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Il progetto dei Fratelli della Stazione è rivolto a ragazzi tra i 15 ed i 18 anni di età

«Solo i miraggi hanno messo in moto le carovane». Con queste parole il sociologo francese Henri Desroche invita a guardare al di là degli ostacoli, delle difficoltà, degli itinerari apparentemente impossibili, per mettersi in cammino fino a raggiungere il proprio sogno. Per questo, il progetto “La carovana dei miraggi. Tra memoria e bellezza” promosso dall’associazione Fratelli della Stazione, fa sua questa riflessione per raggiungere il suo obiettivo: sensibilizzare i più giovani ai temi della legalità, dell’antimafia sociale, della memoria delle vittime innocenti di mafia. L’iniziativa, infatti, si rivolge principalmente ai cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training), ragazzi tra i 15 ed i 18 anni che non hanno né cercano un impiego e non frequentano una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale.

Il progetto è finanziato nell’ambito dell'Avviso pubblico “Bellezza e legalità per una Puglia libera dalle mafie”, con cui la Regione Puglia ha selezionato interventi finalizzati a promuovere azioni di antimafia sociale attraverso iniziative che promuovono attività di animazione sociale e partecipazione collettiva di ricostruzione della identità dei luoghi e delle comunità. Come nel caso del progetto promosso dai Fratelli della Stazione - in qualità di ente capofila - in partenariato con Educatori Senza Frontiere di Milano, Avvocato di Strada ed edizioni fogliodivia.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat (anno 2019) nella regione Puglia il 17,90% dei giovani ha abbandonato precocemente gli studi, mentre il 30,80% dei ragazzi tra i 18 ed i 24 anni di età rientra proprio nella fascia dei NEET. La povertà educativa minorile è un fenomeno multidimensionale, frutto anche del contesto economico, sociale, familiare in cui vivono i minori, che spesso rischia di spostare i ragazzi verso terreni “occupazionali” più rapidi ed insidiosi, fatti di violenza, furti, rapine, spaccio di droga. “La carovana dei miraggi. Tra memoria e bellezza”, dunque, è un viaggio itinerante nelle storie e nelle vite di alcune vittime innocenti di mafia pugliese. Attraverso dei laboratori artistici e di riscoperta di se stessi, i beneficiari saranno avvicinati ai temi della legalità e dell’antimafia sociale. Attraverso la loro formazione ed informazione si punta a fornire ai giovani beneficiari gli strumenti culturali necessari per “difendersi”, per conoscere, per sottrarsi alla morsa della violenza o della criminalità. Al termine della prima fase del progetto, i partecipanti si reinterpreteranno come attori, portando in scena una rappresentazione teatrale itinerante che vuole far conoscere le storie delle vittime innocenti di mafia e contribuire a sensibilizzare le comunità su queste tematiche.

La presentazione ufficiale del progetto si svolgerà lunedì 26 aprile, alle ore 16.00, in diretta sulla pagina facebook dei Fratelli della Stazione.
All’incontro prenderanno parte:
Giuseppe Gagliardi, Fratelli della Stazione;
Gabriella Ballarini e Giorgia Dell'Uomo, Educatori Senza Frontiere;
Riccardo Fenuta, Fratelli della Stazione;
Annatonia Margiotta, Regione Puglia – Sezione Cittadino, Sicurezza, Politiche per le Migrazioni ed Antimafia Sociale.

In una data simbolica, il 12 aprile, la Giunta regionale pugliese approva lo schema di statuto con il quale si avvia al costituzione della Fondazione antimafia sociale “Stefano Fumarulo”. Nel giorno del quarto anniversario della scomparsa del giovane dirigente della Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le migrazioni ed Antimafia sociale della Regione Puglia, già consulente della Commissione parlamentare Antimafia, la Giunta regionale ha così deciso di onorare la sua figura varando la Fondazione antimafia sociale che sarà a lui dedicata, in ossequio a quanto previsto dalla legge regionale 28 marzo 2019, n. 14 (Testo unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza).

