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Solo ieri, 04 agosto, il Viminale aveva ufficializzato i quattordici comuni dalla Capitanata chiamati al voto delle amministrative, in autunno a ottobre, e aveva compreso anche Foggia per l’inizio dei comizi, riservandosi di eliminarlo se avesse deciso di commissariarlo.

Oggi la sentenza, bella o brutta, è arrivata. Il Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose. Addio amministrative e addio comizi per chi assaporava già il vantaggio, definiamolo politico, contro chi sarebbe stato “sciolto”.

Purtroppo quella del 05 agosto 2021 diventa una data storica per Foggia, primo capoluogo di provincia pugliese sciolto per mafia, secondo solo a Reggio Calabria. Difatti il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, dott.ssa Luciana Lamorgese, in considerazione delle accertate forme di condizionamento dell’Amministrazione locale da parte di organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ha deliberato l’affidamento a una commissione straordinaria della gestione del Comune di Foggia, già sciolto in seguito alle dimissioni del Sindaco Franco Landella, già sottoposto, come scritto nelle carte della Procura di Foggia, a procedimento penale per tentata concussione e tangenti, assieme ad altri membri della Giunta e Consiglio, che hanno gettato un’onta irreversibile su tutta la comunità, peggio dello scioglimento. Tutta gente imputata, che subirà un processo e che, fino a prova contraria, per l'ordinamento giuridico vigente sono in attesa di giudizio, seppur abbiano già subito una prima detenzione per non inquinare prove assunte dagli inquirenti.

Prorogata di altri tre mesi, l’analisi della commissione d’accesso agli atti al Comune di Foggia, insediata il 9 marzo 2021, aveva dato segni di ulteriori prove a carico degli amministratori, costringendola ad approfondire dopo lo scandalo di “Affari in Comune”, dove ha visto coinvolte persone note della politica locale, imprenditori, facinorosi vicino la polita e mafiosi della “società” foggiana.

Questa volta l’art. 143 del TUEL - Testo Unico degli Enti Locali- ha sentenziato con prove, senza affidarsi alla presunzione come azione preventiva e non incontrovertibile. Un articolo che andrebbe rivisto in alcuni punti che condanna anche chi ha un forse. E ciò non giustizia. Ma sono argomentazioni di redazione, che da anni si batte per la revisione dell’articolo suddetto, che da ben ventuno anni ha sciolto comuni che poi si sono rivelati estranei alla mafia, facendo cadere l’onta della vergogna su persone e territori attanagliati dalla mafia ma non complici.

Al Comune rimarrà presumibilmente per altri diciotto mesi l’attuale Commissario Straordinario Prefettizio, dott. Marilisa Magno, coadiuvata dalla dott.ssa Rachele Grandolfo, dal dott. Sebastiano Giangrande e dal dott. Francesco Fasano. Un compito arduo che la vedrà protagonista contro chi oggi, anche nelle settimane scorse, gridava alla elezioni in nome della democrazia da ridare al popolo. Certo, il commissariamento interrompe un sacrosanto piedistallo della Costituzione Italiana, ma ne introduce un altro, quello della continuità amministrativa di un comune che non ha i requisiti per continuare in piena autonomia politica il suo mandato. In questo caso continuità anche legale, visti i precedenti e le correità latenti, spesso subdole, di una controparte politica che sapeva e non parlava, sennonché messa con le spalle al muro da un PM. La dice lunga questa storiella…che andrebbe ricordata alla prossime elezioni, sperando che certi politici politicanti non si presentino e se vi saranno abbiamo il ben servito della vergogna della non elezione. Ricordatevelo fra 18 mesi se non proprio 24; 12 sarebbero irrisori o per lo meno non a garanzia di tentare un recupero in un contesto mafioso che vede la “società” foggiana con le mani dappertutto, un po’ come la ‘ndrangheta.

Storiella che oggi vede miseri commenti di pochissimi politici foggiani che avrebbero preferito andare al voto, e di un assordante silenzio istituzionale, traccia indelebile che segna malamente la classe politica e imprenditoriale locale, alcuni a braccetto con la “società”.

Lo scioglimento, per la cronaca, fu proposto il 25 maggio 2021 dall’allora Prefetto di Foggia, dott. Raffaele Grassi, presentando al Viminale una relazione ben descritta e colma di fatti. Poi vi fu la proposta di prorogare gli accertamenti di altri tre mesi, che oggi hanno prodotto lo scioglimento. Nel frattempo al Comune subentrò il Commissario Magno, dopo la firma del Presidente Mattarella, il 03 giugno 2021, che sciolse il Comune per le dimissioni del Sindaco.

