Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Notice: Undefined property: stdClass::$imageXLarge in /web/htdocs/www.newsgargano.com/home/modules/mod_vina_camera_slider_k2/tmpl/default.php on line 45

Terza e ultima parte dell’ampio reportage di Archeorepoter sugli scavi di Siponto. Dopo la prima puntata sugli scavi di Sipontum con le importanti testimonianze della città romana e poi medievale, dove è stata evidenziata la presenza di una chiesa e di un cimitero all'interno dell'area dell'edificio e poi quelle sulle grandi mura della cerchia romana, con le mura urbiche, dalla fondazione della colonia, fino agli ultimi momenti di vita della grande città sotto gli Svevi, questo diamante di storia parla del quartiere dell'antico porto, nei pressi di una linea di costa che è arretrata di alcune centinaia di metri dalla tarda antichità e dal medioevo. Si trattava in realtà di uno scalo endolagunare, quindi non direttamente sul mare, come testimoniano anche alcune aree umide di cui in zona esistono ancora preziose tracce. Il porto aveva assunto in tarda età imperiale, e anche nel primo medioevo, un'importanza notevole come centro principale di esportazione del grano del Tavoliere, con contatti continui con il Mediterraneo orientale e le coste dell'Africa. 

{youtube}CL9egihaxRE?si=Q-ecBKkIpUc5cpqy{/youtube}

Gli scavi archeologici di Siponto sono condotti dalle Università di Bari e di Foggia, con la direzione di Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba), su concessione del Ministero della Cultura (DD DG-ABAP 872-873/2021), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, la Direzione Regionale Musei Puglia e il Parco Archeologico di Siponto.

 

Siponto archeologica Veduta aerea area scavi foto UniFg Uniba

 

Rientra nel Progetto: CHANGES - Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society - Project code: PE0000020 CUP: H53C22000860006 Fondazione CHANGES, presso Sapienza Università di Roma, Presidente: prof. Marco Mancini.

Spoke 1. Historical landscapes, traditions and cultural identities.

Spoke leader Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Coordinatore scientifico: Prof. Giuliano Volpe.

Il 29 Novembre prossimo, presso l’Auditorium del Liceo Scientifico G. Marconi di Foggia, si terrà il primo incontro del Festival della Filosofia, attività organizzata dal Dipartimento di Scienze Storico Filosofiche in preparazione al XXV Congresso Mondiale, che si svolgerà a Roma nel 2024.

Ad aprire il programma, che prevede altri tre incontri tematici, cui prenderanno parte ospiti di spicco nel panorama culturale foggiano e nazionale, sarà un evento dal titolo Le Città Invisibili. Il tema trae il suo spunto dal nome di un libro pubblicato nel 2022 dalla professoressa Antonietta Pistone, direttore del dipartimento di Filosofia e Storia del Marconi. Ad introdurre la giornata sarà la dirigente, professoressa Piera Fattibene, che porgerà ai presenti i saluti di rito. L’incontro sarà moderato dalla professoressa Daniela Vivoli, docente di Filosofia e Storia del liceo, la quale presenterà il libro e avvierà le successive attività di laboratorio, che costituiranno una riflessione sul tema della città. Sarà presente l’autrice, per rispondere alle domande del pubblico.

Altri eventi in programma nel calendario del Festival della Filosofia, e che vedranno direttamente interessati anche ex alunni del nostro liceo scientifico, nelle persone di Francesco Nappi e Lorenzo Sepalone, sono l’incontro con i giovani dell’Associazione I Ragazzi di Via D’Amelio, previsto a dicembre 2023; e la proiezione del film documento di Lorenzo Sepalone, Il Cognome che ho scelto, sul tragico evento che ha visto coinvolto Alfredo Traiano, vittima di femminicidio a Foggia, previsto nel mese di gennaio 2024. A chiudere il calendario degli eventi, ci sarà la presentazione del testo I Complotti della Mente di Antonello Bellomo, direttore della cattedra di psichiatria di Unifg e docente di Storia della Medicina presso lo stesso ateneo cittadino, e Felice Lisanti, medico psichiatra, sui complottismi nella storia, calendarizzato nel mese di febbraio 2024.

“Tutte le città europee che aderiscono alla Via Francigena si incontreranno a Monte Sant’Angelo nell’ottobre 2024” - ha annunciato il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo. È stato stabilito nei giorni scorsi in occasione dell’assemblea tenutasi a Pavia.

Si terrà a Monte Sant’Angelo l’assemblea generale di AEVF (Associazione Europea Via Francigena) a 30 anni dal riconoscimento della Via Francigena quale Itinerario culturale del Consiglio d’Europa e quella immediatamente precedente all’apertura del Giubileo 2025.

“Un’assemblea generale nell’anno in cui saremo Capitale della cultura di Puglia con il progetto Un Monte in cammino e che seguirà a quella della rete europea della Via Micaelica che si incontrerà qui a maggio” - aggiunge d’Arienzo - “Spiritualità, cammini, cultura: assi strategici su cui abbiamo lavorato tanto e siamo orgogliosi di essere riusciti a rendere Monte Sant’Angelo protagonista non solo a livello regionale ma anche nazionale e sempre più internazionale”

Un grande intervento di impatto culturale per Foggia è stato comunicato, la mattina di ieri 31 ottobre 2023, dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dal Vicepresidente e Assessore alle Infrastrutture, Raffaele Piemontese: si tratta del finanziamento di 6 milioni di euro selezionato dalla Regione Puglia per far tornare in vita uno dei contenitori culturali più importanti della Città di Foggia, l’Anfiteatro Mediterraneo.

Un anfiteatro di 6.500 metri quadrati complessivi, diventato negli anni un elemento di degrado urbano.