“Stefano Fumarulo – ha dichiarato il Presidente Emiliano – ha sempre promosso il protagonismo delle associazioni e dei singoli cittadini nel contrasto alle mafie. Un dirigente pubblico che credeva fortemente nell’antimafia sociale e che coltivava la consapevolezza che la lotta alle mafie, prima che repressiva deve essere sociale, educativa, culturale, etica. Nel corso della sua attività ha dato impulso e realizzato politiche innovative di lotta non repressiva alla criminalità e di inclusione sociale, che sono state prese ad esempio come buone pratiche a livello nazionale e internazionale. La Fondazione avrà proprio questi obiettivi e quotidianamente sarà impegnata a costruire coesione, coinvolgimento e partecipazione sui territori; a costruire, cioè, una nuova cultura contro le mafie e a favore della legalità e della giustizia”.

La Fondazione proseguirà il grande impegno profuso da Stefano Fumarulo in materia di prevenzione alla criminalità, e alle varie forme di mafia, attraverso percorsi alternativi di inclusione e reinserimento sociale. Un impegno che si è concretizzato mediante il contrasto alle gravi forme di sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato e la predisposizione di strumenti innovativi nell’ambito della contrapposizione alle dinamiche criminali e mafiose. A lui si deve, infatti, la nascita della prima Azienda agricola sperimentale di proprietà regionale (“Fortore – Casa Sankara - San Severo”), gestita da quei braccianti immigrati che si sono sottratti ai circuiti illegali e di sfruttamento connessi al caporalato; cosi come la creazione delle foresterie regionali per i lavoratori agricoli migranti, che garantiscono ospitalità a circa mille persone sull’intero territorio regionale. Impegno che si è tradotto, altresì, nella realizzazione di “Cantieri innovativi di antimafia sociale”, un’azione del Por Puglia, che ha visto la sperimentazione di 27 progetti su scala regionale in tema di prevenzione sociale. Un lavoro incessante, quello svolto dal giovane dirigente regionale, che ha portato anche all’approvazione, da parte del Consiglio regionale pugliese, della suddetta legge regionale n. 14/2019.

La Fondazione antimafia sociale “Stefano Fumarulo” si impegnerà, tra l’altro, ad effettuare percorsi formativi atti a promuovere e diffondere la cultura della legalità e l’educazione alla cittadinanza, sosterrà interventi a favore delle scuole di ogni ordine e grado e delle università, per rendere le giovani generazioni consapevoli dei danni che la corruzione e le mafie procurano all’economia legale. Nello statuto è previsto che la Regione Puglia sarà unico socio fondatore e la signora Maria Luisa Pantaleo, madre del dirigente regionale scomparso, sarà di diritto componente del Consiglio direttivo e Presidente Onorario della Fondazione.

#Noi lancia la campagna "ti a(i)uto a ricomprarla", per una raccolta fondi in favore della ragazza che, secondo quanto riportato dalla stampa, ha denunciato un tentato furto presso un'attività commerciale e che ha trovato la sua auto bruciata. 

"La nostra associazione nasce a sostegno di chi lotta contro l'illegalità e non possiamo girarci dall'altra parte di fronte a un grave episodio che ha avuto come protagonista una giovane donna che non ha abbassato la testa." ha commentato Leonardo Cassone, presidente di #Noi Associazione Antimafia Odv "Abbiamo quindi deciso di avviare una raccolta fondi per dare un segnale forte e per non lasciare da sola questa ragazza. Solo restando uniti possiamo vincere questa guerra."

Per aderire è possibile fare una donazione sul conto corrente numero IT51Z3608105138279331879333 intestato a Edoardo Colantoni, con causale" ti aiuto a ricomprarla".

Si pubblica la nota stampa pervenuta presso la nostra redazione.
Nota in premessa al comunicato stampa - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.

«Sono trascorsi quattro anni dall'insediamento di questa Amministrazione e manca appena un anno alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale.

Pertanto, mi sembra opportuno fare per ora il bilancio su una questione di rilevante importanza, evidenziata dal Sindaco D'Arienzo un mese dopo il suo insediamento: la condizione della macchina amministrativa comunale.

Infatti, il 26 luglio 2017 il Sindaco D'Arienzo fu audito a Roma dalla Commissione Parlamentare Antimafia, presieduta dalla on. Rosy Bindi.