Ora rimane solo leggere la relazione dello scioglimento per argomentare nello specifico sulla decisione assunta dal Ministero dell’Interno. Sarà una lettura interessante, sperando in un fascicolo di media lunghezza, soprattutto per fornire risposte a chi oggi è rimasto in silenzio, a chi avrebbe voluto votare a ottobre, a chi continua a sostenere che a Foggia e nelle varie istituzioni non vi siano le mani lunghe tentacolari della mafia foggiana, a chi avrebbe dovuto parlare anzitempo ed è rimasto zitto facendo indirettamente proliferare la corruzione, a chi gli piace attendere le promesse fatue ventennali, a chi gode di privilegi senza averne diritto, a chi è mafioso.

Il prossimo settembre al Tribunale di Foggia ci celebrerà l'udienza preliminare per 44 imputati coinvolti a vario titolo per associazione mafiosa nel processo Decimazione bis.

Di seguito la nota stampa della Fondazione.

«L'azione di contrasto attuata dallo Stato nei confronti della criminalità continua incessantemente e senza sosta: fissata in tempi rapidissimi, a distanza di pochi mesi dall'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare, l'udienza preliminare del processo Decima Azione bis.

Il giorno 16 settembre si discuterà la richiesta di rinvio giudizio per 44 imputati per i reati di associazione mafìosa, associazione a delinquere, estorsione ed usura, tra cui figurano alcuni noti esponenti delle famiglie foggiane.

L'operazione Decima Azione bis mise in evidenza, tra l'altro, la spregiudicatezza e l'efferatezza della criminalità foggiana, in quanto tra le parti lese figurano soggetti che la Fondazione ha perseguito per il reato di usura e per il quale sono stati arrestati e condannati.

In altre parole nella panoramica delinquenziale locale, vi sono soggetti che alternano il ruolo di aguzzino a quello di vittima; o, se vogliamo, la criminalità non estorce denaro ai soli commercianti ed imprenditori, ma anche ai livelli intermedi della stessa criminalità.

Ed anche in questa circostanza, la Fondazione antiusura Buon Samaritano ha deliberato di costituirsi parte civile, a testimonianza della propria vicinanza alle vittime del più odioso dei reati, l'usura, e per l'affermazione dei principi di legalità e di giustizia».

Dal 3 al 6 agosto il clan di rover e scolte farà tappa sul bene confiscato alla mafia.

Un campo di formazione e lavoro per far respirare ai giovani scout “Il fresco profumo della libertà”, per far conoscere delle esperienze di contrasto al caporalato e per avvicinarli ai temi della valorizzazione e promozione del riutilizzo sociale dei beni confiscati e sequestrati alle mafie. Dal 3 al 6 agosto Terra Aut sarà scandita dal ritmo dei passi dei rover e delle scolte del clan "Frodo Baggins" del gruppo Galatone 1, della Zona Lecce Jonica, che parteciperà allo “Smart Camp” organizzato dalla cooperativa sociale Altereco in collaborazione con lo SPI CGIL di Foggia e la CGIL di Foggia. Si tratta di tredici ragazzi tra i 16 ed i 21 anni, oltre a cinque capi, che fanno parte dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) che hanno deciso di vivere la Route estiva affiancando alla strada anche un’esperienza di servizio. Gli scout arriveranno in provincia di Foggia il 31 luglio e dopo aver toccato le tappe di Monte Sant'Angelo, San Giovanni Rotondo e dintorni pianteranno le tende in contrada Scarafone, su Terra Aut.

I giovani scout, quindi, vivranno quattro giorni di lavoro e di formazione sui terreni gestiti da Altereco e sottratti ad uno dei boss più influenti della criminalità organizzata cerignolana, che oggi sono diventati avamposto di legalità, di economica sostenibile, di lavoro regolare, di sviluppo, di antimafia sociale. Il gruppo di rover e scolte sarà impegnato nel lavoro attraverso attività agricole o in incontri con testimoni impegnati in attività di antimafia sociale, di contrasto al caporalato e allo sfruttamento, di servizi di orientamento ed inclusione per i cittadini migranti. « ragazzi questo anno si sono cimentati sulla tematica del "caporalato", fenomeno che a Nardò è stato molto presente. Hanno avuto modo di approfondire la questione in vario modo: studiando norme, ascoltando testimonianze. Ancora, però, non ci siamo "sporcati le mani". Pensiamo sia opportuno conoscere il fenomeno attraverso un'esperienza sul campo, nel vero senso della parola» spiegano i capi del clan del Galatone 1.

L’obiettivo dello “Smart Camp”, dunque, è anche quello di sensibilizzare i più giovani sui temi dell’antimafia sociale, facendo comprendere l’importanza della legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, le attività, i progetti avviati, gli inserimenti lavorativi di persone in fragilità sociali resi possibili grazie all’agricoltura sociale che in questi anni ha coinvolto diversi migranti sottratti dal caporalato e dello sfruttamento. Gli scout, inoltre, si “sporcheranno le mani” partecipando alle attività del progetto “Il fresco profumo della libertà”, tra gli interventi selezionati nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione CON IL SUD insieme alla Fondazione Peppino Vismara. Il progetto promosso dalla Cooperativa Sociale Altereco – con un nutrito partenariato di enti pubblici e privati – prevede anche la realizzazione di un orto sociale, l’allestimento di una bottega solidale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio, tra cui l’allestimento di un B&B, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di sei persone in condizione di svantaggio.

