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La qualifica di Città si acquista attraverso la propria storia, la propria cultura e la propria identità, quale espressione di civiltà di vari popoli che hanno contribuito a far sì la città sia espressione completa del suo patrimonio storico-culturale, oltre che religioso.

Popoli, come i Dauni, i Greci, i Romani, i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, che, già dall’antichità fino all’Altomedioevo, hanno creato e dato origine alla civiltà europea, che oggi ritroviamo in tante città mediterranee, fra cui Atene, Bisanzio, Taranto, Napoli, Roma. Città eterne, ricche di arte e cultura, che oggi rappresentano ciò che l’Italia ha creato e dato origine per costruire l’unione e la civiltà dell’Occidente europeo. Monte Sant’Angelo, insieme a Siponto, Arpi, Canosa, Herdonia e le città che erano sorte nell’antichità lungo le coste garganiche,   come Matinum, Uria (Vieste), Rodi Garganico, fino a Termoli, costituiscono, con la loro storia e la loro cultura, la civiltà daunia e quindi la cultura e l’etnia della Puglia, un tempo chiamata Iapigia, attraverso la presenza di diversi popoli provenienti dall’Illiria, come i Dauni che si stanziarono nella Puglia settentrionale, i Peucezi nella Puglia centrale e i Messapi nel Salento. Il Gargano, già nel 1300 a. C., viene ad essere un approdo di vari popoli che provenivano dall’Oriente e precisamente dall’antica civiltà micenea, attraverso quel fenomeno emigratorio che si ebbe dopo la guerra di Troia, con la presenza sul Gargano di vari eroi che avevano partecipato alla guerra, fra cui Diomede, Calcante e Podalirio, Dauno, Pilunno e altri. Da questi nascono vari culti, fra cui i culti di Calcante e di Podalirio che li troviamo per la prima volta in Italia, sul monte Drion, come afferma Strabone, collocato proprio sul vertice di una grotta e il secondo Podalirio nella Vallata di Carbonara, dove scorre il fiume Altheno, che sbocca verso le spiagge di Mattinata. Culti non isolati, in quanto nella Daunia troviamo altri culti e miti, fra cui il culto di Pilunno, da cui deriva la denominazione del Rione Junno, primo nucleo della futura città di Monte Sant’Angelo, il culto di Giove Dodoneo su Monte Sacro in Mattinata, il culto di Giano a San Giovanni Rotondo, il tempio di Diana a Siponto, il mito di Archita a Mattinata, il mito di Ercole a Manfredonia, e infine il mito di Gargano, da cui nascerà la leggenda delle  Apparitiones.

La grotta di Calcante, attirava gente da ogni parte della Puglia, in quanto era un culto divinatorio, che esaudiva le richieste di gente malata, in cerca del proprio benessere mentale e fisico, mentre il culto di Podalirio, con le sue acque salutari, aveva una funzione di guarire ogni male. Nel tempo, con la civiltà romana e quindi con le varie sue conquiste, verso Oriente ed Occidente, i Romani portarono a Roma e in altre parti del loro impero, vari culti pagani provenenti dall’Oriente, fra cui il culto di Mitra, che ritroviamo proprio sul Monte Gargano, nello stesso luogo del culto di Calcante. Un culto, quello di Mitra, che aveva come elemento divinatorio il sacrificio di un toro. Lo stesso che ritroviamo nelle Apparitiones, allorquando alla fine del V secolo, si ebbe la leggenda di Gargano che trafigge con una freccia il toro smarrito sulle pendici del Monte Gargano, ma la freccia invece di uccidere il toro ritorna indietro e ferisce l’arciere. Episodio da cui nascerà il culto di San Michele in Occidente, attraverso le varie apparizioni al vescovo sipontino Lorenzo Maiorano.

Un avvenimento che attraverso le Apparitiones Sancti Michaelis diventa l’elemento sacro per la nascita del culto di San Michele nella stessa grotta dove è avvenuto il fatto miracoloso. Da questo momento il Monte Gargano diventa Montis Sancti Angeli e, quindi, un luogo sacro attraverso un vasto fenomeno di pellegrinaggio che determina così gradualmente la nascita e lo sviluppo della città micaelica.

Dal pellegrinaggio verso la Montagna Sacra avrà inizio la diffusione del culto micaelico in tutta Europa, tanto che il Gargano e, quindi, la Città di Monte Sant’Angelo, diventeranno elementi di congiunzione fra l’Oriente bizantino e l’Occidente latino, dando origine nel contempo a numerosi insediamenti micaelici in tutta Europa, lungo quella che poi sarà denominata la Linea Sacra di San Michele che va dall’Irlanda, attraverso la Francia e l’Italia, passando per il Gargano, verso Gerusalemme, sul Monte Carmelo, sede del culto di San Michele in Terra Santa.

La città di Monte Sant’Angelo non è solo luogo sacro, ma anche elemento di prestigio in campo politico, tanto che vari popoli, come i Bizantini, i Longobardi, i Normanni, gli Svevi. gli Angioini e gli Aragonesi, faranno del Gargano e, quindi, del culto micaelico un elemento di propaganda e di prestigio politico, per la loro diffusione verso l’Italia meridionale, quasi, come afferma Giorgio Otranto, un instrumentum regni. Specialmente in età longobarda, fra il VII e il IX secolo, la città di Monte Sant’Angelo, con il suo santuario, diventa un luogo sacro e nello stesso tempo un luogo di prestigio per affermarsi come un popolo non solo a livello locale, quanto a livello europeo, tanto da creare i presupposti per la nascita e lo sviluppo della Via Sacra Langobardorum o Via Micaelica, dal cui percorso incomincerà il processo politico-culturale che porterà alla formazione dell’unità europea e, quindi, all’incontro, su base culturale e religioso, dei popoli europei. Un grande itinerario, quello della Via Micaelica, che avrà una funzione di unificare diverse culture e diverse civiltà fra Oriente ed Occidente. E al centro una Città come Monte Sant’Angelo, che vedrà la presenza di vari papi, re, imperatori, principi, ma soprattutto di tanta gente proveniente da ogni parte dell’Europa, per visitare la grotta di San Michele. Una Città santa, ma soprattutto una città ricca di monumenti e di opere d’arte, espressione dei vari popoli, con le loro culture e le loro civiltà, che vediamo espresse in numerose chiese, monasteri e castelli, diffusi in tutto il centro urbano, il quale avrà come elemento aggregante e simbolico il Rione Junno, da cui si formerà l’identità culturale e sociale della città micaelica, quel rapporto simbiotico fra uomo e ambiente, fra il sacro e il profano, in un processo di civiltà e di cultura in perenne divenire. Inoltre una Città che diventa tale attraverso vari episodi storici, come la formazione di un vero e proprio Comitatus politico del Gargano, sotto la dominazione normanna di Enrico, conte di Monte Sant’Angelo e di Lucera, dove la città micaelica diventa il centro più importante del Gargano. Per non parlare poi dell’incontro fra un gruppo di normanni e Melo da Bari, nell’atrio della nostra grotta, da cui nascerà la dominazione normanna nell’Italia meridionale, tanto da dare origine, poi, nel 1177 all’Honor Montis Sancti Angeli, promulgato dal re normanno Guglielmo II, l’ultimo duca normanno, autore di una Constitutio dotalii, in occasione del suo matrimonio con Giovanna, figlia del re Enrico II d’Inghilterra. In altri termini alla sposa egli concedeva in dotazione l’Honor Montis Sancti Angeli, che venne da allora a costituire una circoscrizione autonoma, feudo delle regine di Sicilia. Poi, ancora la presenza assidua di Federico II di Svevia, nel cui castello viveva la sua amante Bianca Lancia, diventata sua sposa dopo aver dato alla luce il figlio Manfredi. E poi la presenza degli Angioini, che costruiscono l’attuale Basilica con il maestoso campanile, ad esempio di una delle torri di Castel del Monte. Ma la città micaelica diventa tale con il decreto papale del 1401, ad opera del papa Bonifacio IX, il quale proclamava la chiesa garganica concattedrale con quella di Manfredonia, mentre la Città assumeva la qualifica di città metropolitana, Così si legge nel decreto papale: “Ad honore dell’Onnipotente Dio Padre, Figliuolo, e Spirito Santo, e a lode, e gloria del medesimo gloriosissimo Principe Michele Arcangelo, per esaltazione della sua Santa Chiesa, ad aumento del culto Divino,…. ergiamo la predetta Terra in Città, e l’adorniamo coll’insegne, e titolo in Città, e vogliamo, che per memoria indelebile di quelle cose, che si fanno da Noi in quella parte, essa chiamata sia Città Garganica nei perpetui tempi futuri; e di più per li predetti consiglio, e potestà ergiamo, e costituiamo la medesima Chiesa in Cattedrale, e Metropolitana, cui vogliamo, e comandiamo, che presieda il nostro venerabile fratello Nicolò Arcivescovo Sipontino, siccome si vede preposto alla Chiesa di Siponto. Et uniamo, congiungiamo, e incorporiamo infine ambedue le dette Chiese Sipontina, e Garganica” (P. SARNELLI, Cronologia dei Vescovi et Arcivescovi Sipontini, Manfredonia 1680, pp. 265-2669).