Durante l'audizione, su esplicita richiesta della Presidente, il Sindaco espresse le sue considerazioni sulla macchina amministrativa, i cui Responsabili di Settore nella loro maggioranza erano stati ritenuti dalla Commissione Prefettizia di Accesso uno degli elementi più critici su cui successivamente fu fondata la proposta di scioglimento del Consiglio Comunale.

Ecco che cosa disse il Sindaco in quella circostanza alla Presidente Bindi e ai Componenti della Commissione Antimafia:

"La criticità maggiore io la vedo nella macchina amministrativa, personale che purtroppo credo non sia qualitativamente e quantitativamente adeguato"

E ancora: "Adesso la cosa principale, sulla quale ho chiesto aiuto al Prefetto di Foggia dottoressa Tirone, è in che modo rivoluzionare la macchina amministrativa... dobbiamo inevitabilmente avviare un'operazione di allontanamento attraverso una rotazione o l'impiego in altro campo".

E infine: "sto cercando di trovare una soluzione per risolvere questo problema, cioè fare ricorso all'art.110 come contratti a tempo determinato, avviso pubblico e selezione del personale dirigente... così da scardinare alcune situazioni".

Su questo terreno in quattro anni di gestione della cosa pubblica cosa ha fatto e cosa non ha fatto il Sindaco D'Arienzo?

1. Non ha fatto ricorso all' art. 110 del Decreto legislativo n. 267/2000, come aveva promesso, per conferire incarichi esterni di Responsabile di Settore a tempo determinato;

2. Non ha applicato la norma sulla turnazione degli incarichi, per la quale si era impegnato in sede di audizione a Roma;

3. Ha nominato suo collaboratore la stessa persona che aveva ricevuto quel medesimo incarico dal Sindaco di Iasio: in questo caso, però, violando apertamente l'art.90 del Decreto legislativo n.267/2000;

4. Ha privato il Comune delle prestazioni professionali di un ingegnere comunale, concedendogli in sede di Giunta il nulla osta per un comando presso il Comune di San Paolo Civitate, mentre con la sua permanenza in servizio presso il nostro Comune il Sindaco avrebbe potuto applicare la norma sulla turnazione degli incarichi in un ambito così attenzionato;

5. Ha concentrato tutte le competenze del Settore Urbanistica e del Settore Lavori Pubblici nelle mani di un architetto, che nell' ultimo triennio si è rivelato un infaticabile, straordinario " produttore" di progetti tecnici;

6. Ha rinunciato alla funzione del Supervisore tecnico pagato dallo Stato per il tramite della Prefettura di Foggia;

7. Ha "assistito" alle dimissioni di un Segretario Comunale, professionista serio e competente, scelto da lui stesso;

8. Ha ridotto il numero dei Settori della dotazione organica, non confermando l' incarico a un Responsabile di Settore che godeva della fiducia della Commissione Amministratrice Prefettizia.

Concludendo, ritengo che non sia affatto difficile cogliere l'enorme frattura tra i propositi comunicati dal Sindaco alla Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e i fatti incontrovertibili, appena elencati, di cui il Sindaco si è reso attore principale.

A voi cittadini spetta il diritto/dovere di riflettere su ciò che è accaduto in questi quattro anni nella struttura burocratica del nostro Comune, per individuare le vere ragioni degli impegni disattesi dal Sindaco D'Arienzo e dalla sua Giunta Comunale, assunti in una sede così autorevole qual è la Commissione Parlamentare Antimafia».

I finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, su ordine della Procura della Repubblica, hanno eseguito ieri un’ordinanza applicativa della misura coercitiva degli arresti domiciliari emessa dalla Sezione G.I.P. del Tribunale nei confronti di una professionista foggiana, in ordine alla sua nomina di amministratrice giudiziaria di una società di San Severo sottoposta a sequestro preventivo in virtù di una misura di prevenzione patrimoniale antimafia.

Il provvedimento del G.I.P. è giunto all’esito di un’articolata attività di indagine, eseguita dai militari della Compagnia di San Severo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, che ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a più illeciti penalmente rilevanti che sarebbero stati commessi dalla professionista nella sua qualità di pubblico ufficiale, meglio, di amministratrice giudiziaria, attraverso artifici contabili reiterati, “frutto di deliberata pianificazione“.