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha presieduto al Viminale una riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali alla quale hanno partecipato il sottosegretario di Stato Ivan Scalfarotto, il Vice Capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale, Vittorio Rizzi, il prefetto di Napoli, Marco Valentini, il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, il sindaco di Reggio Calabria in rappresentanza dell’Anci, Giuseppe Falcomatà, il presidente della provincia di Cosenza in rappresentanza dell’ Upi, Francesco Iacucci, il presidente dell’associazione Avviso Pubblico, Roberto Montà, e i rappresentanti dei ministeri della Giustizia e dell’Istruzione.

“I dati sull’andamento del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali – ha detto la responsabile del Viminale - hanno fatto registrare nel primo semestre di quest’anno un incremento del 15,3% e per questo continuano a costituire un campanello di allarme che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare”.

“L’Osservatorio – ha aggiunto il ministro - ha ascoltato i prefetti di Napoli e di Catanzaro, con particolarmente riferimento all’esperienza dei rispettivi osservatori regionali, e presto, con la collaborazione dell’Anci e dell’ Upi, continuerà  il giro di audizioni anche coinvolgendo direttamente i sindaci e gli amministratori locali oggetto di atti intimidatori”.

L’estate è ormai iniziata ed i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, dati operativi alla mano, hanno già conseguito importanti risultati in termini repressivi in tutto il territorio della provincia dauna. L’impegno degli uomini dell’Arma non si esaurisce però soltanto in arresti, denunce, sequestri ed attività investigative in generale, ma è anche proiettato nel delicato settore delle misure di prevenzione, normativa che negli ultimi ha visto ancor più valorizzare tale strumento fondamentale per contenere e monitorare soggetti classificati socialmente pericolosi secondo i parametri del D.lgvo 159/2011 (c.d. Codice antimafia e delle misure di prevenzione).

Le articolazioni operative del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia ed in particolare le 7 Compagnie operanti su tutto il territorio della provincia hanno infatti nell’ultimo mese intensificato le attività di prevenzione a riguardo, proponendo all’Autorità di Pubblica Sicurezza diverse richieste di avvisi orali e di fogli di via obbligatorio. In particolare, dall’inizio dell’estate, sono stati ben 22 (ventidue) complessivamente gli avvisi orali richiesti ed ottenuti dai Reparti dell’Arma dei Carabinieri attraverso l’analitica attività di analisi informativa e di screening svolte sul territorio della Capitanata grazie soprattutto al fondamentale lavoro delle Stazioni Carabinieri, sensori privilegiati a stretto contatto con la cittadinanza. In prevalenza si tratta di uomini, sono italiani la maggior parte (ma anche stranieri di etnia marocchina ed albanese), la fascia d’età oscilla tra i 18 anni ed i 50 anni, molti dei quali senza un’occupazione stabile e quindi potenzialmente inclini a delinquere per conseguire profitti illeciti. Uno di loro, addirittura, nel frattempo è stato anche arrestato ed ha quindi ricevuto la notifica in carcere. I reati più comuni sono quelli contro il patrimonio, contro la persona ed in materia di sostanze stupefacenti, ma non solo. L’avviso orale è l’istituto giuridico che consente alle Forze di Polizia di qualificare giuridicamente i soggetti ritenuti socialmente pericolosi e verso i quali, una volta diffidati nel cambiare condotta all’interno del contesto sociale in cui vivono, poter eventualmente applicare misure di prevenzione più severe, come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con l’aggiunta della prescrizione qualificata dell’obbligo o del divieto di soggiorno, ancor più afflittiva, qualora si rendano appunto protagonisti di ulteriori episodi antisociali nonostante l’avvenuta sottoposizione ad avviso orale. A tutto ciò vanno poi aggiunti i numerosi fogli di via obbligatori richiesti sempre all’Autorità di P.S. ed applicati nei riguardi di soggetti che per pericolosità sociale e/o azioni criminali compiuti fuori dal proprio comune di residenza o di domicilio, vengono arrestati, denunciati o comunque individuati dalle Forze dell’Ordine in altri Comuni senza un giustificato motivo.

Per quanto riguarda infine le misure di prevenzione patrimoniali è invece il Nucleo Investigativo l’organismo del Comando Provinciale Carabinieri preposto per tale specifico ambito collegato soprattutto all’attività investigativa antimafia, come testimoniato appunto nelle recenti operazioni di polizia giudiziaria svolte in provincia a seguito di operazioni contro la criminalità organizzata.