Non solo finanziamo un intervento forte di una progettazione già esecutiva, elaborata grazie a fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha sottolineato Piemontese – ma diamo una spinta importante al rilancio degli investimenti sulla cultura che, durante i due anni e mezzo di commissariamento per mafia, sono stati da tutti individuati quale fattore indispensabile per fare lievitare l’antimafia sociale”.

Abbiano la straordinaria occasione di restituire alla città un presidio culturale di grande importanza, un simbolo di rinascita come quella di cui Foggia ha bisogno poiché la cultura rappresenta l’antidoto più importante contro il degrado e contro le mafie”, è il commento del consiglieri comunali eletti nella lista del PD, Alice Amatore, Lia Azzarone, Mario Cagiano, Pasquale Dell'Aquila, Francesco De Vito e Davide Emanuele, che aggiungono: “Foggia insieme alla sindaca Maria Aida Episcopo e a tutto il Campo Largo Progressista riparte dalla cultura per rilanciare l’immagine di una Città importante della Puglia e del Sud affinché possa presto tornare ad essere protagonista della scena regionale e nazionale”.

Camminare circondati dal suggestivo paesaggio degli olivi, che in ogni parte d’Italia vestono le le colline,  è l’esperienza unica e inedita della Giornata nazionale della Camminata tra gli Olivi,  un’iniziativa promossa domenica 29 ottobre 2023 dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio in 161 città, tra cui Serracapriola.

La Camminata tra gli Olivi è un’occasione per ristabilire un legame tra i cittadini e la propria terra, un modo per far conoscere il paesaggio di una grande civiltà millenaria e per far scoprire ai tanti appassionati della cultura enogastronomica del nostro Paese i territori di origine del prodotto attraverso gli alberi di olivo e gli uomini che lo custodiscono. In tutta la penisola l’ambiente rurale che contraddistingue la coltivazione dell’olivo ha caratteristiche comuni ma al contempo diverse a seconda della regione di appartenenza; l’iniziativa è quindi anche un modo attuale di promuovere il turismo dell’olio puntando sul patrimonio indissolubile dei nostri territori, un valore che dovrà costituire ricchezza per le future generazioni.

È la settima edizione dell’evento organizzato dalla Pro loco turistica di Serracapriola in collaborazione con l’amministrazione comunale e dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio. Un tour guidato alla conoscenza dell'olio, dell'oliva e degli oliveti di questo splendido borgo ai confini con il Molise, dove storia e tradizione si fondono in un unico percorso culturale. La Camminata tra gli Olivi partirà alle ore 9.30 dal centro storico (raduno in piazza Castello) fino a raggiungere l’oliveto prescelto sul Tratturo Magno (tragitto facile, lungo circa 3 km). Il percorso si basa su uno degli obiettivi della Pro loco che è la valorizzazione e la promozione del territorio: quest’anno si è scelto di percorrere un antico sentiero (a sciuvèlèrèll) che si percorreva un tempo per raggiungere gli oliveti ai piedi della collina di Serracapriola.

Tappa per il brindisi di benvenuto, presso la Doganella - Passo San Giacomo, un sito storico che ci ricollega al rito della transumanza, per poi restare sul Tratturo Regio, fino a raggiungere l’oliveto denominato ù trèttur e degustare l’olio nuovo. Nell’oliveto la musica di Elpy sax farà da cornice alla giornata (si consiglia abbigliamento comodo).

Patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, della Lilt e della rivista eno-gastronomica LIKE che “racconterà” l’evento in qualità di media partner. Nelle precedenti edizioni, la “Camminata” ha riscosso un enorme successo per la grande partecipazione di turisti, residenti e soprattutto di intere famiglie.  Si va, infatti, alla scoperta di un patrimonio verde nel cuore del Parco Nazionale del Gargano che rappresenta anche l’identità culturale della nostra terra, per  condurre i partecipanti alla scoperta di piante spesso secolari, che hanno contribuito a costruire la storia del paesaggio e delle comunità.

Quest’anno grazie alla preziosa collaborazione con LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e FIF (Fondazione Italiana Fegato), il tema della Camminata è “Olio Evo & Salute”. L’obiettivo è quello di promuovere nei partecipanti la consapevolezza delle proprietà salutistiche dell’olio EVO, alleato intramontabile e imbattibile della salute, sottolineandone le proprietà benefiche, promuovendone un consumo giornaliero corretto per uno stile di vita sano ed una dieta equilibrata.

Info e prenotazioni (obbligatorie): Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Nell’anno stesso in cui Raffaele Vittorio Cassitto, agronomo viestano dalle origini aristocratiche risalenti ai conti Ortenburg d’oltralpe, pubblicava una monografia sui lambascioni [1], consegnava alle stampe un testo riguardante un prezioso frutto spontaneo che caratterizzava sin dai tempi antichi, nei mesi estivi, il paesaggio del Tavoliere e del Gargano: il cappero[2].

Era il 1925 e la ricerca di Cassitto sui capperi, originari dell’Arabia e dell’Africa del nord e perfettamente adattati al clima arido del Tavoliere e al terreno calcareo del Gargano, conserva oggi più che mai un peculiare interesse persino a livello linguistico: i frutticini del cappero, commercialmente denominati «pecchette di capperi o zucchette di capperi», a Vieste erano chiamati «cavadducci», a Rodi e a Ischitella «cucuccioli», nel foggiano «truoli»[3].

La descrizione della presenza del cappero nell’arido e assolato Tavoliere del primo Novecento rappresenta una mirabile pagina  di storia che ci riconsegna non solo il paesaggio in parte mutato della pianura dauna, ma anche il profondo senso di isolamento e di abbandono vissuto per secoli da uomini che osavano sfidare durante l’estate, costretti da misere condizioni di sopravvivenza, il caldo torrido e le stagnanti aree malariche descritte da viaggiatori eccellenti quali Giuseppe Maria Galanti[4] e Francesco Longano[5]: «Nell’estate quando tutto è arso dalla siccita e dal sole cocente, e quando la larga campagna del Tavoliere di Puglia appare tutta deserta e desolata, solo il cappero verdeggia, quale ornamento, come sollievo e speranza agli sperduti nella campagna»[6].