Le diffuse irregolarità riguarderebbero le annotazioni nella contabilità della gestione giudiziale, ai fini del rimborso (ottenuto), di spese per visite ispettive in azienda mai sostenute; la contabilizzazione di uscite di cassa, pagamenti in contanti, a fronte di transazioni commerciali mai avvenute; l’aver consapevolmente occultato proventi, e la loro registrazione, derivanti da rapporti commerciali dell’azienda avuta in custodia dal Tribunale.

La misura cautelare richiesta dalla Procura della Repubblica e accordata dal Tribunale di Foggia si è resa necessaria anche per il concreto pericolo della commissione di delitti della stessa specie, atteso che la professionista, alla data della richiesta cautelare, risultava ricoprire il medesimo incarico di amministratore giudiziario in altre procedure pendenti presso il medesimo Tribunale.

L’attività di servizio testimonia la trasversalità dell’attività della Guardia di Finanza, in questo contesto posta al servizio dell’Autorità Giudiziaria per tutelare le regole poste alla base della corretta amministrazione giudiziaria dei beni sequestrati alle mafie, la cui restituzione alla collettività assume un rilevante valore sociale.

Le confezioni sono state realizzate dagli ospiti della Casa per la Via “Brecciolosa”.

I primi hanno provveduto a confezionare e a personalizzare le bottiglie di “Volío”, l’olio extravergine d’oliva dal gusto dell’inclusione sociale e lavorativa, in vista delle imminenti festività di Pasqua; i secondi, invece, sono quelli che l’olio lo hanno realizzato e che continuano a lavorare sui terreni dell’ASP “Castriota e Corroppoli” di Chieuti in preparazione della nuova stagione di raccolta delle olive. Insieme vogliono lanciare attraverso il loro lavoro sinergico un messaggio di speranza, di fiducia, di contrasto allo stigma nei confronti di quanti convivono con una forma di disabilità psichica. Per questo, la speciale produzione di “Volío pasquale” ha un sapore ancora più inclusivo. Perché gli ospiti con problematiche psico-sociali e psichiatriche della Casa per la Vita “Brecciolosa” con sede a San Marco La Catola, gestita dalla cooperativa Sicura, hanno realizzato tutte le confezioni artigianali, seguendo un laboratorio creativo di abilità manuale, modellando a forma di coniglio pasquale l’involucro che contiene le bottiglie dell’olio. Mentre i braccianti agricoli della cooperativa Ortovolante, assunti con regolare contratto e coinvolti in tutta la filiera produttiva, attraverso la realizzazione di “Volìo” stanno riscoprendo sé stessi, i loro talenti, delle professionalità che non credevano di avere fino a poco tempo fa, rafforzando in questo modo l’offerta dei servizi rivolti a persone con disabilità psichica.

Merito del progetto “Hopeificio”, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD nell’ambito della terza edizione del “Bando Socio Sanitario”, che coniuga agricoltura biologica, innovazione ed inclusione socio-lavorativa. Entrambe le cooperative sociali fanno parte di Oltre / la rete di imprese, con sede a Foggia in corso del Mezzogiorno. Di qui, l’idea di unire idealmente i due spazi di accoglienza e di riabilitazione, dando forma e vita alle confezioni di “Volío pasquale”, disponibili a Foggia nel punto vendita di “Carni Affini in Viale Michelangelo 185.

La struttura Casa per la Vita “Brecciolosa” accoglie, in via temporanea o permanente persone con problematiche psico-sociali e psichiatriche uscite dal circuito psichiatrico riabilitativo-residenziale, prive di validi riferimenti familiari o che necessitano di sostegno nel mantenimento del livello di autonomia e nel percorso di inserimento o reinserimento sociolavorativo. I braccianti agricoli di Ortovolante, invece, grazie al progetto “Hopeificio” hanno seguito un lungo percorso di formazione teorica e pratica connesso al ciclo produttivo dell’olio extravergine che prevede: potatura, raccolta delle olive, molitura ed imbottigliamento dell’olio. Ed ora, grazie alla realizzazione del frantoio che avverrà nei prossimi mesi, potranno effettuare anche la trasformazione diretta senza rivolgersi a frantoi esterni, come hanno fatto nelle ultime due stagioni di raccolta.
Chi è interessato all’acquisto dell’olio “Volío pasquale” può contattare anche il 334.9412407o scrivere una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Passeggiata di gruppo con Commissari Straordinari e forze dell’ordine sul bene intitolato a Michele Cianci sito a Cerignola