Non si escludono a breve ulteriori importanti risposte in termini di misure di prevenzione da parte dei militari dell’Arma del Comando Provinciale di Foggia.  

Nota del gruppo regionale di Fratelli d'Italia Puglia. 

Auguri di buon lavoro al collega Renato Perrini, eletto stamattina presidente della commissione speciale antimafia della Regione Puglia. 
È un riconoscimento importante per noi di Fratelli d'Italia che da sempre riconosciamo il valore dello Stato e l'importanza delle azioni di contrasto ad ogni episodio delinquenziale, mafioso e contra legem. 
"Sono emozionato", ha dichiarato il neo presidente Renato Perrini, con i ringraziamenti ai colleghi commissari che hanno contribuito alla sua elezione a presidente di una delle più delicate Commissioni regionali, sia per i temi che affronta sia per l'impatto ed il riverbero sociale e culturale che ha in tutta la regione. Una nomina significativa ancor più perché avviene oggi, 20 luglio, all'indomani dell'anniversario della strage di via D'Amelio./comunicato

La Presidente Capone: “guardiamo al bene dei pugliesi, affermiamo il principio di legalità”.

In attuazione della Legge regionale n. 29 del 2016 il Consiglio regionale aggiunge un nuovo strumento per rendere ancora più concreto l’impegno della Puglia contro i fenomeni criminosi e per l’affermazione della cultura della legalità. 

Si è insediata stamattina la “commissione regionale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia”. La presidenza è affidata a Renato Perrini, eletti invece vicepresidente e segretario rispettivamente Debora Ciliento e Alessandro Leoci. 

L’obiettivo è contrastare l’infiltrazione criminosa nell’attività pubblica, anche attraverso la collaborazione con altre amministrazioni territoriali, istituzioni, organi della magistratura, forze dell’ordine e rappresentanze della società civile. 

“La fase storica che stiamo vivendo, - ha detto la Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone - caratterizzata dal contrasto a una pandemia mondiale, ha richiesto, e richiede, uno sforzo al quale non eravamo oggettivamente pronti. Ma il fronteggiare questa emergenza non può distoglierci dalla necessità di dare la giusta attenzione ai fenomeni, complessi e radicati, di criminalità organizzata di stampo mafioso. L’ultimo report della Direzione Investigativa Antimafia fotografa chiaramente la situazione della nostra regione e contemporaneamente ci pone davanti alle sfide che dobbiamo cogliere per contrastare e sradicare le mafie in Puglia”.

“Giovanni Falcone ce lo ha insegnato - ha aggiunto la Presidente - ‘segui i soldi e troverai la mafia’. E noi, a partire dalla relazione della DIA, dobbiamo osservare i movimenti di denaro e cogliere i cambiamenti delle mafie che sanno prosperare e trovare forme sempre nuove, soprattutto in tempi di emergenza.

Con questa consapevolezza bisogna quindi approcciarsi al lavoro di questa commissione, con un lavoro puntuale che sappia cogliere differenze e peculiarità.

Gli interessi in ballo sono tanti, e, anche se in misura diversa, risultano presenti in tutto il territorio. Parliamo di estorsioni, racket, usura, del traffico di sostanze stupefacenti e di armi, del contrabbando di prodotti petroliferi. Particolare attenzione dovrà essere data al carattere transnazionale di queste organizzazioni, capaci di tessere reti e relazioni al punto da mettere in campo dei veri e propri network, e alla capacità di inserirsi, attraverso il riciclaggio, nell’economia “sana”. Segnalazioni importanti arrivano dal comparto del gaming e da quello che viene definito “welfare mafioso di prossimità”. Il nostro è un campo d’azione ben limitato dai poteri che la legge conferisce all’Ente Regione, ma questa commissione riuscirà nell’intento di contribuire in maniera concreta alla lotta alle mafie facendo gioco di squadra tra i propri componenti e tessendo relazioni con chi fa antimafia ogni giorno. Mi riferisco agli apparati dello Stato come le forze di polizia, la magistratura, la DIA, che qui voglio ringraziare per la presenza costante e il lavoro puntuale; ma voglio citare anche le tante associazioni che giorno dopo giorno contrastano nelle comunità, con un lavoro culturale e sociale, le criminalità organizzate”. 

“Faccio i complimenti al Presidente, ai vicepresidenti e al segretario eletti - ha concluso - certa che sapranno fare un ottimo lavoro. Guardare al bene dei pugliesi, questo sarà il nostro compito. Lo dobbiamo alle vittime di mafia di questa terra, ai loro familiari. Lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti”.