Nel 1552, il feudo di Monte Sant’Angelo, dopo l’ultimo suo feudatario, Ferrante, nipote di Consalvo di Cordova, diventava di proprietà assoluta della famiglia dei Grimaldi, originaria di Monaco, che lo tennero per ben 250 anni, fino alla cessione, nel 1802, del feudo e del castello, al Comune di Monte Sant’Angelo. La famiglia dei Grimaldi era la più importante famiglia del Gargano, per lignaggio e per i suoi possedimenti, che erano sparsi in tutto il Gargano, fino nella pianura del Tavoliere. Una città feudale, con un baronaggio tale da influenzare tutta la vita sociale ed economica, non solo del Gargano, ma anche della Puglia settentrionale, con sede prima nel Castello e poi nel Palazzo dei Grimaldi, di fronte al Santuario di San Michele, e con numerosi possedimenti, consistenti in terre, palazzi, masserie fortificate, esistenti sia sul Gargano che nella Piana di Macchia. Un potere feudale immenso, sul piano politico e sul piano economico-sociale, che si manifestò per tutto il Seicento e il Settecento, fino all’eversione della feudalità (1806). E, poi, ancora, nel periodo pre-Unità, Monte Sant’Angelo diede un valido contributo all’Unità d’Italia, attraverso i suoi uomini più rappresentativi, che fecero parte della Carboneria, fra questi i fratelli Giordani, gli Amicarelli, i Gelmini, i Basso, i d’Angelantonio, i Torres, gli Azzarone, i Simone, i Rago, i Mantuano, di cui dobbiamo ricordare l’Arcidiacono Nicola Mantuano (1794- 1876) e infine don Berlingiero De Nicastro e il  Dott. Fisico Filippo d’Errico.

Del resto se prendiamo in esame lo sviluppo demografico della città, ci accorgiamo che, mentre le altre città garganiche e daune, avevano pochi abitanti, vedi Foggia capoluogo (ab. 31.562, nel 1861), Manfredonia (ab. 7.513, nel 1861), Vieste (ab. 5638, nel 1861), Vico del Gargano (AB, 8.273, nel 1861), Monte Sant’Angelo nel 1861 aveva più di 15.444 abitanti, per giungere poi nella prima metà del Novecento, anno 1951, a 23.478 abitanti, mentre Foggia ne aveva 97.504 ab., Manfredonia 29.925 ab., Vieste 12.743 ab.

Con tutto ciò, voglio dire che, la città micaelica ha avuto una grande importanza nella storia del Gargano e anche della Daunia, tanto da essere, anche negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, un punto fermo nel campo culturale, economico e religioso. Per tutto questo, quindi, non possiamo chiamare la nostra Città, un borgo, in quanto la sua storia e la sua cultura le hanno assegnato un posto preminente, come Città, nella storia culturale del Gargano e anche della Capitanata, tanto che negli anni Cinquanta (1950) si era parlato di creare nella Capitanata una seconda provincia che faceva capo a Monte Sant’Angelo, come capoluogo dell’intero Gargano. La città di Monte Sant’Angelo, quindi, nella sua storia non è stata mai considerata un “borgo”.

Quest’anno dal 9 al 14 luglio 2023 presso il piazzale delle scuole e l’auditorium comunale in via Pilella, si terrà una interessante rassegna delle arti, sotto la direzione artistica di JOSEPH RICKIT (artista Maori trasferitosi in Italia) 

La rassegna avrà inizio il 9 luglio e proseguirà per quattro giorni, aprendo con il convegno di presentazione della stessa, che vedrà le esposizioni di artisti provenienti da tutto il mondo, da KEE-TEA RHA dalla Sud Corea, fresco del premio della Giuria vinto al salone della ceramica di Parigi, per la qualità e il carattere innovativo del suo lavoro, gli permetterà di essere il prossimo invitato d’onore del C14-PARIS ed esporre nella hall dell’Annex della mairie.

Dalla Francia MATHIEU DUVAL, sculture in ceramica, passando per l’Italiana ANGELA PISANI (ANGI) che trasforma in arte oggetti di uso comune, 

Dalla Nuova Zelanda SEETA MULLER, Artista, direttrice creativa e cinematografica, che Crea sculture intime e opere d'arte in tessuto come installazioni che possono essere collocate nel paesaggio. 

Inoltre non potrà mancare la “settima arte”, il cinema, che sarà rappresentato con la proiezione del film “Sa Femina Accabadora – La dama della buona morte” di FABRIZIO GALATEA che narra della “femina accabadora” figura leggendaria della tradizione sarda, una donna che praticava un’antica forma di eutanasia.

Insieme a questi ospiti di caratura nazionale e mondiale si affiancheranno artisti autoctoni sia del Subappenino che della vicina Irpinia. 

Da Carife (AV), ci sarà il maestro Gaetano Branca, che oltre ad esporre le sue opere terrà una due giorni di “mani in pasta” e “Roku” per avvicinare i bambini all’arte della terracotta. 

Le serate verranno accompagnate da un'altra arte ossia quella enogastronomica, insieme a momenti di spettacolo.

La rassegna è promossa dal Comune di Anzano di Puglia e realizzata in collaborazione con la Pro-loco di Anzano di Puglia.