Una passeggiata di gruppo per ribadire che su quel terreno la mafia ha perso, che è possibile trasformare un luogo simbolo del potere mafioso in avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo. Uno sviluppo che passa tra vigneti, ulivi, alberi e terra da coltivare. Perché il bene intitolato a Michele Cianci, vittima innocente di mafia, e confiscato ai Compierchio, famiglia di spicco della criminalità cerignolana, ha iniziato a muovere i primi passi verso il suo riuso sociale. Ieri mattina la Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola, insieme alle forze dell’ordine, ha accompagnato l’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata “Le terre di Peppino Di Vittorio” costituita dalle Cooperative Sociali Altereco di Cerignola, in qualità di ente capofila, e Medtraining di Foggia e dal Centro di Servizio al Volontariato di Foggia, a prendere possesso del terreno consegnato la scorsa settimana nel corso di una cerimonia ufficiale. La passeggiata sul bene si è svolta nel rispetto delle norme anti-covid e delle restrizioni previste per le regioni inserite nella cosiddetta zona rossa.  Per un evento pubblico allargato alla partecipazione della comunità, infatti, si aspetterà il periodo in cui sarà possibile farlo in sicurezza.

Si tratta di un terreno di circa 7 ha. con retrostante casetta colonica siti a Cerignola, in contrada San Giovanni in Zezza, inserito tra i beni acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di Cerignola provenienti da atti di confisca alla criminalità organizzata. Il terreno, dunque, è concesso gratuitamente all’ATS nell’ambito del progetto denominato “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell’avviso della Regione Puglia “Cantieri innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano”, al fine di consentirne la valorizzazione così come previsto dalla legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Il bene sottratto alla mafia è intitolato a Michele Cianci, vittima innocente di mafia, ucciso a Cerignola il 2 dicembre del 1991 per essersi opposto ad un tentativo di furto nel suo negozio. Il nome del giovane commerciante, che all’epoca dei fatti aveva solo 43 anni, fa parte del lungo elenco delle vittime innocente di mafia.

La scelta di intitolare il bene confiscato alla mafia a Michele Cianci nasce dalla voglia e dalla necessità di fare memoria, di tenere vivo il suo sacrificio, di far conoscere la sua storia ed il suo nome alle nuove generazioni e a tutta la comunità locale. Il progetto, partito ufficialmente con la consegna del terreno, ha l’obiettivo di promuovere attività di agricoltura sociale ed inserimento lavorativo di persone in condizioni di fragilità sociale, contenitori sociali e culturali, luoghi per la generazione di emozioni ed idee. Una sfida ambiziosa, che si pone la finalità di contribuire a realizzare prodotti etici, di qualità e “liberati” dalla mafia nel pieno rispetto della filiera agroalimentare. A partire dalla coltivazione di uva ed olive da cui – prossimamente - sarà possibile produrre vino biologico e barattoli della “Bella di Cerignola”.

La mattina del 17 marzo c.a è avvenuta la consegna del bene da parte della Commissione Straordinaria del Comune all’ATS "Le terre di Peppino Di Vittorio"

E’ intitolato a Michele Cianci, vittima innocente di mafia, il terreno che la Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola ha consegnato questa mattina, nel corso di una cerimonia ufficiale, all’Associazione temporanea di scopo (ATS) denominata “Le terre di Peppino Di Vittorio” costituita dalle Cooperative Sociali Altereco di Cerignola, in qualità di ente capofila, e Medtraining di Foggia e dal Centro di Servizio al Volontariato di Foggia. Si tratta di un terreno di circa 7 ha. con retrostante casetta colonica siti a Cerignola, in contrada San Giovanni in Zezza, inserito tra i beni acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di Cerignola provenienti da atti di confisca alla criminalità organizzata. La cerimonia si è svolta alla presenza del Prefetto di Foggia, Raffaelle Grassi, e dei vertici provinciali delle forze dell’ordine.