Gruppo FI: “Auguri al neo presidente Perrini, sarà luogo di studio per proteggere il nostro tessuto economico e sociale”

Nota dei consiglieri regionali del Gruppo di Forza Italia Giandiego, Paride Mazzotta e Stefano Lacatena.
“Facciamo i migliori auguri di buon lavoro al collega Renato Perrini, eletto presidente della Commissione di studio e indagine sulla criminalità organizzata in Puglia. Siamo certi che saprà interpretare al meglio il compito di una Commissione estremamente importante per la nostra Regione. Sarà questo il luogo in cui studiare l’evoluzione delle strade intraprese dalla criminalità organizzata per annidarsi nel nostro tessuto sociale ed economico, minando la serenità dei cittadini e attentando al principio cardine della legalità. Ma non solo: l’approfondimento che faremo in questa sede istituzionale sarà fondamentale per proporre al Consiglio regionale dei provvedimenti idonei a contrastare il fenomeno e proteggere la nostra comunità dalle sue insidie. In questa direzione, daremo il nostro contributo al lavoro proficuo e importante che si svolgerà all’interno dell’organismo consiliare”.

Pagliaro: “Fronte comune contro la mafia e i suoi tentacoli nella società sana”.

Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de 'La Puglia Domani'.  
“Fare fronte comune contro i tentacoli mafiosi che s’infiltrano nella società e nell’economia sana della nostra terra. È l’obiettivo che deve vederci tutti impegnati, minoranza e maggioranza, nella Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata, insediata oggi in Consiglio. L’elezione unanime dei colleghi Perrini come presidente, Ciliento vicepresidente e Leoci segretario, è un segnale di compattezza che promette bene per l’impegno che ci attende, come sentinelle istituzionali contro gli assalti criminali in ogni forma. 
Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo’: queste parole del giudice Borsellino, ucciso 29 anni fa per mano della mafia, ci indicano il cammino. È dai giovani che bisogna partire, dalla loro educazione a contrastare la criminalità con forza, per poter coltivare una società sana e capace di dire no alle lusinghe del denaro facile. Più vicini a chi denuncia, più intransigenti con chi è connivente: questo è l’esempio da dare, per seminare fiducia nelle istituzioni e coraggio nel contrasto alle mafie.
Alla VII Commissione spetta un compito importante, che sono certo ci vedrà tutti impegnati”.

Caracciolo: "Buon lavoro alla commissione di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia".

"Il ruolo della Commissione di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia è fondamentale per conoscere e contrastare meglio tutti i fenomeni mafiosi, a tutti i componenti auguro un buon lavoro". Ad intervenire sul tema è il consigliere regionale e presidente del gruppo PD Filippo Caracciolo. 
"La Commissione insediatasi quest'oggi - spiega Caracciolo - ha eletto a maggioranza assoluta il consigliere Renato Perrini di Forza Italia nel ruolo di presidente e la consigliera Debora Ciliento nel ruolo di vice-presidente. A loro andrà l'importante ruolo di coordinamento delle attività di studio della commissione".
"La nomina di presidente e vice-presidente, frutto di una sinergia tra maggioranza ed opposizione, permetterà - conclude Caracciolo - la prosecuzione delle azioni di contrasto e prevenzione della mafia promosse su tutto il territorio regionale".

M5S: “Si proseguirà sul percorso tracciato nella scorsa legislatura per promuovere la legalità”.

Si è insediata oggi la Commissione regionale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia.
 “Una commissione - dichiarano i consiglieri regionali del M5S Grazia Di Bari e Marco Galante - che come Gruppo consiliare abbiamo fortemente voluto nel 2015 e che nella scorsa legislatura ha fatto un lavoro importante. Sono state fatte campagne di sensibilizzazione nelle scuole e audizioni di sindaci, Prefetti, associazioni in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, per analizzare i fenomeni mafiosi e mettere in campo iniziative per contrastarle. Continueremo su questa strada anche in questa legislatura, per promuovere la cultura della legalità. Facciamo i migliori auguri di buon lavoro al presidente Renato Perrini e alla vicepresidente Debora Ciliento, assicurando loro il massimo impegno per la Commissione”.
Gli auguri di buon lavoro al Presidente Renato Perrini e a tutta la Commissione sono arrivati in aula anche dall'ex presidente della Commissione Rosa Barone, che ha ricordato i risultati ottenuti. 
“Grazie al contributo di istituzioni e associazioni - ha dichiarato Barone - abbiamo dato vita al testo Unico per la Legalità e all’Osservatorio che oggi è nella fondazione Stefano Fumarulo. Ricordo con emozione l’audizione di Don Ciotti e siamo stati la prima sede istituzionale ad aver invitato il Capitano Ultimo per ascoltare la sua testimonianza per parlare di lotta alla criminalità organizzata. Nella penultima seduta del Consiglio è stato approvato lo schema di proposta di legge per sostenere gli imprenditori che denunciano estorsioni e usurai, un risultato importante che parte da quanto fatto a Roma dal Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità. Un provvedimento che prevede, per le imprese che denunciano, una corsia preferenziale negli appalti sotto soglia. Una proposta arrivata grazie al lavoro della presidente della Commissione lombarda Monica Forte, che è stata approvata dalla Puglia come prima regione italiana e sarà trasmessa ora a Camera e Senato. La Commissione ha valorizzato la funzione politica dell’inchiesta come strumento di conoscenza del fenomeno mafioso, analizzandone non solamente la dimensione criminale, ma anche quella politica, culturale e sociale. Faccio i miei migliori auguri di buon lavoro al Presidente Perrini e a tutta la Commissione e sono sicura che otterranno risultati importanti nel contrasto alla criminalità organizzata”.