Secondo l’autore viestano il cappero era diffusissimo nei terreni incolti del Tavoliere, in particolare nelle contrade «Fontanarosa, Incoronata, nelle tenute di Postapiana e Vaccarella, nelle mezzane, Filiasi e Giuliani […]». Nel Gargano la pianta cresceva spontaneamente nelle aree rupestri marittime, nei dirupi, nei burroni, nei crepacci di Monte S. Angelo e Mattinata, oltre che «nel sottobosco e nei pascoli cespugliosi, volgarmente chiamati parchi, di Vieste, Peschici e Vico». Nelle isole Tremiti, il cappero era presente soprattutto sull’isoletta «Capparaia», nome derivante dalla «straordinaria abbondanza della Capparis Rupestris», che rivestiva tutta l’isoletta di un «caratteristico manto verdeggiante nell’azzurro mare Adriatico»[7].

Passando ai dati sulla raccolta dei boccioli fiorali e dei frutticini della pianta del cappero, Cassitto annotava la discrepanza tra la modesta raccolta e la larga quantità disponibile in natura, nonostante la richiesta commerciale fosse cresciuta con prezzi ampiamente remunerativi. In particolare nel Gargano, ad eccezione di Vieste, Mattinata e Peschici, la raccolta dei capperi era limitata a soddisfare la richiesta delle famiglie benestanti, per il resto la produzione spontanea di boccioli e frutticini andava persa. La raccolta in tutto il Gargano raggiungeva mediamente i 30-40 quintali l’anno a fronte di una disponibilità di circa 200 quintali, mentre nella sola Foggia superava i 200 quintali grazie all’opera dei «terrazzani» che vivevano raggruppati nel quartiere «Le Croci» e che, uscendo di prima mattina con l’intera famiglia e vagando per le campagne, riuscivano a raccogliere «dai 2 ai 3 ottavi[8] di tomolo di capperi» vendendoli nel Dopoguerra a «dieci lire l’ottavo, guadagnando così dalle 25 alle 30 lire al giorno»[9].

L’agronomo garganico stimava in almeno mille quintali la produzione di capperi che non veniva raccolta in tutta la Capitanata, corrispondente a una perdita di ricchezza di ben un milione di lire: «Col lasciare in abbandono questi prodotti spontanei, non è la sola materia prima che si perde, non è il solo denaro che non si guadagna, ma è tutto un movimento economico che non si ha. Quanto lavoro non va perduto? Quanta mano d’opera non resta improduttiva? Eppure la raccolta dei capperi, dei funghi, dei lampasciuoli, delle ciammaruchelle[10], degli asparagi ecc., fatta dappertutto darebbe lavoro e pane a centinaia di famiglie per alcuni mesi dell’anno, e proprio quando minore è il bisogno di lavoro in campagna»[11].

Particolarmente interessanti risultano le notizie di Cassitto circa il commercio dei capperi nel capoluogo Foggia, che veniva gestito dai noti fratelli Orlando e da Mario Casalanguida, mentre fino a pochi anni prima se ne erano occupati De Angelis e Rabaglietta, il quale spediva i capperi alla Cirio con sede a San Giovanni a Teduccio, oltre che a Trieste e in Austria. La produzione di capperi di Foggia e del Tavoliere veniva spedita a Bari e negli Abruzzi, tuttavia era Cosimo Farina di Ostuni a risultare il maggior incettatore di capperi in Puglia e a comprarne anche oltre il 50%. Anche i capperi del Gargano prendevano la via di Bari e degli Abruzzi, pur avendo avuto un passato di commercializzazione con i mercati della Dalmazia[12].

Oltre ad essere apprezzati ai fini alimentari, i capperi avevano proprietà terapeutiche che Cassitto faceva risalire a remoti tempi storici: «In Africa si usa la radice come dentifricio, e da noi i teneri getti, perché ritenuti diuretici. In commercio, si trova la corteccia dei rami del cappero, utilizzata a scopo terapeutici, e la si trova sottoforma di frammenti irregolari di colore grigio cenere, di sapore amaro, di odore nullo»[13].

Data la forte richiesta inevasa di capperi dall’estero, Cassitto invitava i contadini a coltivarli, essendo un’attività redditizia che non destava particolari esigenze dal punto di vista colturale. L’autore indicava anche i metodi e i tempi della propagazione delle piantine: «La moltiplicazione avviene per talee, in primavera, o per polloni radicati, in autunno. Talee e polloni si tolgono dalle piante madri e si trapiantano alla distanza di uno o due metri, l’una dall’altra. Nello stesso anno si ha qualche frutto, ma al secondo anno, la novella pianta è in piena produzione. Da dieci a vent’anni si ha il massimo prodotto, perché la pianta ha lunga vita»[14].

Cassitto aveva spedito nell’aprile del 1931 alcuni suoi testi all’ingegnere Giuseppe Lucifero, barone di Milazzo, ex «direttore delle Officine del Gas, Luce ed Energia Elettrica di Bari, al servizio della Tuscan Gas Company Limited di Londra»[15], il quale si deliziava a coltivare capperi sul promontorio di Milazzo.

