strada. C'è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell'"Avviso Cantieri Innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano" della Regione Puglia.
Chi vuole una copia del volume può anche scrivere all'indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Presentati il volume ed il vino “Rosso Libero – Michele Cianci” realizzati nell’ambito del progetto “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare.
«Fare cultura e creare opportunità di lavoro e sviluppo sono le leve per contrastare la criminalità, per fare antimafia sociale, per contrapporre la città colorata a quella grigia. Occorre generare politiche di senso, azioni e progetti che combattono la povertà di senso attraverso l’economia della felicità. Il progetto “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare” ha questo obiettivo, contaminare i giovani dai 16 ai 19 anni attraverso attività, laboratori, iniziative che generino una cultura dell’antimafia da applicare ogni giorno, anche nei piccoli gesti quotidiani. Un obiettivo che diventa possibile anche grazie al coinvolgimento delle associazioni, delle cooperative sociali, delle istituzioni, ciascuna chiamata a svolgere il suo ruolo». Con queste parole Antonio Cocco, coordinatore del progetto “La strada”, ha aperto l’incontro di ieri sera “L’altra città. Mafia e antimafia di Capitanata” svoltosi a Foggia a Palazzo Dogana con l’idea non solo di raccontare l’evoluzione del progetto, ma anche per presentare il volume che ha dato il titolo all’incontro ed il vino “Rosso Libero – Michele Cianci”.
Il momento di riflessione è stato promosso dall’ATS composta dalle cooperative sociali Altereco (ente capofila), Medtraining ed il Centro di Servizio al Volontariato di Foggia - in collaborazione con la Consulta Provinciale per la Legalità - che gestisce in agro di Cerignola il terreno confiscato alla mafia ed intitolato a Michele Cianci, il commerciante vittima di mafia ucciso a Cerignola la sera del 2 dicembre 1991. Dopo i saluti istituzionali del presidente della Provincia Nicola Gatta, e del sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, il sociologo Roberto Lavanna ha spiegato le finalità della pubblicazione “L’altra Città. Mafia e antimafia di Capitanata”: «Il volume nasce con l’idea che per capire la mafie e comprendere anche quello che l’antimafia sta facendo su questo territorio bisogna parlarne, scriverne, farne la storia e cercare di fare capire che la mafia è un fenomeno che la Capitanata conosce da molti decenni, che la mafia della provincia di Foggia è sempre più forte e che nel 2017 quando c’è stata la strage di San Marco in Lamis la reazione della Squadra-Stato ha fatto sì che l’epopea della mafia di Capitanata in qualche modo è cambiata».
Di qui, l’esigenza di dare corpo al volume “L’altra Città. Mafia e antimafia di Capitanata”, curato dall’esperta di criminologia Annalisa Graziano e dal sociologo Roberto Lavanna, rispettivamente responsabile della comunicazione e direttore del CSV Foggia, che descrive le mafie che hanno colpito il territorio foggiano negli ultimi quarant’anni, con un’attenzione particolare alle storie delle vittime innocenti e alle azioni di contrasto alla criminalità organizzata. Hanno collaborato i giornalisti Francesco Pesante ed Emiliano Moccia e l’avvocata e referente di Libera Foggia Federica Bianchi. La prefazione del volume, pensato per le giovani generazioni e per questo arricchito con grafici e riproduzioni di articoli storici, porta la firma di Giuseppe Volpe, già procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. La postfazione è di Adriana Sabato, fino a ottobre 2021 Commissario Straordinario di Cerignola.
Oltre a Jacopo Lorusso, studente Liceo Scientifico “A. Volta”, nella prima parte della serata è intervenuto anche Ludovico Vaccaro, Procuratore capo di Foggia, che ha ricordato «che la giustizia è un bene comune, un bene che ciascuno di noi è chiamato a coltivare. Progetti come quello de “La Strada” sono necessari perché aggrediscono le fragilità di senso, diventano occasioni di sviluppo e di lavoro. A riguardo, è essenziale che in questo territorio sia generino maggiori opportunità di lavoro, di occupazione, perché sono i deterrenti più efficaci per attrarre i giovani che vengono tentati dalla strada della criminalità. Occorre inoltre – ha evidenziato Vaccaro – promuovere azioni che favoriscano il recupero di chi ha sbagliato, il cambio di mentalità, perché questo è fondamentale per il reinserimento sociale e lavorativo di chi ha commesso un reato. Credo nella pena efficace, quella pena che raggiunge realmente il suo obiettivo quando riesce a far redimere una persona che ha sbagliato».