 

Quasi fosse un'anteprima per una campagna elettorale che potrebbe partire l'indomani della decisione della commissione antimafia di accesso agli atti nel Comune di Foggia. I tempi sono ristretti, considerando che nella prima decade di agosto 2021 arriverà l'atteso esito sei nel Palazzo di Città vi sono state infiltrazioni mafiose o no. Giuseppe Mainiero, ex Consigliere comunale nella prima consiliatura Landella, da sempre contrario allo scioglimento per non interrompere il processo democratico elettivo e perciò della scelta da parte dei cittadini dei propri rappresentanti, non va per le lunghe e attraverso una "Lettera Aperta" ai foggiani fa conoscere il suo punto di vista.

Nota stampa di Giuseppe Mainiero.

«Foggia andrà o non andrà alle urne in autunno? Mi sembra che da settimane sia questa la domanda che soprattutto la politica si sta ponendo. Quasi come se le elezioni fossero un incidente, un impiccio, un problema di cui sarebbe meglio fare a meno.

Io, come ho già avuto modo di spiegare, la penso esattamente al contrario. E non perché sia convinto che non vi siano motivi sufficienti affinché il Consiglio comunale sia sciolto per infiltrazioni mafiose, sebbene questa sarà una macchia che resterà a lungo incollata alla Città e alla nostra Comunità. Io sono estremamente convinto che ci siano tutte le condizioni per procedere allo scioglimento. L'ho detto e denunciato a voce alta, mettendoci sempre la faccia, dai banchi dell'Aula, sui quali ho per davvero svolto funzione di opposizione al governo Landella e al sistema di potere che ruotava attorno a quell'Amministrazione comunale.

L'ho fatto pagando il prezzo dell'isolamento politico nel centrodestra, costretto ad abbandonare il partito che avevo contribuito a fondare, perché il suo incondizionato sostegno al fortunatamente ex sindaco - voluto e pianificato dal vertici provinciali e regionali - e l'ingresso di personaggi di dubbia moralità lo avevano reso incompatibile con la mia idea di buona politica, di legalità e con i valori con cui sono cresciuto e ai quali ho conformato la mia vita privata e ogni mio ruolo pubblico. 

Spero quindi, e lo ribadisco a scanso di equivoci, che il Consiglio dei Ministri, e successivamente il Presidente della Repubblica, provvedano a decretare lo scioglimento del Consiglio comunale. La politica e chi ha a cuore il futuro di Foggia, però, hanno il dovere di non sovrapporre e incrociare questo atto al momento elettorale.

Se il decreto di scioglimento non sarà firmato da Sergio Mattarella prima della proclamazione dei comizi elettorali, i Foggiani andranno alle urne. Senza sé e senza ma. È questo che dicono le norme.

Ma mi sembra che da più parti si solleciti la “Commissione di accesso agli atti” a far presto, il più in fretta possibile affinché questo decreto di scioglimento per mafia della Città di Foggia avvenga prima della proclamazione dei comizi elettorali, impedendo così che a Foggia si tengano le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale.

Proprio perché sostengo la necessità dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, qualora le risultanze della Commissione le confermino, considero fondamentale tenere le elezioni. Non è una contraddizione.

Scioglimento ed elezioni sono due facce della stessa medaglia. Occorre votare subito perché è adesso che la Comunità deve fare pulizia di un personale politico incapace, squalificato, delegittimato e finito nelle inchieste della Magistratura. È adesso che i Foggiani devono mettere nell'angolo quell'opaco sistema di interessi che ha soffocato per almeno due decenni lo sviluppo della Città.

È adesso che la svolta deve essere compiuta. La Commissione concluda il suo mandato nei termini per i quali ha chiesto, ed ottenuto, la proroga, in relazione alla necessità, presuppongo, di un accertamento puntuale e non sommario. L’autoscioglimento del Consiglio Comunale in seguito alle dimissioni dell’ex sindaco ha di fatto rimosso quell’area di permeabilità rappresentata dal “personale politico” che lo favoriva.