«Questa è un’occasione davvero speciale per il nostro paese» ribadisce il sindaco di Anzano di Puglia, Paolo Lavanga. «Speriamo possa diventare precursore per l’attrazione non solo di tanti artisti e/o professionisti del settore, ma anche e soprattutto turisti e curiosi che vorranno venire a visitare la mostra. Ci si augura in una fattiva collaborazione non solo della Proloco che già si è resa disponibile, ma di tutta la popolazione anzanese, che siamo certi contribuirà alla buona riuscita dell’evento. Tutti sono invitati a partecipare» chiosa Lavanga.

È trascorso più di un anno (era il 07 maggio 2022) da quando il prof. Giuliano Volpe ha intrapreso la pacifica battaglia, tra l'altro sostentuta mediaticamente anche da questa testata giornalistica indipendente,  per liberalizzare le immagini per uso non commerciale del nostro patrimonio dei Beni Culturali. Una legge proposta dall’attuale Ministro Sangiuliano. Nel frattempo il “grido di dolore” si fa sempre più forte, a margine anche della non discussione delle due richieste fatte da un folto gruppo di docenti universitari nell’ambito artistico-storico-culturale.

«Un consiglio impossibilitato ad affrontare le questioni importanti come il pagamento delle immagini dei beni culturali: così il ministro Sangiuliano ha ridotto il principale organò consultivo del ministero» ha esordito il prof. Volpe che congiuntamente ad altri suoi colleghi ha inviato una “lettera Aperta” al Presidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici.

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LETTERA APERTA

al Presidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici prof. Gerardo Villanacci

e.p.c.    All’On. Ministro della Cultura dott. Gennaro Sangiuliano

Al Capo di Gabinetto Cons. Francesco Gilioli

Al Segretario Generale Dott. Mario Turetta

Alla Vice Presidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici Arch. Carla Di Francesco

Ai Componenti il Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici

«Egregio Presidente,

dobbiamo prendere atto con dispiacere che anche nella convocazione del giorno 6 luglio non sono previsti all’ordine del giorno i due argomenti che avevamo da tempo chiesto di discutere, ovvero il DM 161 dell’11.04.2023 e il prestito dell’originale della Costituzione conservato all’Archivio Centrale dello Stato, concesso nonostante il parere negativo del Comitato Tecnico Scientifico per gli Archivi. Si tratta di questioni di carattere generale e di rilievo particolare afferenti la materia dei beni Culturali, sulle quali il Consiglio Superiore può elaborare proposte e osservazioni. Purtroppo constatiamo che, nonostante la richiesta avanzata da tutti i presidenti dei CTS, dai rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata e dai Rappresentanti del personale, non si è ritenuto di inserirli all’ordine del giorno.

Eppure, come Lei ben sa, il decreto che ha emanato le Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali ha provocato un dibattito articolato e diffuso che ha visto gli interventi, in gran parte critici e preoccupati, di moltissime associazioni e personalità del mondo della cultura, oltre ad essere stato oggetto di interrogazione nella commissione cultura della Camera dei Deputati il 7 giugno ’23.

Il DM 161 tocca infatti temi centrali connessi allo studio e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e alla più ampia circolazione delle conoscenze, come abbiamo avuto modo di osservare nel documento a Lei inviato il 23 maggio 2023, con cui chiedevamo di poter discutere questo tema collegialmente per poter trasmettere al Ministro alcune nostre riflessioni e proposte – alcune delle quali già avanzate nel documento sopra citato - in attuazione positiva dei compiti del Consiglio.

Con la presente confermiamo la preoccupazione che l’introduzione di tariffe nel campo del riuso e della riproduzione delle immagini, lungi dal portare i risultati attesi, produca invece strettoie in un ambito – quello della nostra eredità culturale e dell’editoria di qualità - che non soffre certo di eccesso di investimenti, ma, al contrario, di una debolezza strutturale che solo la creatività, la ricchezza della produzione culturale e un allargamento dell’accesso alle fonti della conoscenza potrebbero ridurre.

Avevamo sottolineato che nelle Riproduzioni a scopo di lucro sono state incluse anche l’“Editoria e riviste scientifiche di settore in canali commerciali online/cartacea”, penalizzando così fortemente la pubblicazione dei risultati della ricerca scientifica nei diversi campi in cui si articola il patrimonio culturale, in un momento in cui l’open access viene fortemente incentivato in tutte le comunità scientifiche.

Avevamo evidenziato le presumibili difficoltà di attuazione delle linee guida nella gestione ordinaria delle istituzioni culturali statali, dove la complessità e il costo di procedure efficaci supera di solito i limitati introiti, come esperienze precedenti hanno dimostrato (vedi l’introduzione di tariffe per le fotocopie dei libri nelle biblioteche). Ugualmente di difficile attuazione sembra anche il controllo e la verifica dei risultati, che rischia di rallentare significati vamente ogni processo, se non bloccarlo del tutto.

Analoga preoccupazione avevamo espresso sull’ Uso degli spazi, per i quali il tariffario contenuto nelle linee guida indica prezzi identici per tutta Italia tenendo conto unicamente di due fattori: 1) la classe dimensionale e 2) la classe di pregio e trascurando completamente le ben più articolate differenze fra le varie realtà locali dal nord al sud per la concessione di spazi

Nel documento avevamo proposto una modifica del DM suggerendo una interpretazione sostanziale del concetto di “scopo di lucro”, variamente interpretato nell’ordinamento giuridico italiano. Ferma restando l’opportunità di stabilire un tariffario, va restituita la discrezionalità ai dirigenti nel considerare “scopo di lucro” solo quelle iniziative rivolte a conseguire un significativo profitto o effettuate da organizzazioni con rilevanti disponibilità finanziarie. Verrebbero escluse così le riviste specialisti che, le piccole case editrici, i progetti di ricerca, i documentariartistici etc.

Altro argomento che purtroppo non sarà possibile discutere a breve riguarda il prestito dell’originale della Costituzione alla Presidenza del Senato, nonostante il parere negativo del Comitato Tecnico Scientifico per gli Archivi, alle cui argomentazioni peraltro non è stato dato alcun riscontro, malgrado una esplicita richiesta in tal senso, avanzata dal Comitato in data 5 maggio 2023. Il CTS richiamava infatti la natura del tutto speciale dell’originale conservato in ACS, di cui mai è stata prima autorizzata l’esposizione per essere l’unico originale in serito nella raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti, e  quindi  una  testimonianza  giuridica  e  storica  non  destinata  alla  fruizione estemporanea, contrariamente ai due esemplari conservati presso l’Archivio storico della Camera e presso l'Archivio storico della Presidenza della Repubblica, a cui si poteva ricorrere, come già accaduto in passato. A ciò si aggiungeva la mancanza di adeguati parametri conservativi in merito agli standard espositivi.

La questione ci sembra grave sia nel merito che nel metodo: il parere e le motivazioni addotte dal massimo organo consultivo in materia, Il Comitato Tecnico Scientifico Archivi, non vengono tenute in alcuna considerazione e il dispositivo con il quale il MiC autorizza il prestito si limita a dare “atto dell’avvenuto esame della richiesta di autorizzazione al prestito da parte del Comitato tecnico scientifico per gli archivi” sottacendo il parere negativo del CTS e senza motivare il provvedimento,  in violazione dell’art.3 della legge 241/90 e della consolidata giurisprudenza in merito che ritiene che la motivazione possa non essere espressa solo quando l’iter logico che ha portato al provvedimento finale sia agevolmente desumibile dall’istruttoria amministrativa. Mette appena conto rilevare che, nel caso in questione la decisione non solo non è desumibile ma è difforme dalle risultanze dell’istruttoria.