Nella seconda parte dell’incontro, invece, ampio spazio è stato dato alla presentazione del vino “Rosso Libero - Michele Cianci”, frutto della raccolta dell’uva che lo scorso mese di settembre ha coinvolto lavoratori provenienti da situazioni di disagio e da percorsi di giustizia riparativa, sul bene confiscato alla mafia ed intitolato proprio a Michele Cianci. «Fare memoria collettiva vuole dire anche che il suo esempio, la sua storia, non sono cadute nell’oblio, ma continuano a vivere ed arrivare alla gente» ha detto la sorella Angela. Presenti in sala altre famigliari di vittime innocenti di mafia. Nell’occasione, sono intervenuti anche Adriana Sabato, ex commissario straordinario Comune di Cerignola; Dora Giannatempo, della cooperativa Altereco; Giuseppe Colopi, enologo. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Annalisa Graziano. Il momento di riflessione e condivisione si è concluso con la degustazione curata dalla cooperativa Ortovolante del vino “Rosso Libero”, dei taralli “Volìo” realizzati da persone affette da problematiche psicosociali e/o psichiatriche di Casa per la Vita “Brecciolosa” e delle olive “la Teutonica”, frutto della raccolta della Bella di Cerignola sul terreno confiscato alla mafia “Michele Cianci”.
“L’altra città. Mafie e antimafia di Capitanata” sarà distribuito gratuitamente nelle scuole, nelle associazioni e nei luoghi di dibattito pubblico nell’ambito delle attività previste da "La strada. C'è solo la strada su cui puoi contare", vincitore dell'"Avviso Cantieri Innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano" della Regione Puglia. Il progetto è promosso dall'Associazione Temporanea di Scopo che vede il Comune di Cerignola in qualità di ente capofila e un nutrito partenariato composto da: Comune di Foggia, CSV Foggia, Cooperative sociali Medtraining e Altereco. Chi vuole una copia del volume può anche scrivere all’indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Four Future è il nome del progetto vincitore del bando realizzato dalla Regione Puglia “Bellezza e legalità per una puglia libera dalle mafie”, elaborato da Auxilium Borgo Mezzanone e Coworking Smart Lab.
Attraverso l’attuazione di quest’ultimo si vuole stimolare la partecipazione ed il protagonismo giovanile attraverso l’educazione alla bellezza e alla libera espressione artistica.
Four Future prevede la realizzazione di numerosi laboratori da svolgersi presso le seguenti località: Manfredonia (presso il Coworking Smart Lab e Villa Rossana, luogo confiscato alla criminalità), Mattinata e Borgo Mezzanone.
I laboratori teorici e pratici con caratteri di innovazione sociale saranno fulcro del percorso didattico, lo stesso che permetterà ai destinatari di Four Future di cimentarsi in diverse attività tra cui Beat Sreet Musica, Stencil Art su diversi supporti, laboratori di calligrafia e lettering, Street art digitale, Break dance, Graffiti, Arti visuali e Dj nativi digitali.
La modalità utilizzata per la realizzazione dei laboratori è quella del learning by doing, ovvero imparare attraverso la realizzazione e la messa in pratica dell’attività.
A conclusione del progetto saranno realizzate rappresentazioni itineranti a Manfredonia, Mattinata e Borgo Mezzanone con spettacoli artistici digitali e grafici con accompagnamento musicale e dance.
Il tutto sarà possibile grazie alla collaborazione di un mosaico di personalità.
Diversi saranno i partner del progetto: l’associazione Auxilium Borgo Mezzanone, Coworking Smart Lab (oggi Ass. Arciviceversa), I.I.S.S. Roncalli – Fermi- Rotundi – Euclide, l’associazione Arci Travel di Stornara, l’associazione Mad Mall, l’associazione culturale Provo.Cult ed infine l’Istituto Comprensivo Statale “Alfieri – Garibaldi”.
Four Future è indirizzato in modo primario a giovani in età scolare ed under 18 a rischio dispersione e condizionamento ed ha la durata complessiva di 330 ore.
In coerenza con il bando, il progetto ha la finalità di creare una filiera sana che possa occupare e invogliare i ragazzi verso modelli di sviluppo virtuoso del territorio, portando il messaggio della legalità e dell’impegno attivo e promuovendo forme di socializzazione improntate al rispetto di genere, libere da qualsiasi forma di discriminazione.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana anche quest’anno patrocinerà il Talent della legalità e ha stanziato mille euro che saranno destinati al primo classificato.
“Ringrazio, a nome di tutta l’associazione, il segretario della FNSI Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti per aver supportato la nuova edizione del nostro talent e soprattutto per l’appoggio che non ci hanno mai fatto mancare in questi anni.” Così Roberta Della Casa, presidente dell’Associazione Antimafia #Noi, ha commentato la decisione della FNSI.