 Tifare per un commissariamento di due anni, cela evidentemente la speranza che tutto finisca nel dimenticatoio, che la memoria della Città si dimostri corta (come già avvenuto in altre occasioni), che i bacini elettorali di dubbia provenienza collochino i loro "pacchetti" di voti "mimetizzandosi" su nuovi e magari sconosciuti candidati che alla prova delle preferenze risulteranno campioni. È già accaduto.

Bisogna votare subito per impedire che questo accada. Bisogna votare adesso per impedire a questi ambienti, oggi in ginocchio, di riorganizzarsi. Bisogna votare perché il voto è l'unico strumento per fare pulizia e rendere giustizia allo straordinario lavoro condotto dalla "Squadra Stato". Un Commissariamento lungo due anni decreterebbe definitivamente la morte civile della nostra Città. Foggia non lo merita.

Io farò quello che credo sia giusto fare: essere in prima linea, senza paura. Il 29 luglio, alle 18.30 presso il Mirange Village in Via Camporeale, parlerò dell'esigenza di cambiare verso, della necessità di impegnarci insieme, qui ed ora. Senza aspettare.

Resto a Foggia costruire una politica pulita e dimostrare con l'impegno di ciascuno di noi che è possibile sconfiggere tutto ciò che ha ridotto Foggia nelle macerie amministrative, etiche e morali in cui è sprofondata.

Senza capitani o uomini soli al comando. Questa volta serve una squadra larga di uomini e donne disposti a candidarsi, a comporre le liste di una coalizione di rinnovamento e pulizia.

Non ho mai avuto timore di combattere battaglie ideali per pura coerenza, senza possibilità di vittoria. Ma oggi c'è bisogno di vincere, non solo di affermare una presenza o una testimonianza.

Foggia ha bisogno di voltare pagina azzerando tutto.

Se non ora, quando?»

Il festival di “Libero cinema in libera terra”, promosso da Cinemovel Foundation e Libera, torna a viaggiare dal Nord al Sud dell’Italia con una formula mista, capace di tenere insieme dimensione analogica e digitale, per portare ancora una volta sotto i riflettori la lotta alle mafie e alla corruzione.

L’INIZIATIVA È COMPLETAMENTE GRATUITA.

Un’azione di contrasto ai fenomeni di illegalità declinata nella costruzione di un rinnovato umanesimo fondato sull’affermazione dei diritti universali, umani, sociali e ambientali. La crisi sanitaria, economica, sociale e culturale provocata dalla pandemia si è infatti trasformata per le organizzazioni mafiose e criminali in una nuova occasione di arricchimento, grazie all’ingente disponibilità finanziaria derivante dai traffici illegali.

Una delle tappe della Carovana sarà anche per quest’anno Cerignola presso il Laboratorio di Legalità “Francesco Marcone”, bene confiscato alla mafia e gestito dal 2010 dalla Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto”, per una due giorni all’insegna dell’arte, del cinema, della bellezza e dell’antimafia: il 19 luglio andrà in scena “Mafia Liquida”, performance tra cinema e lavagna luminosa a cura di Vito Baroncini; il 20 luglio sarà la volta della proiezione del documentario di Marco Ferrari dal titolo “La Bufera.  Cronache di ordinaria corruzione”.

«Il Festival di Libero Cinema è nato per portare l’esperienza culturale alle persone come strumento di lettura della società in cui viviamo e continua a farlo, tenendo insieme dimensione virtuale e reale, mettendo un piede in quel grande spazio che viene definito dell’Onlife» racconta Elisabetta Antognoni, presidente di Cinemovel. «Nella scorsa edizione abbiamo sperimentato nuove modalità tra reale e virtuale, per condividere film, dibattiti, eventi culturali internazionali che hanno dato risultati molto positivi con oltre 60.000 spettatori e 100.000 visualizzazioni delle pagine del Festival. Quest’anno tutti gli appuntamenti del Festival, ad eccezione di quello di Ferrara ad ottobre, saranno disponibili sulla piattaforma di Mymovies, nostro insostituibile partner».

«È la cultura che dà la sveglia alle coscienze. Noi abbiamo la responsabilità della cultura e la cultura è responsabilità», ricorda Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. «Quando si parla di cinema è fondamentale non dimenticare queste parole: “conoscenza”, “consapevolezza” e “corresponsabilità”. Dobbiamo metterci in gioco come cittadini veri e responsabili perché il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi».