Grazie a una fortunata coincidenza lo scrivente è entrato in possesso di una lettera di ringraziamento dell’ingegnere siciliano all’autore viestano dalla quale scopriamo che Cassitto svolgeva la professione di docente di Agraria a Foggia[16]. Una lettera, rinvenuta nel blog di Massimo Tricamo[17], che si riporta integralmente poiché da essa si traggono informazioni preziose non solo sulla coltivazione del cappero in Sicilia, ma anche sulla raccolta di lambascioni e lumache (ciammaruchelle) che l’ingegner Lucifero riteneva del tutto ignorate nella sua provincia: «Bari, 25 aprile 1931. Ill.mo Dottor Raffaele Cassitto, professore di Agraria nel R. Istituto Tecnico di Foggia. Egregio Signor Professore, ho ricevuto la gradita e gentile sua lettera del 22 corrente con le sue dotte monografie. La ringrazio infinitamente. Ho letto avidamente il suo lavoro sui capperi e molto ho appreso: io mi occupo di questa coltivazione perché in una mia proprietà sita all’estrema punta del Promontorio di Milazzo (Sicilia) il cappero nasce spontaneo e ne fa una raccolta di circa due quintali annuali. Essendo la qualità molto pregiata mi è sorta l’idea di farne una coltivazione in tutti quei punti costieri in cui il terreno non è adatto alla coltura arborea. So che nelle Isole Eolie il cappero è coltivato in chiudende in prossimità della spiaggia ed il prodotto è facilmente esportabile; in questo scorso autunno ho voluto tentare una prova ed ho costituito un piccolo vivaio di 500 piante, seguendo le indicazioni del dottor S. Trentin racchiuse nel suo libro sul tema, non conosco però il risultato, i coloni affermano che difficilmente attecchiranno. Ho tentato pure la propagazione per seme e ne ho ottenuto poche piantine in vaso, la germinazione è stentata e lunga e bisognerebbe conoscere un mezzo adatto per forzarla.

Ella si è addimostrata così gentile a mio riguardo che mi permetto pregarla di volermi indicare, qualora vi sia, qualche trattato in cui si parli estesamente della coltura del cappero e della sua propagazione per talea e per seme, onde averne una completa nozione.

Leggerò con piacere le altre sue memorie sui lampasciuli[18] e sulle ciammaruchelle[19], le cui industrie sono completamente sconosciute nella mia provincia in Sicilia, ed abusando della sua cortese esibizione, mi permetto pregarla di farmi conoscere dove acquistare la sua monografia sulla coltivazione e l’industria dei fichi d’India[20].

Sarei lietissimo di fare la sua personale conoscenza e ringraziarla a viva voce, ma nella prossima settimana farò ritorno in Sicilia e non sarò nuovamente a Bari che nel periodo della Fiera del Levante.
Gradisca, Ill.mo Signor Professore, i miei sentiti ringraziamenti e mentre le assicuro che non mancherò di porgere i suoi saluti all’egregio dottor Terlizzi, distintamente la ossequio, devotissimo Ing. Giuseppe Lucifero».

_______

[1] R. V. Cassitto, Piccole industrie rurali in Capitanata. I lampasciuli, Foggia, Tip. P. Cardone, 1925.

[2] R. V. Cassitto, I capperi, Foggia, Tip. P. Cardone, 1925.

[3] Ivi, p. 7.

[4] G. M. Galanti Giuseppe Maria, Relazioni sulla Puglia del '700, a cura di Enzo PANAREO, Cavallino di Lecce, Capone Editore, 1984.

[5] F. Longano, Viaggio dell'abate Longano per la Capitanata, Napoli, presso Domenico Sangiacomo, 1790.

[6] R. V. Cassitto, I capperi, cit., p.7.

[7] Ivi, p. 8.

[8] Un ottavo pesava da 2 a 3 chilogrammi di capperi.

[9] R. V. Cassitto, I capperi, cit., p.11.

[10] Lumache

[11] R. V. Cassitto, I capperi, cit., p.10.

[12] Ivi, pp. 11-13.

[13] Ivi, p. 18.

[14] Ivi, pp. 13-14.

[15] M. Tricamo, Storie della Baronia: da documenti inediti di casa Lucifero, in http://storiedellabaronia>.blogspost.com, 12 febbraio 2016.

[16] Ibidem.

[17] Massimo Tricamo (Milazzo 1974), socio della Società di Storia Patria milazzese, appassionato di storia locale che ha pubblicato diversi testi riguardanti la storia della sua città natale.

[18] Cassitto, Piccole industrie rurali in Capitanata. I lampasciuli, cit., 1925.

[19] R. V. Cassitto, Le Ciammaruchelle (lumache), Foggia, Bollettino della Camera di Commercio di Foggia, anno X, n. 1, 1922.

[20] R. V. Cassitto, La coltivazione e l’industria del fico d’india, Foggia, Tipografia Paolo Cardone, 1924.

 

Dopo la prima puntata sugli scavi di Sipontum, dove sono riemerse testimonianze importanti della città romana e poi medievale, Archeoreporter ritorna con una perla video. Gli scavi assieme all'anfiteatro, stanno facendo emergere le grandi mura della cerchia romana, in particolare alle mura urbiche, dalla fondazione della colonia, fino agli ultimi momenti di vita della grande città sotto gli Svevi.

{youtube}crKcsq2gnw4?si=F2iR9lRsow_TRQny{/youtube}

Gli scavi archeologici di Siponto sono condotti dalle Università di Bari e di Foggia, con la direzione di Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba), su concessione del Ministero della Cultura (DD DG-ABAP 872-873/2021), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, la Direzione Regionale Musei Puglia e il Parco Archeologico di Siponto.

 

Sipontum scavo sepolture

 

Rientra nel Progetto: CHANGES - Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society - Project code: PE0000020 CUP: H53C22000860006 Fondazione CHANGES, presso Sapienza Università di Roma, Presidente: prof. Marco Mancini.

Spoke 1. Historical landscapes, traditions and cultural identities.

Spoke leader Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Coordinatore scientifico: Prof. Giuliano Volpe.