Inoltre è stato successivamente richiesta, in data 9.6.2023 una proroga del prestito, autorizzata senza consultare in proposito il Comitato tecnico scientifico e senza tener conto della tabella dei valori igrometrici riscontrati negli ambienti dove è stata esposta la Costituzione, non corrispondenti a quelli previsti nel contratto sottoscritto con l’ACS, ma sistematicamente superiori. Nei fatti si mettono così in discussione le prerogative degli organismi di consulenza del Ministero della Cultura negando l’efficacia di pareri così autorevolmente espressi e si mettono a rischio beni culturali di altissimo valore civile e simbolico.

Animati da spirito costruttivo e dalla comune responsabilità di essere componenti del massimo organo di consulenza del Ministero, esprimiamo la nostra preoccupazione per un differimento dei tempi della discussione collegiale di questi argomenti, che rischia di rendere ininfluente il nostro apporto in materie così importanti e, più in generale, il nostro ruolo istituzionale».

Roma, 3 luglio ’23

  • Rappresentanti del personale dott.ssa Valentina Di Stefano sig. Matteo Scagliarini
  • dott. Federico Trastulli
  • dott.ssa Caterina Bon di Valsassina e Madrisio - Presidente del CTS per le belle arti prof.ssa Daniela Esposito - Presidente del CTS per il paesaggio
  • prof. Claudio Varagnoli - Presidente del CTS per l'arte e l'architettura contemporanee
  • dott.ssa Giovanna Alberta Campitelli - Presidente del CTS per i musei e l'economia della cultura dott.ssa Diana Marta Toccafondi - Presidente del CTS per gli archivi
  • dott.ssa Madel Crasta - Presidente del CTS per le biblioteche e gli istituti culturali
  • Personalità del mondo della cultura designate dalla Conferenza Unificata prof. Luigi Canetti
  • prof. arch. Nicola Martinelli

Di seguito, e cliccando sul titolo, l’intervista di Archeo Reporter al prof. Giuliano Volpe.

L’annuncio all’anfiteatro augusteo esprime compiutamente la volontà di mettere in circolo nella comunità lucerina la linfa vitale della storia da cui trarre l’energia per il futuro di Lucera. 

«Vogliamo ricostruire connessioni e valorizzare coesioni sociali e culturali, ambientali ed economiche - ha dichiarato il sindaco Giuseppe Pitta, proseguendo -  e vogliamo attivare processi di partecipazione e co-progettazione fondate sull’intelligenza e la competenza, l’ascolto dell’altro e la consapevolezza di se stessi. Vogliamo far risplendere Lucera e con Lucera lo straordinario territorio dei Monti Dauni. A prescindere dall’esito della sfida, che affronteremo con tutto l’impegno e tutta l’umiltà possibili, un risultato positivo lo raggiungeremo certamente: costruire, insieme, una visione di futuro per la nostra comunità»..

nota dell'Arci Nuova Gestione - Monte Sant’Angelo.

«Il giorno 30 Giugno 2023 si è svolta l'assemblea pubblica organizzata dalle associazioni promotrici, Legambiente, Arci Nuova Gestione, Lega Consumatori e Un Monte di Idee, con gli esperti che sono intervenuti in apertura, l’architetto Gianfranco Piemontese e lo storico Giuseppe Piemontese per discutere del futuro della scalinata monumentale in pietra di Monte Sant'Angelo di Via Torre Dei Giganti ed altri lavori previsti, già città Unesco, candidata a Capitale della Cultura Italiana 2025 e designata a Capitale della Cultura di Puglia per il 2024, scalinata che è interessata ad un progetto di "riqualificazione" e non di "restauro" come ci si potrebbe aspettare vista l'importanza storica dichiarata anche dagli stessi storici ed architetti presenti.

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Nei numerosi interventi da parte della popolazione quello che riteniamo mettere in risalto è di Daniele Castellazzi turista ed ingegnere dell'ufficio tecnico di San Felice Sul Panaro (Modena) che ha effettuato un pò di precisazioni sia come tecnico che come turista del quale abbiamo apprezzato sia il lato tecnico in cui incitava il comune a fare un lavoro di "restauro" e non di "ristrutturazione", perchè le parole sono importanti avendo un senso differente come lo è la "riqualificazione" termine troppo generico in cui non vi è chiarezza e sia il punto di vista turistico dove un turista si aspetta di vedere l'aspetto reale del paese e non quello "riqualificato", per cui incitava a lasciare intatti scorci che rendono l'idea al turista di quale sia la sua vera natura, essenza ed aggiungiamo la sua anima.

CLICCA QUI E FIRMA LA PETIZIONE

La disponibilità e l'apertura alle critiche mosse dalla popolazione da parte dell'assessore ai lavori pubblici speriamo che possa essere condivisa da parte di tutta l'amministrazione nell'attuazione del progetto in cui deve essere rispettata la volontà popolare espressa durante l'assemblea al di là dei finanziamenti ottenuti che nessuno ha intenzione di bloccare, sia i lavori che i finanziamenti, a patto che vengano eseguiti come restauro ed a regola d'arte preservando e conservando sia l’aspetto architettonico che di valore storico con l’utilizzo degli stessi materiali (vedi pietra calcarea di Monte) della stessa scalinata Via Torre Dei Giganti e questo vale per tutti gli interventi previsti nella “Buffer Zone” UNESCO.

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Siamo consapevoli che se vi è la volontà politica siamo certi che si troveranno tutte le soluzioni, compresa la pietra calcarea di Monte Sant'Angelo, in modo da non deturpare e depauperare un bene culturale che viene riconosciuto tale da tutta la popolazione».

FOCUS

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non distruggetela anche storicamente

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Il “NO” dell’Arci Nuova Gestione ai lavori di ristrutturazione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Parte integrante delle mura antiche

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Italia Nostra al Sindaco: «Si adottino soluzioni innovative e rispettose dell'identità territoriale»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Non si perda un’identità. Firma la petizione

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. “Un finanziamento non vale la distruzione di un simbolo”. I Cinque Stelle di Monte puntualizzano

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. "Oltre le Scale", l'assemblea pubblica sulle perplessità future

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. M5S: «Storia di una scalinata che non va demolita»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. Prof. Piemontese: «Monte senza cultura, senza la conoscenza e la valorizzazione dei Beni culturali non ha futuro»

- Monte Sant'Angelo, Scalinata di Torre dei Giganti. I riflettori restano accesi, anche nel largo Tomba di Rotari

nota di Legambiente Circolo FestambienteSud - Monte Sant’Angelo.

I cittadini contestano un progetto sbagliato che rischia di distruggere i valori culturali della capitale della cultura pugliese.

È stato grande a Monte Sant’Angelo, il successo dell'iniziativa di venerdì 30 Giugno, promossa da Arci, Un Monte di Idee, Legambiente e Lega Consumatori, sul tema del rifacimento della scalinata monumentale di via Torre dei Giganti.

La nutrita partecipazione di tante cittadine e cittadini montanari e di numerosi turisti all'evento e alla discussione che ne è scaturita, oltre a costituire elemento di soddisfazione per chi l’ha promossa è stato il primo e più forte segnale dell'esigenza dei cittadini di dire la propria in ordine agli imminenti lavori di rifacimento di piazze e strade del centro storico di Monte Sant'Angelo (buffer zone del sito UNESCO e cuore della città che nel 2014 sarà capitale della cultura di Puglia).