«Quello con Cinemovel  è ormai un appuntamento fisso – afferma Pietro Fragasso, presidente della Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto” – che scandisce il tempo di un impegno che dura da anni su questo territorio  e che ci da finalmente la possibilità di ritornare a vivere eventi in presenza tutti insieme, condividendo una socialità sempre sicura e quanto mai necessaria. Abbiamo bisogno di riprendere a confrontarci a dialogare per mettere al centro la comunità, i beni comuni soprattutto dopo quanto accaduto, dopo aver visto le mafie arrivare a governare la nostra città, entrando direttamente nella cosa pubblica. E’ per questo che il festival “Libero cinema in Libera Terra” diventa una grande opportunità. E non possiamo che ringraziare Cinemovel per aver scelto di essere ancora con noi. Quest’anno inoltre abbiamo una felice e importantissima congiuntura: quella di essere prossimi ad avviare, dopo una totale ristrutturazione del bene confiscato, il nostro laboratorio di trasformazione, nato grazie a Fondazione con il Sud con l’obiettivo di promuovere una filiera equa e solidale del pomodoro . Saremo quindi felici di

poterlo mostrare in anteprima a  coloro che parteciperanno agli appuntamenti del 19 e del 20».

L’iniziativa si colloca all’interno del Progetto “La gente non è suolo ma semente”, promosso dalla Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto” e finanziato dalla Regione Puglia all’interno del Bando “Bellezza e Legalità per una Puglia libera dalle mafie”.

Il progetto coinvolge circa 50 ragazzi dai 13 ai 18 anni impegnati in vari laboratori artistici a sperimentare la bellezza come strumento di liberazione dall’oppressione mafiosa.

Sono partner dell’iniziativa, oltre Cinemovel Foundation, l’IC “Battisti-Don Bosco”, Escoop Cooperativa Sociale Europea, la Fondazione dei Monti Uniti, la Piccola Compagnia Impertinente, Ferula Film, l’Aps L’albero dei Fichi.

Per info e prenotazioni:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nota di Matteo Notarangelo, che ritorna sul tema di legalità e mafia che da tempo è strumento più politico che di cronaca, rivendicando la lontananza da certe affermazioni al servizio di facili reportage e comunicati ogni qual volta Monte Sant’Angelo è tirata in ballo. È tempo di cultura, quella della legalità, che è diversa da quella politica da prime pagine e consensi.

«Da troppo tempo, la mia gente porta lo stigma di brigante, di delinquente e di mafioso.

A chi fa comodo segnare un pezzo di popolo con questi termini?

Perché si accetta di essere marchiati a fuoco e una rozza classe politica legittima l'antico gioco sociale?

Bravi Scionti, Seccia e Laronga per aver narrato il mondo della criminalità, ma adesso serve la ricerca dell'Università per far conoscere le dinamiche politiche, economiche, sociali, psicologiche, antropologiche e storiche di un fenomeno di dominio politico delle classi dirigenti, che persiste».

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Si ringrazia il quotidiano l'Attacco e la collega giornalista Tommi Guerrieri per il video

Finalmente in presenza e con una nutrita partecipazione di ragazze, ragazzi e Genitori, ha avuto luogo il primo appuntamento del Progetto “La gente non è suolo ma semente”, svoltosi presso il CERCAT, nel quartiere “Torricelli” a Cerignola.

Finanziato dalla Regione Puglia all’interno del Bando “Bellezza e Legalità per un Puglia libera dalle mafie”, l’iniziativa si pone l’obiettivo di promuovere un modello di antimafia sociale che poggi la sua azione sull’esperienza artistica come leva maieutica e di espressione del sé, in grado di generare bellezza e quindi cambiamento.

“Non è un caso che si parta da questo luogo e da questo quartiere – afferma Pietro Fragasso, coordinatore dell’attività - Per attivare modelli di cambiamento reale, non basta organizzare convegni e seminari, che sono certamente importanti; bisogna tornare a star e tra la gente, confrontarsi, mescolarsi alla vita delle persone, alle loro difficoltà, ai loro limiti.

Ma occorre farlo umilmente, sapendo che davanti a noi non c’è “un suolo” da coltivare a piacimento, ma “una semente” c he chiede di rompere le proprie barriere e vivere la propria vita, con dignità e speranza”.

Nel verso di Danilo Dolci, che ispira il titolo del progetto, vi è anche la visione operativa che lo caratterizzerà: “Attraverso l’arte chiediamo a trenta ragazze e ragazzi di sperimentarsi, confrontarsi col proprio mondo interiore per provare a combattere le distorsioni che minano la nostra visione delle cose e che nel nostro territorio molto hanno a che fare con il pensiero e la cultura mafiosa”.

A guidare i vari laboratori per i prossimi dodici mesi saranno artisti, del territorio e non, che hanno fatto della propria attività una co stante azione pedagogica e catartica: Michela Casiere (scenografa), Lorenzo Tomacelli (illustratore), Elisabetta Sbiroli (marionettista e illustratrice), Filippo Toscani (Street Artist), Pierluigi Bevilacqua (regista e attore), Marian na Longo (libraia) e Giuseppe Valentino (regista) guideranno i partecipanti all’interno dei molteplici e variegati mondi dell’arte.

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