 

Le Città Invisibili, pubblicate nel 1972 da Calvino, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, come opera letteraria si inseriscono entro un’ampia serie di scritti, di tipo filosofico, sul tema della città ideale, che già da Platone in poi si disegna, nella storia del pensiero, come progetto di una città futura, o possibile, di contro ad una città reale, che mostra i suoi limiti evidenti, e che è “infelice” nel senso più ampio del termine. Faccio qui riferimento ad opere come La Repubblica di Platone; l’Utopia di Tommaso Moro; La Città del Sole di Campanella; La Nuova Atlantide di Bacone; Il Programma di Gotha di Marx.

La città ideale non è necessariamente uno spazio geografico, un luogo, un sito. La città ideale è dentro chi la abita, e vive in quella dimensione interiore dello spazio e del tempo dell’umanità di ogni tempo e di ogni spazio. Ma anche scontro tra ideale e reale, in cui spesso non esiste alcuna possibilità di conciliazione dialettica.

La riflessione sulla città è portata avanti anche da Nietzsche, in Così Parlò Zarathustra, quando la mette a confronto con la montagna, da cui il protagonista del viaggio proviene, e la paragona alla carta straccia di cui sono fatti i giornali che la raccontano, giorno dopo giorno.

Nelle Città Invisibili di Calvino si assiste ad un dialogo immaginario tra il mercante veneziano Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, il cui regno è ormai in rovina. Kublai chiede, perciò, a Marco Polo di esporre un resoconto dei suoi viaggi, per narrargli di tutte le favolose città che l’esploratore ha visitato. Polo inizia il racconto parlandogli di città che hanno tutte un nome di donna, e che, come le donne, sono originali e uniche, nel loro genere, e dunque tutte diverse, l’una dall’altra. La città, difatti, è da sempre emblematico luogo di scontro tra ideale e reale, proprio come le donne.

La città com’è nella sua realtà, spesso si trova a dialogare con la città ideale, dei sogni e dei desideri, in una costante dialettica fatta di memoria del passato, che attraverso i segni del presente si muove verso la città del futuro, la città possibile, del desiderio. Le conquiste umane, difatti, sono tutte labili. Soltanto il sogno, e i grandi ideali, possono rendere eterne ed immortali le muraglie delle città, destinate a crollare cedendo al tempo, e alle aggressioni della natura o dell’uomo. Ma, per raccontare una città, non bisogna forse viverla a fondo? E vivere una città vuol dire abitarla o solo visitarla da straniero, o peggio ancora sentirla raccontare dalla narrazione di un viaggiatore?

La dimensione del viaggio è sempre quella di una ricerca interiore. Si viaggia, essenzialmente, per conoscere se stessi attraverso i luoghi estranei e nuovi che si visitano. Come se nel girovagare del viaggiatore scorresse la trama di tutto il suo passato e, dal presente, prendesse nuova linfa vitale il progetto di un futuro, e di ogni futuro, ancora possibile. Perché il tema della città si lega, inevitabilmente, a quello del viaggio e del viaggiare. Ed il tema del viaggio fa riferimento a quello di una ricerca anche interiore, che si muove all’indietro, nel tempo, a scandagliare il passato nella memoria, e al contempo in avanti, nella dimensione onirica del desiderio, che palesa già nuovi orizzonti futuri. La città è infatti passato, presente e futuro, come patrimonio della memoria, dei segni e del desiderio, sognato, malinconico e nostalgico allo stesso tempo. Le città si stratificano l’una sull’altra al trascorrere del tempo, geologia della memoria e della storia andata.

Ma era migliore la città del passato o bisogna preferirle la metropoli futuristica? In ogni città c’è la città passata, quella presente, e quella futuribile. In cui le parole possono dire fino ad un certo punto. A raccontare sono le piazze, le strade, i monumenti, le chiese, la gente che vi abita, con i suoi riti, le credenze, la cultura e la devozione che manifestano ed esprimono attraverso celebrazioni popolari.

La città, è per ciascuno, sempre la risposta ad una domanda, di affetti, di relazioni, di amore, di lavoro. Tutto ciò che si chiede ad una città dovrebbe condurre alla felicità dei suoi abitanti. Si vive in una città perché lì c’è lavoro, o per inseguire un amore. Ma la città è spesso anche abbandonata dai suoi concittadini. La storia delle partenze coatte è un po’ la narrazione delle grandi migrazioni, in cui masse enormi di gente si spostano da continenti e siti geografici più difficili verso luoghi più ospitali.

Tra Quattrocento e Cinquecento si viaggiava per esplorare nuovi mondi e scoprire nuove terre. Oggi si viaggia per fuggire da guerre, o da situazioni emergenziali in cerca di fortuna. Soprattutto dall’Africa settentrionale, ma anche dall’Africa del Sud. Oppure dai paesi dell’est Europa e dall’Ucraina. Quando si tratta di attraversare i mari, ci si imbarca su mezzi di fortuna, tante volte destinati a fare naufragio. I fuggitivi sono disperati e convinti di trovare in Europa ciò che non hanno mai avuto nella loro terra: pace e un lavoro  dignitoso, che permetta di vivere progettando un futuro per se stessi e per le loro famiglie. Eserciti di badanti, di lavavetri ai semafori, di braccianti della terra e di nulla facenti, arrivano in Italia con la speranza di iniziare una nuova vita e di trovarvi un futuro migliore. Quanta disperazione negli occhi, e che differenza, questi viaggiatori della speranza, dalle spedizioni di Colombo e di tutti gli altri esploratori del passato, primo tra tutti proprio lo stesso Marco Polo!

La città, difatti, è anche negli occhi di chi la guarda. Se è abitata da gente infelice, la città sarà guardata soprattutto verso il basso. Chi è felice, invece guarda all’insù, verso il cielo, da altre prospettive, osservando una città assolutamente differente da chi la vede soltanto dai bassifondi.