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A conferma che è significativamente cresciuta negli anni una rinnovata sensibilità della popolazione ai temi dell'ambiente urbano e dell'identità culturale della Città. In particolare, non si può non registrare la chiara e nettamente maggioritaria scelta dei cittadini presenti a favore della salvaguardia della pietra di Monte, sottolineata anche dagli esperti che hanno introdotto la discussione, tratto identitario insostituibile della storia di Monte Sant'Angelo, presente tanto nella scalinata di Via Torre dei Giganti, quanto nell'area circostante la 'Tomba di Rotari'.

Dalla pubblica assemblea, infatti, è palesemente e chiaramente emersa la scelta a favore di un'opera di “restauro” della scalinata con il recupero dell'intero materiale esistente, contro un'idea di sostituzione dello stesso con nuovi materiali non meglio precisati o genericamente definiti come “pietra calcarea”. Da questo punto di vista, Legambiente è costretta a evidenziare come parziali e insoddisfacenti siano apparse le risposte dell'assessore ai lavori pubblici Giovanni Vergura.

Se è vero, infatti, che quest'ultimo si è reso ampiamente disponibile al pubblico confronto, cosa di cui si è espressamente dato giusto riconoscimento, è anche vero che negli interventi dello stesso non sono mancati ampi margini di non chiarezza circa le scelte che concretamente l'amministrazione comunale porrà in essere nell’esecuzione dei lavori in parola.

Non è ancora dato comprendere, a tutt'oggi, se si è disponibili a commutare un progetto di “ristrutturazione”, quale è al momento, in un progetto di “restauro”, come noi ci auguriamo e come si sono chiaramente espressi la maggior parte degli intervenuti.

Ricordiamo che la stima che è stata effettuata dai tecnici che sono stati incaricati dell’interventi limita al solo 30% la quantità di pietra locale recuperabile per le opere di rifacimento della scalinata di Via Torre dei Giganti e dell'area antistante la 'Tomba di Rotari'' e che pertanto il 70% di essa sarà sostituita con altri materiali edili.

Legambiente contesta questa stima che, oltre che essere superficiale, è spiegabile solo perché il progetto elaborato e in cantiere è improntato a un criterio di “riqualificazione” urbana che parte dal principio del rifacimento. Se fosse un progetto di “restauro” i criteri di valutazione sarebbero completamente diversi e si tenderebbe al recupero quasi totale del materiale esistente.

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Al termine dell'assemblea è stata formulata anche la proposta dell’istituzione di un tavolo di lavoro, tra amministrazione, cittadini, associazioni e tecnici, capace di pervenire in maniera interdisciplinare alla individuazione dei corretti interventi atti a salvaguardare la pietra di Monte esistente nei manufatti oggetto delle opere di rifacimento.

Ci auguriamo che tale proposta possa venire considerata e fatta propria dall'Amministrazione Comunale, onorando il principio della partecipazione dei cittadini e dei portatori di interesse collettivo alle scelte irreversibili che riguardano il futuro della città, nell'unico interesse della salvaguardia di elementi architettonici importantissimi della Città dell'Arcangelo e della sua stessa storia.

QUI IL VIDEO MESSAGGIO DELL'ASSESSORE GIOVANNI VERGURA

Così come ci auguriamo che l’amministrazione valuti attentamente la proposta di Legambiente di mettere a punto un progetto particolareggiato di restauro, prima che partano i lavori, per evitare di affidare a tecnici e maestranze destinatarie al momento di un mandato improprio, interventi delicati come quelli dei due siti succitati. Una cosa deve essere chiara: l'attenzione su questa vicenda non smetterà di essere alta e il destino della scalinata monumentale di via Torre dei Giganti e dell'area antistante la Tomba di Rotari continuerà a essere al centro dell’attenzione non solo di Legambiente, ma di tante cittadine e tanti cittadini di Monte Sant'Angelo.

Ci auguriamo che di questo si vorrà tener debito conto in una città UNESCO, finalista come Capitale italiana della Cultura per il 2025 e designata Capitale della Cultura di Puglia per il 2024.

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A Vieste c’è un filo conduttore che lega arte e storia e perciò la cultura: eventi di alto spessore, gremiti da chi ha fame e sete di conoscenza.

La sensibilità di chi la sta amministrando, ed è un dato di fatto consolidato e certificato dall’affluenza, è tale che non passa mese che Vieste è in prima pagina in molti media. Non solo per le sue bellezze naturali, note in tutto il mondo, anche per ciò che ospita culturalmente e artisticamente.

All’ordine del giorno, se è permesso dire aggregando spazio-tempo in un unico fattore estemporaneo, nella città famosa per Cristalda e Pizzomunno, chi è del luogo e chi è turista ha la possibilità di nutrire l’anima e la mente con le molteplici proposte culturali, formative per le loro unicità e sorprendentemente settoriali. Ciò vuol dire che Vieste è ricca di storia, la sua e quella proposta con altre realtà. Allo stesso tempo, però, quella storia contrappone ciò che fu a ciò che è, garantendo massima resa alle proposte in essere. In quest’alveo s’interseca l’arte moderna e contemporanea proposta. E a far da conduttore, precursore di come intendere l’arte godibile alla vista e razionale alla mente, è la modernità dei quadri che negli ultimi anni sono stati ospitati nelle varie location cittadine.

Bansky a Vieste” è l’ultima proposta, osando dire, rivoluzionaria di come concepire l’arte attraverso serigrafie autentiche e certificate da Pest Control Ltd., edizioni numerate fatte dall’artista l’anno 2003 e quello del 2010. Una mostra che nulla toglie ai più “puritani” dell’arte giacché l’artista inglese è tra i più accreditati al mondo per le sue estroverse manifestazioni artistiche, perlopiù di pace contrapposte alla guerra. Messaggi distinti della natura che prevale l’uomo, che basta un semplice schizzo raffigurato in gesto che comunica l’immensità dell’amore.

Filo conduttore voluto da chi ha proposto questa mostra, il gallerista foggiano Giuseppe Benvenuto, della Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia e Bari, che sta letteralmente pian piano sgretolando quel dogma che arte non è solo grandi quadri e capolavori del passato, conservati nei più prestigiosi musei mondiali. Una overture di colori organizzata da MetaMorfosi Eventi, nella veste del suo presidente Pietro Folena, con il Polo Culturale e il Comune di Vieste degnamente rappresentati dal Sindaco Giuseppe Nobiletti e l’Assessore alla Cultura Grazia Maria Starace. È anche, soprattutto, fruibilità dell’arte nel suo intrinseco valore inestimabile dell’opera mondana ma disegnata da mani divenute universali. Opere visitabili dal vivo, senza filtri e soprattutto di artisti in vita, un file rouge con quelli conservati gelosamente nelle teche familiari di chi fu.

Mostre viestane volute da amministratori sapientemente consci che di arte si può anche vivere, ma anche offrirle a platee variegate durante una vacanza. Il Museo Civico Archeologico Michele Petrone è uno di questi.