Giunto ormai alla sua terza edizione, il talent antimafia targato #Noi ha visto esibirsi artisti di ogni età con canzoni, balli, pièce teatrali e componimenti di narrativa o poesia, in una giornata di allegria e riflessione.
Il 16 luglio Ostia sarà quindi nuovamente teatro di una sfida a colpi di arte per gridare ancora una volta “No alla mafia!”.
Per partecipare occorre avere un’età compresa tra gli 8 e gli 88 anni, possono concorrere singoli e gruppi. Il tema è sempre lo stesso, quello che ci unisce da sempre: la lotta alla mafia.
Le performance dovranno pervenire entro e non oltre l’11 giugno 2022 all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il regolamento completo è consultabile sul sito dell’associazione: www.noiassociazioneantimafia.org/wp/i-nostri-progetti/
Il Ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, esprime soddisfazione per l’individuazione dei presunti responsabili dell’esplosione di un ordigno artigianale presso un esercizio pubblico a Foggia lo scorso 9 gennaio.
“Si tratta dell’esito dell’indagine svolta dalla questura di Foggia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Bari e della Procura presso il Tribunale per i minorenni, che - sottolinea la titolare del Viminale - testimonia ancora una volta il forte impegno profuso dalla magistratura e dalle forze di polizia per contrastare le organizzazioni criminali che tentano di condizionare ed infiltrare l’economia legale anche ricorrendo ad azioni violente".
"Tutte le istituzioni - prosegue il ministro Lamorgese - stanno operando insieme con determinazione per garantire sicurezza e legalità e dare risposte concrete ai cittadini e agli imprenditori locali”.
"Trovo vergognoso che sia coinvolto anche chi dovrebbe combattere il crimine in prima linea. Droga, attività commerciali e anche servizi pubblici, tutti gli interessi della Mafia si sono riversati sul litorale laziale. Noi siamo al fianco degli agenti che hanno indagato e di tutte le persone per bene di Anzio e Nettuno".
Così Roberta Della Casa, presidente di #Noi, sull’arresto di due carabinieri tra i 65 fermati ieri nell’ambito del maxi blitz contro la ‘ndrangheta, sul litorale sud di Roma.
Nella tarda serata del 17 febbraio u.s., a Foggia, personale della Polizia di Stato appartenente alla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Foggia ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto a carico di R.F., soggetto conosciuto alle forze dell’ordine, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nonché ordinanza applicativa della misura detentiva presso istituto penale minorile emesso dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Bari nei confronti del figlio del predetto R.F.
Secondo l’impostazione accusatoria, ricostruita dalle attività d’indagine della Squadra Mobile di Foggia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del capoluogo, i predetti sono ritenuti gravemente indiziati dei reati, tutti aggravati dal metodo mafioso, di detenzione e porto di materiale esplosivo, danneggiamento, e il solo R. F. altresì del delitto di tentata estorsione. Si tratta di un accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita, quanto al fermo, della convalida del GIP ed eventuale ordinanza applicativa di misura cautelare e, in ogni caso, per entrambi i provvedimenti, della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.
Secondo l’impostazione accusatoria, i due sarebbero direttamente coinvolti nel recente episodio dinamitardo commesso in data 9 gennaio u.s. ai danni dell’esercizio commerciale denominato “Poseidon”, sito a Foggia in Vico Ciancarella n. 8, commesso mediante il posizionamento in orario notturno di un ordigno artigianale all’esterno dell’ingresso, provocando, a seguito dell’esplosione, il danneggiamento della saracinesca e degli interni del locale.
L’accertamento dei gravi indizi di colpevolezza posti alla base dei due provvedimenti eseguiti nei confronti degli indagati (fatta salva la eventuale convalida del fermo e le ulteriori valutazioni nelle fasi successive, con il contributo della difesa) è il frutto della meticolosa attività di indagine svolta dagli investigatori della Polizia di Stato, che hanno visionato ed analizzato i molteplici filmati ripresi dalle telecamere pubbliche e private della città di Foggia acquisiti nell’immediatezza degli eventi delittuosi.
Infatti, nell’episodio dinamitardo del 9 gennaio le numerose ore di filmati acquisiti dagli investigatori, oltre ad inquadrare due soggetti travisati nel momento in cui è stato posizionato l’ordigno artigianale, hanno ripreso il tragitto che gli stessi avrebbero percorso, dopo aver compiuto l’azione delittuosa, sino al raggiungimento di un luogo sito nei pressi della loro abitazione.