Le città sono come esseri umani. Ogni città gode di una nomea, ma spesso la città viva, reale, abitata, è assai diversa dalle sue descrizioni immaginarie, che fissano un giudizio una volta per tutte, cancellandone il movimento, ed il cambiamento sempre ancora possibili.

 

Le città invisibili   Antonietta Pistone 2022

Le città invisibili sono quelle svuotate dalla pandemia, quelle distrutte dalle guerre, quelle spopolate dalle assenze delle persone che non riusciamo ad incontrare o che non vedremo più perché non ci sono più... Ma sono anche quelle dei luoghi che non abbiamo ancora visto e che visiteremo solo nei sogni. E poi quelle interiori, della geometria sentimentale, nascoste all'altrui sguardo di superficie. Ogni città è ciò che è e ciò che non è ancora, ma potrebbe essere. Ad ogni città reale corrisponde il mito di una città ideale... Fuori e dentro di noi...

Antonietta Pistone, Le Città Invisibili (Edizioni del Poggio, Aprile 2022)

Dall’Introduzione…

"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” (Marco Polo ne Le Città Invisibili di Italo Calvino, cit.).

Così termina il racconto romanzato del 1972, Le Città Invisibili di Italo Calvino. La narrazione è scritta in forma di dialogo tra l’esploratore veneziano Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, tra i primi fondatori della Cina, dove il viaggiatore italiano si era recato nella sua spedizione in Asia, intorno al 1298, insieme al padre Niccolò e allo zio paterno Matteo. Le memorie di questo viaggio sono narrate nel Milione, libro che poi ispirò Cristoforo Colombo che, nell’intento di raggiungere le indie orientali, seguendo il percorso di Marco Polo, giunse nel 1492 sulle coste dell’America Centrale, senza averne piena consapevolezza.

Nel romanzo di Calvino, Polo descrive a Kublai Khan le città visitate nel corso dei suoi viaggi esplorativi, ma spesso si ha la sensazione che la narrazione delle vicende personalmente vissute dal veneziano, si confonda con memorie e immagini fantastiche, o con nozioni apprese facendo girare il mappamondo, o dando uno sguardo all’atlante. In fondo, sostiene Polo, tutte le città si somigliano, nella realtà, e le loro immagini si sovrappongono, nella memoria, anche a quelle delle città ideali, come La Nuova Atlantide, Utopia o La Città del Sole, sognate qualche secolo dopo dai filosofi Francesco Bacone, Tommaso Moro e il Campanella.

La città non è solo quella che è, ma anche ciò che disegna la sua prospettiva, diversa per ciascun suo visitatore, e arricchita dalla geografia sentimentale che descrive Ortega nei suoi Saggi.

Ma, soprattutto, la città vive anche di una sua dimensione interiore, nel pensiero di chi la abita, o la attraversa. Tanto che a ogni città reale si sovrappone una città ideale, immaginata, e vissuta, nello spazio intimo della psicologia di ciascuno. E questa è propriamente la dimensione delle Città Invisibili, che non appaiono realmente all’occhio umano, ma che occupano un posto tanto più importante per la coscienza di chi ne faccia esperienza, in quanto vanno a disegnare quella cartina interiore dei luoghi e delle emozioni, che costituiscono, nel loro insieme, la dimensione personale e soggettiva del vivere e dell’abitare i luoghi.

A questo sentire, interiore ed intimo, si ispira il mio ultimo lavoro, Le Città Invisibili, che prende il nome proprio dall’opera omonima di Italo Calvino, ma anche da una mia poesia, che dà il titolo al libro, costituito da una prima parte, composta da liriche; e da una seconda parte, in cui è presente un racconto, che rimarca il tema del viaggio, in qualche modo anche di un ritorno a casa, di un nostos ideale, della protagonista, nel suo andare alla ricerca dell’amato, ma soprattutto di se stessa, e della sua dimensione più autentica del vivere. In questo senso, ogni città rivive nella vita di chi la abita, la attraversa, la percorre, e la visita. E ciascun viaggiatore, o abitante, si porta dietro le sue memorie di vita, ma anche la sua stessa città di origine. Riflessione che fa dire al Marco Polo di Calvino che in ogni città da lui descritta c’è un aspetto della sua Venezia, come se tutte le città del romanzo fossero tante espressioni diverse di una sola protagonista, che rimane Venezia, e che è sempre la Serenissima.

Allo stesso modo, io amo viaggiare, per conoscere e visitare luoghi ignoti e sconosciuti, e per parlare con la gente che incontro strada facendo; ma desidero ritornare alla mia casa, luogo degli affetti; e alla mia città, odiata e amata, al tempo stesso, per tutte le contraddizioni che si porta dietro, e che rappresenta in un continuo confronto con le altre realtà italiane e del mondo intero.

Viaggiare diventa, perciò, un’indispensabile esperienza di vita e di crescita, che riporta a casa quel pezzetto di mondo smarrito dalla città nella quale ci troviamo a vivere, tante volte contro la nostra consapevole volontà, in una continua nostalgia di quel luogo incantato, ed agognato nei sogni, che ci manca, e che vorremmo ancora avere e conquistare.

E tante volte, quel luogo, non è soltanto lo spazio fisico di un sito geografico, ma una memoria dello spirito che si perde lontana nel tempo degli affetti e degli amori che ancora non conosciamo.

Il Museo Nazionale Jatta, istituzione storico-culturale identitaria della comunità ruvese e richiamo di un turismo sempre più internazionale, ritorna alla fruibilità pubblica.

Nato dalla passione del collezionista Giovanna Jatta e dalla consapevolezza dei suoi eredi circa la funzione sociale della cultura, il Museo, dopo la chiusura per lavori di restauro e adeguamento funzionale e impiantistico, rinnovato in un sapiente compromesso tra tradizione, rispetto e innovazione, a partire da giovedì 19 ottobre contribuirà a dare un importante slancio all’offerta culturale pugliese.