Come lo è l’intera area del santuario rupestre della grotta di Venere Sosandra, sull’isola di Sant’Eufemia, oggi visitabile, luogo roccioso dove l’archeologo prof. Giuliano Volpe, docente universitario e già Magnifico Rettore dell’Ateno foggiano, congiuntamente dalle Università di Bari e di Foggia e con il supporto dell’Associazione ASSO di Roma e della società ArcheoLogica, in regime di concessione del Ministero della Cultura-Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio di Foggia, ha condotto, e continua a farlo, scavi e studi per riportare alla luce ciò che anche un tempo Uria, cioè l’antica Vieste, custodiva. Un luogo che propone a tutti e alla luce del sole le sue immense ricchezze storiche. Uria era soprattutto meta di marinai che, durante la navigazione adriatica, ivi sostavano per recuperare acqua e viveri, esprimendo la loro devozione alla divinità, che qui aveva un suo luogo di culto, come ricordato anche da Catullo, nel Carme 36. O come l’iscrizione datata al 3 settembre 1002 che ricorda il passaggio del doge Pietro II Orseolo durante la spedizione, con 100 navi da guerra, in soccorso di Bari assediata dai Saraceni. Scoperte, appunto, per renderle godibili a tutti, comunicate con rassegne preposte, come il “Vieste Archeofilm”, la rassegna internazionale del cinema di archeologia, arte e ambiente, dove proiezioni gratuite nell’aperto cortile del Castello Svevo, sono spunto per conversazioni e interviste a protagonisti del settore.

Vieste Capitale della Cultura, in questo caso, di Capitanata; altro che altre proposte (scusate il gioco di parole) senza un progetto fruibile ma solo scritto su carta, con un dossier tra l’altro mai pubblicato, che sfrutta il nome e i luoghi ma senza preservarli e tantomeno renderli appetibili con intelligenti politiche culturali e turistiche. Una Vieste Capitale della Cultura pugliese se avesse formalizzato la sua candidatura per il 2024.

Questa è la sintesi dell’internazionalità culturale di Vieste, libera da veti e perentoriamente propositiva, che un giorno potrebbe avere una luce longeva più artistica, anche urbana, di Lighting Designer internazionali di madre Terra.

Quel filo conduttore è tenace di volontà, è spesso di cultura, è robusto di proposte fattibili ed economicamente appetibili per il bene del territorio e della comunità, è intrecciato da chi crede nel suo patrimonio culturale, è serrato da chi lo propone con la modernità del saper far arte per gli altri, è volano di economia e soprattutto di bellezza. Un filo tessuto sapientemente da oltre un anno a questa parte da proposte novecentesche con opere di Andy Warhol e che oggi continua a far trama per una tela che col vento in poppa porterà nuovi eventi e tutti unici.

Le chiacchiere di chi subordinato ha voluto contrapporsi all’innovazione di proporre quest’arte, anche come servizio e guadagno pubblico, quel vento le ha già dissolte, le ha portate via.

Quel filo conduttore è longevo perché si è saputo guardar oltre i confini di un territorio che non è solo spiaggia, mare e cartoline.

L’intervento del prof. Giuseppe Piemontese all’assemblea cittadina “Oltre le scale”, dal minuto 27’:30’’, di venerdì 30 giugno, dalle ore 18:30, presso la scalinata di Via Torre dei Giganti.

«Buonasera.

Sono il prof. Giuseppe Piemontese, della Società di Storia Patria per la Puglia, chiamato in causa per spiegare l’importanza storica di questa scalinata, che non a torto si chiama Via Torre dei Giganti. Del resto anche la denominazione toponomastica sta a significare il valore di un luogo e questo valore si acquisisce non da un giorno all’altro, ma attraverso i secoli e, quindi, qualora si debba intervenire, bisogna rispettare soprattutto la storia culturale di esso, l’identità specifica del luogo. Per questo mi sento di intervenire anche perché tutto la mia vita di uomo di cultura è improntata alla conoscenza e alla valorizzazione della nostra identità storica, che significa bellezza, cultura e civiltà e noi tutti siamo i testimoni di grandi civiltà che vanno al di là della nostra esistenza, ed esse acquistano valore attraverso vari percorsi culturali di cui siamo eredi. E, oggi, in un certo qual modo, mi sento quasi defraudato quando abbiamo presentato la candidatura Monte Capitale della Cultura Italiana 2025, in quanto, secondo noi, abbiamo una storia non inferiore a quella di Agrigento, soprattutto se  riferito  alla  nostra  storia  che  affonda  le  sue  radici  nella  cultura mediterranea, la cui storia fa da ponte fra Oriente ed Occidente, specie se il tutto oggi è rapportato al conflitto in atto fra il mondo occidentale e il mondo orientale, fra l’Islam e il Cristianesimo. Per questo dobbiamo continuare a difendere e a salvaguardare ciò che i nostri padri ci hanno lasciato.

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Ritornando un po’ all’oggetto di cui sono oggi stato interpellato, noi abbiamo di fronte una realtà che affonda la propria radice nella struttura delle antiche mura, che facevano da corollario al Rione Junno e, quindi, alla città micaelica sorta intorno al Santuario di San Michele e a tutto ciò che nei secoli è stato costruito, fra cui i monumenti espressione della cultura cristiana, ma anche della cultura greco-romana, che sta a fondamento del cristianesimo.

I due punti cardinali della nostra città sono: da una parte il Santuario di San Michele e dall’altra il Castello e, infatti, da questo punto in cui sto parlando, si vedono due prospettive: il Santuario e il Castello e questa scalinata è l’elemento di congiunzione fra di essi, cioè fra il sacro e il profano e, quindi, non può essere distrutta nè creare un manufatto nuovo, anche perché da alcune foto del Novecento, su in alto della scalinata, vi era, nel 1920, una torre di vedetta che faceva parte delle antiche mura della città e che in seguito è stata distrutta per costruire alcuni ambienti del Convento dei Cappuccini e della Chiesa di San Nicolò, costruiti rispettivamente nel 1595 e nel 1601. Convento che nasce fuori le mura, in quanto generalmente i Cappuccini avevano l’abitudine di costruire i loro conventi fuori le mura della città. In questo senso l’attuale scalinata aveva il compito di collegare il Rione Junno alla città, attraverso il Castello e il Santuario di San Michele.

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Quindi, noi non possiamo snaturare quella che è stata la nostra identità, distruggendo il vecchio, cioè l’antico. Nel mio articolo citato ho detto che bisogna restaurare la scalinata attuale, intervenire attraverso nuove metodologie, affinché quello che abbiamo della scalinata rimanga e venga utilizzato attraverso nuove tecniche conservative. Questo è il mio pensiero di storico, ma anche in quanto figlio di costruttore, che non si permetteva mai di abbattere tutto, conservando ciò che poteva servire ed essere utilizzato. Questo è il compito di un uomo di cultura e questo è anche il compito della nostra tradizione culturale e la politica deve incominciare ad essere più sensibile verso il proprio passato, verso la cultura locale a cui Monte deve il proprio passato. Un passato che deve costruire il proprio futuro. Monte esiste solo perché ha una sua tradizione, una sua identità culturale che non può essere annullata, né snaturata, distrutta, perché se si distrugge l’anima di un luogo, o come affermano i Greci il Daimon o spirito del luogo, oppure come dicevano i Latini il Genius Loci, si distrugge tutto ciò che appartiene all’anima degli uomini. Noi siamo andati avanti, in questi 3 millenni di storia, da quando si svilupparono sul Gargano le civiltà pre-elleniste, fra cui la civiltà daunia, con i suoi miti e i suoi culti, fra cui i culti di Calcante, di Podalirio, di

Diomede, di Pilunno, fino a quando, nella tarda antichità, non sorse il culto di San Michele. Noi abbiamo una storia antica tramandata dai nostri progenitori e il nostro compito, caro Assessore, è quello di continuare ciò che i nostri avi, i nostri progenitori ci hanno lasciato, nel rispetto dell’ambiente, con il suo patrimonio storico-artistico, tanto da diventare esso stesso un elemento peculiare per il futuro di Monte Sant’Angelo.