Durante il tragitto, i due soggetti filmati, al fine di rendere più complessa l’acquisizione di elementi investigativi a loro carico, si sono liberati di parte degli indumenti indossati nella fase esecutiva dell’attentato.
La disamina dei molteplici filmati acquisiti ha quindi permesso di evidenziare le caratteristiche fisico-somatiche e particolari che sono stati ritenuti individualizzanti degli indagati (sempre salvo il successivo vaglio processuale), elementi opportunamente riscontrati da una mirata perquisizione effettuata dagli investigatori della Polizia di Stato, la quale ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro parte degli indumenti utilizzati per il compimento del grave reato.
Nei due provvedimenti viene contestata anche l’aggravante della mafiosità dell’azione criminale, con specifico riferimento alle eclatanti modalità con cui l’azione è stata commessa, facendo esplodere un ordigno sulla pubblica via, modalità tipiche delle metodiche mafiose ed idonee a provocare allarme sociale nella collettività, rafforzando il messaggio intimidatorio ai danni delle vittime.
Sul punto, si evidenzia che gli accertamenti tecnici espletati da personale del Servizio Polizia Scientifica di Roma hanno effettivamente accertato che l’ordigno possedeva spiccata potenzialità offensiva. Infatti, l’onda pressoria generata dall’esplosione e il materiale proiettato avrebbero potuto cagionare gravi lesioni, anche potenzialmente mortali, a chi si fosse trovato in quel momento nei pressi del luogo dell’esplosione. Ed in effetti, come accertato in sede di sopralluogo da parte del personale della Polizia di Stato, la deflagrazione ha causato rilevanti danni, consistenti in danneggiamento di infissi, suppellettili, arredi, vetrate e parte delle strutture murarie del locale.
Con riferimento all’ipotizzato inserimento nel tessuto criminale del destinatario del provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, è necessario evidenziare che R.F. è legato da vincoli di parentela con il soggetto a capo della “batteria” foggiana “Trisciuoglio/Prencipe/
R.F. è inoltre fratello di altro soggetto coinvolto nell’operazione di polizia giudiziaria nota come “Decima Azione bis”. In tale procedimento infatti, R.M., fratello dell’odierno indagato, è stato attinto da misura cautelare applicativa della custodia cautelare in carcere per il reato di cui all’art. 416bis c.p., con il compito di riscuotere materialmente somme estorsive presso i commercianti ambulanti del mercato settimanale di Foggia.
#Noi ha inviato documento al Parlamento in cui si richiede che venga approvata velocemente la proposta di legge n. 853 del 2018, un progetto per contrastare il fenomeno delle querele bavaglio.
L’associazione, che ha come missione quella di promuovere la cultura della legalità, dice basta a queste denunce temerarie, fatte solo per tappare la bocca ai cronisti.
Non è uno slogan né una questione per pochi: la libertà di informazione è un diritto che riguarda tutti i cittadini e un indicatore dello stato di salute di una democrazia.
Fondamentali, dunque, le garanzie per l’esistenza di una varietà di fonti di informazioni in grado di operare in un sistema senza il pericolo della censura, di intimidazioni o di azioni legali temerarie. “Attendiamo con fiducia che si passi dalle parole ai fatti”, dice la presidente di #Noi Roberta Della Casa.
Dalle prime luci dell’alba, personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari sta dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 75 soggetti (di cui 15 in carcere, 44 agli arresti domiciliari, 14 destinatari dell’obbligo di presentazione alla P.G. e 2 destinatari di misure interdittive), nonché del sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 18 milioni di euro - emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta di questa Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia - con cui sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) a carico dei componenti di 2 strutturati sodalizi criminali con proiezione transnazionale, operativamente collegati, dediti alla commissione di una pluralità di delitti.
La complessa operazione è in corso di esecuzione in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto da parte di oltre 500 unità (donne e uomini) della D.I.A. e della Guardia di Finanza, con il contributo di personale degli Uffici e dei Reparti territoriali e speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, nonché con il supporto di mezzi aerei, unità cinofile per la ricerca di stupefacente e denaro delle Fiamme Gialle.
Il provvedimento cautelare si fonda su un compendio gravemente indiziario a carico di soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al “contrabbando” di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti e alla detenzione illegale di armi. Sono, complessivamente, 86 le persone indagate, tra imprenditori, professionisti e pubblici ufficiali.