I lunghi e articolati interventi condotti nelle sale del museo, raro esempio di allestimento ottocentesco integralmente conservato, hanno seguito il chiaro intento di coniugare i lavori con le istanze del rispetto e della tutela dell’immagine dell’immobile storico.

Un lavoro corale che ha visto una fattiva collaborazione tra la Direzione Regionale Musei Puglia a cui il Museo afferisce, nelle persone del dott. Luca Mercuri, Direttore Regionale Musei Puglia al momento dell’avvio dei lavori e del delegato alla Direzione Regionale Musei Puglia, arch. Francesco Longobardi, la direttrice del Museo, dott.ssa Claudia Lucchese, la famiglia Jatta e la famiglia Guastamacchia, che condividono lo spazio del Palazzo con il Museo, il Comune di Ruvo e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari. Il tutto reso possibile dal costante supporto della Direzione Generale Musei, nella persona del Prof. Massimo Osanna.

La riapertura del Museo diventa il coronamento di un anno ricco di novità per il Palazzo Jatta, che ha visto anche l’ampliamento dello spazio espositivo con l’ambiente seminterrato del Museo, il cosiddetto Grottone, a margine della sigla di una concessione d’uso decennale. Dopo l’esordio con la mostra “Collezionauta. Capolavori attraverso il tempo”, che ha congiunto i reperti più significativi della collezione museale con alcuni beni di proprietà Jatta, fruibile fino a qualche giorno fa, il Grottone continuerà a far parte dell’offerta culturale integrando il percorso di visita del Museo, mediante l’organizzazione di eventi e mostre temporanee.

Per festeggiare il primo giorno di apertura, il Museo sarà eccezionalmente aperto al pubblico gratuitamente giovedì 19 ottobre dalle 20.00 a mezzanotte (ultimo ingresso ore 23.00).

 

Gli scavi, i ritrovamenti, tanti sacrifici e sudore. Gli studi e le analisi e le datazioni. La paura, ancora da sfatare per un'asta di vendita privata dell'area dove sorge il "Colosseo" sipontino. E poi il convegno. Tutte informazioni che hanno riportato alla luce la Sipontum sommersa, quella città romana e medievale che ha tanto da raccontare e mostrare.

Archeorepoter in un reportage ci racconta come prima puntata l'Anfiteatro Romano

{youtube}x4t2TLn4yFc?si=4T9tFgF0dg94u_uE{/youtube}

Gli scavi archeologici di Siponto sono condotti dalle Università di Bari e di Foggia, con la direzione di Roberto Goffredo, Maria Turchiano (Unifg) e Giuliano Volpe (Uniba), su concessione del Ministero della Cultura (DD DG-ABAP 872-873/2021), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, la Direzione Regionale Musei Puglia e il Parco Archeologico di Siponto.

 

Sipontum muro anfiteatro e strutture medioevali

[Il muro dell'Anfiteatro romano e strutture medievali]

Rientra nel Progetto: CHANGES - Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society - Project code: PE0000020 CUP: H53C22000860006 Fondazione CHANGES, presso Sapienza Università di Roma, Presidente: prof. Marco Mancini.

Spoke 1. Historical landscapes, traditions and cultural identities.

Spoke leader Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Coordinatore scientifico: Prof. Giuliano Volpe.

[Il muro dell'Anfiteatro romano]

Sipontum muro dell'anfiteatro romano

Pagina 3 di 59
Dicembre 27, 2023 867

Una notte tutta rock a Monte Sant’Angelo

in Attualità by Redazione
Musica per tutti i giovani e simpatizzanti del rock, quella proposta nella "Notte dei rocker viventi" il 30 dicembre 2023,…
Dicembre 27, 2023 721

Incidenti stradali 2023 in Puglia. Per la prima volta non…

in Attualità by Redazione
Il punto semestrale del Cremss-Asset: nei primi sei mesi del 2023 dati in linea con quelli del 2022. In totale 4.344 sinistri con…
Dicembre 27, 2023 601

La pace con un concerto natalizio ad Andria

in Attualità by Redazione
La consigliera delegata alle Politiche Culturali Grazia Di Bari invita al Concerto di Natale per la Pace dell’Orchestra da Camera…
Dicembre 27, 2023 562

La lunga attesa dei minori negli hotspot del sud Italia.…

in Attualità by Redazione
Novantasei giorni, tanto è passato dal momento in cui J., minore straniero non accompagnato di 16 anni, di origini camerunensi,…
Dicembre 27, 2023 718

“Un’opera strategica per lo sviluppo del Gargano”.…

in Notizie Gargano by Redazione
Aggiudicato da Anas l’appalto denominato “S.S. 89 Garganica – Lavori di realizzazione della viabilità di San Giovanni Rotondo e…
Dicembre 27, 2023 577

Foggia. Dopo l’era commissariale la prima seduta cittadina…

in Politica by Redazione
Erano due anni che al Comune di Foggia non si celebrava il Consiglio comunale. Il primo, del tutto dovuto per ufficializzare la…
Dicembre 27, 2023 873

Al Giordano riparte la cultura. Stagione teatrale colma di…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
«Una stagione teatrale allestita in tempi strettissimi, grazie all'impegno dell'ufficio cultura, alla collaborazione del Teatro…
Dicembre 27, 2023 629

Derby Taranto- Foggia e incendio allo Iacovone. Domiciliari…

in Notizie Capitanata by Redazione
Era il 03 settembre 2023, quando il Foggia nella sua prima partita di campionato di Lega Pro, girone C, allo stadio Iacovone uscì…
Dicembre 27, 2023 583