Monte senza cultura, senza la conoscenza e la valorizzazione dei Beni culturali non ha futuro, per cui la politica non deve isolarsi, ma deve cercare di coinvolgere gli elementi che vivono per la bellezza e l’identità culturale di un luogo particolare e unico come quello di Monte Sant’Angelo.

Grazie».

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nota degli Attivisti di Monte Sant'Angelo appartenenti al MoVimento 5 Stelle.

Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.

«Su iniziativa di alcune associazioni locali, culturali e non, venerdì 30 giugno, dalle ore 18:30, si è tenuta presso la scalinata di Via Torre dei Giganti, un'assemblea di cittadini per dibattere sulle sorti della monumentale scalinata adiacente l'ex convento dei cappuccini che da via Garibaldi porta al castello. L’evento è stato trasmesso in diretta su Facebook.

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L' obiettivo della riunione era quello di accertare la verità su quanto si dice in giro circa i lavori che a breve interesseranno, tra l'altro, anche la predetta scalinata. Corre voce, infatti, che tale monumento sarà interamente divelto e sostituito con una "bellissima scalinata in pietra di Apricena" simile a quella realizzata qualche tempo fa proprio per migliorare l'accessibilità al convento.

Subito dopo una breve introduzione del moderatore, hanno preso la parola i vari rappresentanti delle associazioni che hanno promosso l'iniziativa i quali, ognuno a proprio modo, hanno sottolineato la necessità che venga rivisto il progetto di smantellamento della scalinata, ognuno proponendo soluzioni alternative. Ciò che è parso chiaro a tutti e che sarebbe da evitare la costruzione ex novo del manufatto in argomento.

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Ha preso, in fine, la parola l'assessore locale ai Lavori Pubblici, Giovanni Vergura, che, cogliendo di sorpresa sia gli intervenuti prima di lui sia gran parte dei presenti, ha affermato che nulla di quanto paventato fa parte del progetto approvato dall'Amministrazione comunale con l’avallo della Sovrintendenza e che è, invece, prevista una restaurazione dell'esistente con l’eliminazione degli errori che sono stati perpetrati negli anni su quella infrastruttura.

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Perfino il moderatore ha voluto chiedere conferma all’assessore di quanto da lui affermato, questa volta però non ha ricevuto una chiara conferma per l'accavallamento di voci e brusii che hanno impedito o comunque rimandato la risposta. Si è quindi dato la parola al pubblico che con diversi interventi ha chiesto a più riprese i motivi che hanno indotto l'amministrazione a voler sostituire la scalinata e tutti ignorando quanto affermato dall'assessore che ha cominciato a prendere appunti riservandosi di dare un’unica risposta al termine del dibattito.

Particolarmente apprezzato dal pubblico l’intervento di un turista che ha voluto esprimere il proprio pensiero sia come turista sia come ingegnere, quale si è qualificato, affermando che in entrambi i casi, e ne ha spiegato le ragioni, lui era contrario allo smantellamento e favorevole al restauro.

Poi ci sono stati interventi politicizzati che hanno rovinato il dibattito. Particolarmente fuori luogo quello del padre dell'assessore, Lugi Vergura già amministratore della città, che non si è capito bene cosa o chi volesse difendere. Di sicuro, dopo aver premesso di aver lasciato da qualche tempo la politica, ha iniziato un comizio di quelli che si vedono solo alla chiusura della campagna elettorale.

Al termine ha ripreso la parola l’assessore. che ha ribadito la volontà di rispettare, come da contratto, tutte le particolarità della scalinata, compreso la sua tante volte invocata "anima", pena l'intitolazione, all' assessore, della "già via Torre de Giganti". E, citando un grande poeta: "...nui chiniam la fronte al Massimo Fattor che volle in lui creatore suo spirito più vasta orma stampar...".

In conclusione, noi attivisti di Monte Sant'Angelo, appartenenti al Movimento 5 Stelle, apprezziamo l'iniziativa delle associazioni locali e ci uniamo al grido di dolore di tutti quelli che non vogliono che la scalinata di via Torre dei Giganti venga demolita e sostituita con qualsiasi altro materiale che non sia la pietra con cui è stata costruita dai nostri avi».

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Il Nucleo Carabinieri TPC di Bari, nell'ambito delle attività investigative avviate sulle regioni di Puglia e Basilicata ma con riflessi sull’intero territorio nazionale e all’estero ha restituito, nel corso dell’anno 2022, al patrimonio culturale italiano, un ingente numero di beni culturali a rischio di definitiva dispersione sul territorio. L’attività operativa evidenzia, nel 2022, una graduale diminuzione dei reati contro il patrimonio culturale, anche alla luce delle innovazioni legislative che hanno inasprito il sistema sanzionatorio, rendendo più efficace l’attività repressiva. Sotto quest’ultimo profilo il Nucleo di Bari ha deferito all’Autorità Giudiziaria 119 persone per reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre tipologie di reato previste dal Codice dei beni Culturali e del paesaggio e dal Codice Penale.

Sono state eseguite 26 perquisizioni domiciliari e locali che hanno consentito il recupero di 3.707 beni culturali (erano 2.009 nel 2021), di cui 5 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 3613 reperti archeologici, 80 reperti paleontologici oltre a 9 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 2.811.500 per i beni autentici e di € 255.000 per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.

Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di reperti archeologici e numismatici di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. Provengono da queste due regioni, del resto, gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) illecitamente trasferiti e venduti all’estero. In tale quadro, nel 2022, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio. Le molteplici indagini investigative hanno consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 11 persone per lo specifico reato di scavo clandestino ma anche, attraverso l’attento monitoraggio delle piattaforme Marketplace ed e-commerce, ormai divenuti canali preferenziali per la compravendita di arte, il recupero di oltre 2600 reperti archeologici databili III e IV sec. a.C. con il contestuale deferimento di 55 persone per ricettazione di beni culturali appartenenti allo Stato.

In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo e in tale contesto sono state denunciate 29 persone.

Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bari ha permesso, altresì, di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:

  • 40 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
  • 11 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del MiC con la finalità di individuare i punti di criticità dei sistemi difensivi;
  • 86 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell'Arma Territoriale;
  • 64 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
  • 522 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.

Tra le operazioni più importanti dell’anno, anche a livello nazionale, è sicuramente da menzionare “FREEZING” che ha consentito il rimpatrio, dall’Austria, del dipinto “Caritas Romana” di Artemisia Gentileschi.

La tela seicentesca, appartenente all’eredità del Conte Giangirolamo II Acquaviva, già conservato presso il Castello Marchione di Conversano (BA), era stato esportato illecitamente dal territorio nazionale nel tentativo di commercializzarlo all’estero. Due persone sono state indagate e deferite all’Autorità Giudiziaria per truffa ed esportazione illecita di beni culturali. Le stesse, avevano presentato il dipinto, nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’Ufficio Esportazione (del Ministero della cultura) di Genova, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593 – 1653), dichiarando un valore economico decisamente sottostimato e tacendo il legame pertinenziale storicamente documentato con contesti architettonici vincolati (Castello di Conversano e, successivamente, Castello Marchione di Conversano, risalente al sec. XVI-XVII), riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione viziato dalla erronea rappresentazione e valutazione dei fatti posti a base della decisione della Commissione consultiva.