Il terreno è concesso gratuitamente all’ATS nell’ambito del progetto denominato “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell'avviso della Regione Puglia “Cantieri innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano”, al fine di consentirne la valorizzazione così come previsto dalla legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Il progetto, che parte ufficialmente oggi con la consegna del terreno, ha quindi l’obiettivo di promuovere interventi per la realizzazione di idee imprenditoriali, creazione di spazi per il co-working, contenitori sociali e culturali, luoghi per la generazione di emozioni ed idee, attività di agricoltura sociale ed inserimento lavorativo di persone in condizioni di fragilità sociale.

Il progetto sottolinea anche l’importanza di affiancare alle attività di contrasto alla mafia politiche sociali e culturali: così il terreno di contrada San Giovanni in Zezza da segno della presenza della criminalità organizzata diventa un bene restituito alla collettività per la realizzazione di iniziative orientate all’inclusione sociale ed alle opportunità culturali. La scelta di intitolare il bene confiscato alla mafia a Michele Cianci nasce dalla voglia e dalla necessità di fare memoria, di tenere vivo il suo sacrificio, di far conoscere la sua storia ed il suo nome alle nuove generazioni e a tutta la comunità.

Michele Cianci era un commerciante di Cerignola. Aveva un negozio di armeria. Il pomeriggio del 2 dicembre del 1991 alcuni uomini entrarono nel suo negozio con l'obiettivo di rubare delle armi. L’uomo si oppose al tentativo di furto e partirono dei colpi di arma da fuoco che uccisero il giovane commerciante, che all’epoca dei fatti aveva solo 43 anni. Oggi il suo nome fa parte del lungo elenco delle vittime innocente di mafia. 

 

«L’operazione del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri questa mattina a Palermo, coordinata dalla competente Procura distrettuale antimafia, rappresenta un altro duro colpo a Cosa Nostra e alle sue attività estorsive e di infiltrazione della economia locale”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, evidenziando come dalle indagini emerga “il tentativo dei sodalizi mafiosi di approfittare della attuale difficile situazione economica per imporre il loro welfare di prossimità e rafforzare così il consenso sociale».

Per la cronaca la DDA di Palermo ha disposto il fermo di 16 persone accusate a vario titolo, nello specifico di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, danneggiamenti, minacce aggravate, detenzione abusiva di armi da fuoco.
Tra i vari capi di imputazione c’è che i boss fornivano di viveri, facendo la spesa durante il primo lockdown del 2020, ai poveri per poi accreditarsi la loro “benevolenza”.

«Il bisogno per le famiglie e la assenza di liquidità per le imprese in tempo di Covid-19 rappresentano l’occasione per le organizzazioni criminali per accreditarsi con la popolazione ed esercitare il potere mafioso - ha proseguito la titolare del Viminale. Per questo, la magistratura e le forze di polizia stanno svolgendo una attenta attività investigativa e di prevenzione anche grazie alla coraggiosa e preziosa collaborazione di imprenditori che denunciano le pressioni criminali, dimostrando forza e determinazione nel reagire in territori difficili. Lo Stato è sempre vicino alle forze economiche sane».

L'indagine, è stata coordinata dal Procuratore Francesco Lo Voi e dal Procuratore aggiunto Salvatore De Luca, con la conduzione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo. Il "mandamento" mafioso colpito è stato quello di Tommaso Natale, con espressa attenzione per le "famiglie" di Tommaso Natale, Partanna Mondello e ZEN - Pallavicino.

Tra gli indagati anche un boss storico del luogo, Giulio Caporrimo. Quest’ultimo uscito dal carcere, nel maggio del 2019, dopo diversi anni di detenzione, si è visto soppiantare da Francesco Palumeri, nuovo boss dopo la riorganizzazione mafiosa in seguito agli arresti disposti con l'inchiesta Cupola 2.0.
L’indagine ha anche appurato che Giuseppe Cusimano, boss palermitano, sarebbe stato colui che avrebbe garantito viveri alle famiglie indigenti del quartiere Zen, tentando di organizzare una distribuzione alimentare per i poveri durante il primo lockdown del 2020.