Comune di Foggia, sede via Gramsci. Contenzioso chiuso e lo…

in Notizie Capitanata by Redazione
fonte: Comune di Foggia. De Santis ed Emanuele: “Accogliamo questa sentenza con grande soddisfazione”. Vittoria del Comune di…
Dicembre 27, 2023 523

Sanità pediatrica. Crisi al Giovanni XXIII di Bari. Azione:…

in Attualità by Redazione
“L’ospedale pediatrico Giovanni XXIII è in grave crisi, per cui è l’ora di una vigorosa iniziativa riformatrice, per agganciarlo…
Dicembre 26, 2023 824

Monte Sant’Angelo splende con Madame Opera, regina degli…

in Notizie Gargano by Redazione
Saranno due serate all’insegna di colori e luci, musica e spettacolo, e tanto divertimento, con un evento eccezionale che a…
Dicembre 26, 2023 908

Una “prima fotografica” molto solidale. “Diversa-mente…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Quella del 06 dicembre 2023 è stata la prima serata di “Diversa-mente Insieme”, corso dedicato alla fotografia con obiettivo…
Dicembre 26, 2023 872

La Sindaca abbellisce, il cittadino sfregia. I fiori…

in Notizie Capitanata by Redazione
Due casi similari di estirpazione di fiori natalizi nel centro cittadino. E tutte e due per mano di cittadini, contravvenendo sia…
Dicembre 24, 2023 979

Da Foggia al Gargano passando per gli States. Le opere di…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Lo avevamo già conosciuto su questa testata giornalistica, e continueremo a farlo perché l’arte “Made in Capitanata” va diffusa,…
Dicembre 23, 2023 932

Foggia, Natale 2023. Viabilità urbana del 24 dicembre

in Notizie Capitanata by Redazione
I provvedimenti riguardano la circolazione per il 24 dicembre 2023 dalle ore 09:00 alle ore 21:00. Nella Città di Foggia, come da…
Dicembre 23, 2023 607

Rispetta la natura. Il decalogo natalizio di Plastic Free

in Attualità by Redazione
Luci, decorazioni, riunioni di famiglia con pranzi e cene di rito ma soprattutto regali. Le festività natalizie oltre ai nobili…
Dicembre 23, 2023 749

Oltre 2000 ordinanze questorili in Capitanata. Il…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
La Polizia di Stato di Foggia nell’anno 2023, nell’ambito della pianificazione e predisposizione di specifici servizi volti alla…
Dicembre 23, 2023 547

Fuochi d’artificio illegali e merce varia sequestrati a…

in Notizie Gargano by Redazione
Sono oltre 50.000 gli articoli natalizi pericolosi sequestrati, unitamente a circa 5.500 fuochi d’artificio, dai finanzieri della…
Dicembre 23, 2023 731

Rocambolesco inseguimento a Pesaro di un corriere della…

in Attualità by Redazione
fonte: NOCPress. Si ferma all’ALT della Polizia, fugge e dopo un rocambolesco inseguimento di circa 2 km si schianta contro…
Dicembre 22, 2023 563

"Gli Amici di San Pio" a Natale all'Angelo Blu, al fianco…

in Attualità by Redazione
Un abbraccio per trasferire calore ed emozioni anche se non si saprà mai cosa provocherà in chi lo riceverà… Natale è vicino, ma…
Dic 22, 2023 611

Tony di Corcia e il mito di Mina, le sue canzoni per dire la vita

in Attualità by Redazione
Mercoledì 27 dicembre, ore 18, nella Sala Fedora del Teatro U. Giordano di Foggia.…
Dic 22, 2023 526

“Spinnaker”, l’operazione contro l’attività illegale della pesca della Guardia…

in Notizie Gargano by Redazione
La Guardia Costiera conferma il proprio impegno - in dipendenza funzionale dal Ministero…
Dic 22, 2023 833

Vito Rubino, il triatleta che esalta il Gargano

in Attualità by a cura di Matteo Simone, Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia,…
Dic 22, 2023 653

Foggia. Al Gino Lisa stanziati 10 milioni di euro a sostegno del regime SIEG

in Politica by Redazione
Sull’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia la Regione Puglia moltiplica i suoi impegni,…
Dic 22, 2023 711

Foggia, concittadini emigrati che rientrano. Accolti da Italia del Meridione…

in Politica by Redazione
Le segreterie cittadine e provinciali di IdM, unitamente alla rappresentanza consiliare…
Dic 22, 2023 680

A Roseto Valfortore il Centro territoriale di prima accoglienza della fauna…

in Notizie Capitanata by Redazione
Con l’approvazione della convenzione tra la Regione Puglia e il comune di Roseto…
Dic 22, 2023 506

Viabilità Capitanata. Traffico alternato sulla SP5 al km 1+095 per lavori

in Notizie Capitanata by Redazione
Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza…
Dic 22, 2023 786

Da Caravaggio a José de Ribera. Monte urge di una Pinacoteca o un Museo d’Arte

in Cultura by a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia
La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la…
Dic 22, 2023 606

San Severo è Capitale Italiana della Gentilezza 2024

in Notizie Capitanata by Redazione
E’ avvenuto il 17 dicembre 2023 a Novara, in Piemonte, in maniera ufficiale, il passaggio…
Dic 22, 2023 616

Di che pasta siamo fatti? Dagli spaghetti ai fusilli l’Unione Italiana Food…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella…
Dic 22, 2023 673

Donatori sangue, la Regione Puglia firma convenzione con associazioni e…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha…
Dic 22, 2023 522

Puglia, Servizio Civile. Ammessi i progetti Anci per 446 giovani volontari…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del…

BANNER 2   News Gargano 1150x290

FABS2022 long animate

 

 

Top
Этот шаблон Joomla был скачан с сайта ДжуМикс.