L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine svolta dalla D.I.A. e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari - su delega di questa Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia - attraverso l’incrocio dei dati risultanti da segnalazioni di operazioni sospette, dalle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, dalle escussioni di persone informate sui fatti e di collaboratori di giustizia, dalla documentazione e dagli smartphone sottoposti a sequestro a
seguito delle perquisizioni locali eseguite, nonché dall’attività dinamica di osservazione, controllo e pedinamento.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, allo stato (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le ipotesi di reato contestate riguardano, innanzitutto, le presunte condotte illecite di soggetti organici a una prima associazione criminale attiva nel capoluogo pugliese e in Lombardia, la cui operatività è stata disvelata dalle attività investigative effettuate dalla D.I.A..
Dalle indagini, difatti, è emerso che, attraverso un sistema di aziende consorziate, l’organizzazione criminale avrebbe sviluppato un volume di affari illecito pari a circa 170 milioni di euro mediante ingenti frodi fiscali poste in essere attraverso l’indicazione di crediti
i.v.a. fittizi scaturenti da inesistenti operazioni passive indicate nelle dichiarazioni fiscali in assenza delle relative fatture. Tali crediti, asseverati da professionisti compiacenti, sarebbero stati poi utilizzati dal sodalizio - per il tramite di prestanome - per compensare poste attive o i versamenti relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, alle ritenute fiscali e alle altre somme dovute. I guadagni per i membri del consorzio sarebbero risultati enormi, perché attraverso il meccanismo della creazione di crediti i.v.a. fittizi non avrebbero versato le imposte nonché i contributi previdenziali e assistenziali dovuti. I proventi così illecitamente realizzati sarebbero, quindi, stati reimmessi nel circuito economico attraverso articolate operazioni di riciclaggio. Proprio nella fase della “monetizzazione” dei proventi illeciti sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare numerosissimi “fiduciari” a cui intestare carte di credito con le quali drenare, secondo una tempistica prestabilita, le provviste illecitamente conseguite dal sodalizio per il successivo reinvestimento anche nel narcotraffico. In tale filone investigativo è altresì emersa una presunta vicenda corruttiva coinvolgente un colonnello della Guardia di Finanza in servizio a Roma (sottoposto a misura) che - in cambio di utilità economiche e di altra natura - avrebbe fatto eseguire abusivi accessi al sistema informatico strumentali ad acquisire notizie da comunicare a uno dei promotori dell’organizzazione criminale.
Le ulteriori indagini delegate al G.I.C.O. e al II Gruppo Tutela Entrate del Nucleo PEF Bari hanno consentito di accertare la presunta esistenza di un altro sodalizio criminale di carattere transnazionale, con base operativa in provincia di Bari, e attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti, in evasione delle accise dovute all’Erario. In particolare, le Fiamme Gialle baresi avrebbero accertato numerose cessioni di basi lubrificanti - provenienti dall’est Europa - formalmente dirette, nella maggioranza dei casi, a società cipriote greche o maltesi, ma in realtà destinate in Italia ad uso autotrazione a favore di compiacenti imprese operanti nel settore della commercializzazione e della distribuzione stradale di carburanti, con una conseguente evasione di accise per oltre 2 milioni di euro. In tale secondo filone investigativo sono state ricostruite una pluralità di intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del clan Parisi di Bari in favore di terzi prestanome, scevri da precedenti di polizia e penali, al fine di eludere l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale da cui era stato in precedenza attinto. Ciò mediante la collaborazione professionale di 1 ragioniere commercialista e di 3 avvocati con studi a Bari e in provincia, tutti destinatari di misure cautelari personali.
Numerosi sono stati i riscontri operativi eseguiti, durante le indagini, dalla D.I.A. e dal Nucleo PEF Bari che hanno permesso di sottoporre a sequestro circa 186 kg. di sostanza stupefacente (tra cocaina e hashish), oltre 4,4 milioni di euro in contanti abilmente occultati nelle intercapedini artatamente ricavate nella muratura delle abitazioni nella disponibilità dei vertici dei sodalizi, nonché 43.000 litri di miscele lubrificanti destinati all’autotrazione in evasione delle accise.
Oltre alle misure cautelari personali, sono in corso di esecuzione sequestri di beni, tra i quali abitazioni di lusso, autovetture di grossa cilindrata, denaro contante, disponibilità finanziarie e compendi aziendali, del valore complessivo di oltre 18 milioni di euro.
Gli esiti della presente attività di indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio di legalità esercitato da questa Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia - in stretta sinergia con il Centro Operativo D.I.A. e il Nucleo PEF Bari - per il contrasto al riciclaggio dei proventi illeciti e alle intestazioni fittizie di beni delle organizzazioni criminali, in grado di alterare le dinamiche e il corretto funzionamento del mercato.