“Davanti a questa violenza mafiosa, una cosa è certa bisogna schierarsi per non lasciare sole le vittime di questa violenza, per non lasciare soli i rappresentati dello Stato, le forze dell'ordine, la magistratura impegnati quotidianamente in operazioni importanti ed efficaci.
Per non lasciare soli i cittadini.
Bisogna schierarsi come cittadinanza responsabile e valorizzare il lavoro di resistenza delle tante realtà di quel territorio che provano a costruire percorsi di bellezza e di cambiamento.
Bisogna schierarsi per chiamare il male per nome e non girarsi dall'altra parte, perché il male non è solo di chi lo commette ma anche di chi assiste senza fare nulla per contrastarlo.
Tutti insieme a Foggia perché serve coraggio di avere più coraggio da parte di tutti".

Fu questo l'appello di don Luigi Ciotti in occasione della mobilitazione #FoggiaLiberaFoggia dell'anno scorso.

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La Polizia di Stato di Foggia nell’anno 2023, nell’ambito della pianificazione e predisposizione di specifici servizi volti alla…
Dicembre 23, 2023 577

Fuochi d’artificio illegali e merce varia sequestrati a…

in Notizie Gargano by Redazione
Sono oltre 50.000 gli articoli natalizi pericolosi sequestrati, unitamente a circa 5.500 fuochi d’artificio, dai finanzieri della…
Dicembre 23, 2023 761

Rocambolesco inseguimento a Pesaro di un corriere della…

in Attualità by Redazione
fonte: NOCPress. Si ferma all’ALT della Polizia, fugge e dopo un rocambolesco inseguimento di circa 2 km si schianta contro…
Dicembre 22, 2023 592

"Gli Amici di San Pio" a Natale all'Angelo Blu, al fianco…

in Attualità by Redazione
Un abbraccio per trasferire calore ed emozioni anche se non si saprà mai cosa provocherà in chi lo riceverà… Natale è vicino, ma…
Dic 22, 2023 643

Tony di Corcia e il mito di Mina, le sue canzoni per dire la vita

in Attualità by Redazione
Mercoledì 27 dicembre, ore 18, nella Sala Fedora del Teatro U. Giordano di Foggia.…
Dic 22, 2023 548

“Spinnaker”, l’operazione contro l’attività illegale della pesca della Guardia…

in Notizie Gargano by Redazione
La Guardia Costiera conferma il proprio impegno - in dipendenza funzionale dal Ministero…
Dic 22, 2023 855

Vito Rubino, il triatleta che esalta il Gargano

in Attualità by a cura di Matteo Simone, Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia,…
Dic 22, 2023 684

Foggia. Al Gino Lisa stanziati 10 milioni di euro a sostegno del regime SIEG

in Politica by Redazione
Sull’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia la Regione Puglia moltiplica i suoi impegni,…
Dic 22, 2023 738

Foggia, concittadini emigrati che rientrano. Accolti da Italia del Meridione…

in Politica by Redazione
Le segreterie cittadine e provinciali di IdM, unitamente alla rappresentanza consiliare…
Dic 22, 2023 713

A Roseto Valfortore il Centro territoriale di prima accoglienza della fauna…

in Notizie Capitanata by Redazione
Con l’approvazione della convenzione tra la Regione Puglia e il comune di Roseto…
Dic 22, 2023 525

Viabilità Capitanata. Traffico alternato sulla SP5 al km 1+095 per lavori

in Notizie Capitanata by Redazione
Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza…
Dic 22, 2023 814

Da Caravaggio a José de Ribera. Monte urge di una Pinacoteca o un Museo d’Arte

in Cultura by a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia
La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la…
Dic 22, 2023 632

San Severo è Capitale Italiana della Gentilezza 2024

in Notizie Capitanata by Redazione
E’ avvenuto il 17 dicembre 2023 a Novara, in Piemonte, in maniera ufficiale, il passaggio…
Dic 22, 2023 640

Di che pasta siamo fatti? Dagli spaghetti ai fusilli l’Unione Italiana Food…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella…
Dic 22, 2023 711

Donatori sangue, la Regione Puglia firma convenzione con associazioni e…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha…
Dic 22, 2023 552

Puglia, Servizio Civile. Ammessi i progetti Anci per 446 giovani volontari…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del…

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