I privati proprietari, avevano fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto seicentesco a olio su tela (cm. 121x147) di straordinario pregio storico-artistico raffigurante Caritas romana (Storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX), già appartenente alla grande collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, affidandolo ad una prestigiosa Casa d’aste austriaca per massimizzare il ricavo economico derivante dalla vendita all’estero dell’opera, che sarebbe così stata sottratta definitivamente e irrimediabilmente al patrimonio culturale nazionale.

Le indagini, dirette dalla Procura di Bari, consentivano i rintracciare il dipinto presso la Casa d’aste in Vienna, dove veniva sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e in esecuzione di un provvedimento di freezing previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018 ed altresì di un sequestro preventivo emessi dal GIP del Tribunale di Bari in accoglimento delle richieste degli inquirenti, consentendo - con il coordinamento dell’organismo europeo di cooperazione giudiziaria penale Eurojust e la collaborazione della Polizia austriaca - di recuperare e rimpatriare l’opera, salvandola dal meccanismo speculativo implicante la definitiva sottrazione del bene al controllo statale sui beni culturali, ovvero la sua perdita a seguito di commercializzazione all’estero.

Altra importante attività investigativa avviata e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, consentiva di individuare una preziosa collezione archeologica, consistente in 103 reperti di natura ceramica risalenti al periodo compreso tra il V sec. a.C. e il I sec. d.C., di inestimabile valore storico- culturale ed importantissimo valore economico, custodita all’interno della sala riunioni della sede centrale della Banca Popolare di Bari. Le investigazioni, che hanno accertato l’assoluta estraneità della nuova dirigenza, secondo l’impostazione accusatoria, afferiscono ad un’operazione di compravendita di reperti archeologici perfezionata nell’anno 2009 dall’allora Amministratore Delegato dell’istituto bancario, che aveva fatto approvare al consiglio di amministrazione dell’istituto la proposta di acquisto per un controvalore di centomila euro a favore di collezionista privato. Tuttavia la raccolta archeologica, pur essendo stata denunciata alla competente Soprintendenza dagli originari proprietari, non aveva mai ottenuto la dichiarazione di legittimità di possesso. Le indagini hanno infatti acclarato l’illecita provenienza della stessa che, a fronte di una prima denuncia di possesso presentata nel 1993 nel numero di 41 reperti in piatti e vasellame, di fatto veniva incrementata fino a 103 pezzi formalmente e fisicamente ceduti alla Banca Popolare di Bari.

L’intera collezione, quindi, essendo interamente appartenente al patrimonio dello Stato Italiano, non essendo mai stata dimostrata la legittima detenzione in data antecedente al 1909 (Legge 364/1909), veniva sequestrata preventivamente su decreto del G.I.P. di Bari.

In data 14 settembre 2022 nel corso di una cerimonia questo Nucleo restituiva alla Chiesa di San Giovanni Battista in Casanova del Comune di Leonessa (RI) quattro preziose reliquie consistenti in un frammento della mangiatoia che fu la culla di Gesù Cristo, un frammento del mantello di San Giuseppe sposo, una porzione della cintura in cuoio di San Francesco D’Assisi e un frammento di pelle di San Carlo Borromeo, rubati dalla stessa Chiesa il 4 febbraio 1994 e recuperate da personale di questo Nucleo nel 2002 a seguito di una perquisizione eseguita in Perugia presso l’abitazione di un antiquario del posto.

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Dicembre 26, 2023 908

Una “prima fotografica” molto solidale. “Diversa-mente…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Quella del 06 dicembre 2023 è stata la prima serata di “Diversa-mente Insieme”, corso dedicato alla fotografia con obiettivo…
Dicembre 26, 2023 872

La Sindaca abbellisce, il cittadino sfregia. I fiori…

in Notizie Capitanata by Redazione
Due casi similari di estirpazione di fiori natalizi nel centro cittadino. E tutte e due per mano di cittadini, contravvenendo sia…
Dicembre 24, 2023 979

Da Foggia al Gargano passando per gli States. Le opere di…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Lo avevamo già conosciuto su questa testata giornalistica, e continueremo a farlo perché l’arte “Made in Capitanata” va diffusa,…
Dicembre 23, 2023 932

Foggia, Natale 2023. Viabilità urbana del 24 dicembre

in Notizie Capitanata by Redazione
I provvedimenti riguardano la circolazione per il 24 dicembre 2023 dalle ore 09:00 alle ore 21:00. Nella Città di Foggia, come da…
Dicembre 23, 2023 607

Rispetta la natura. Il decalogo natalizio di Plastic Free

in Attualità by Redazione
Luci, decorazioni, riunioni di famiglia con pranzi e cene di rito ma soprattutto regali. Le festività natalizie oltre ai nobili…
Dicembre 23, 2023 749

Oltre 2000 ordinanze questorili in Capitanata. Il…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
La Polizia di Stato di Foggia nell’anno 2023, nell’ambito della pianificazione e predisposizione di specifici servizi volti alla…
Dicembre 23, 2023 547

Fuochi d’artificio illegali e merce varia sequestrati a…

in Notizie Gargano by Redazione
Sono oltre 50.000 gli articoli natalizi pericolosi sequestrati, unitamente a circa 5.500 fuochi d’artificio, dai finanzieri della…
Dicembre 23, 2023 731

Rocambolesco inseguimento a Pesaro di un corriere della…

in Attualità by Redazione
fonte: NOCPress. Si ferma all’ALT della Polizia, fugge e dopo un rocambolesco inseguimento di circa 2 km si schianta contro…
Dicembre 22, 2023 563

"Gli Amici di San Pio" a Natale all'Angelo Blu, al fianco…

in Attualità by Redazione
Un abbraccio per trasferire calore ed emozioni anche se non si saprà mai cosa provocherà in chi lo riceverà… Natale è vicino, ma…
Dic 22, 2023 611

Tony di Corcia e il mito di Mina, le sue canzoni per dire la vita

in Attualità by Redazione
Mercoledì 27 dicembre, ore 18, nella Sala Fedora del Teatro U. Giordano di Foggia.…
Dic 22, 2023 526

“Spinnaker”, l’operazione contro l’attività illegale della pesca della Guardia…

in Notizie Gargano by Redazione
La Guardia Costiera conferma il proprio impegno - in dipendenza funzionale dal Ministero…
Dic 22, 2023 833

Vito Rubino, il triatleta che esalta il Gargano

in Attualità by a cura di Matteo Simone, Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
L'estate sembra essere un buon periodo per trascorrere alcuni giorni in Puglia,…
Dic 22, 2023 653

Foggia. Al Gino Lisa stanziati 10 milioni di euro a sostegno del regime SIEG

in Politica by Redazione
Sull’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia la Regione Puglia moltiplica i suoi impegni,…
Dic 22, 2023 711

Foggia, concittadini emigrati che rientrano. Accolti da Italia del Meridione…

in Politica by Redazione
Le segreterie cittadine e provinciali di IdM, unitamente alla rappresentanza consiliare…
Dic 22, 2023 680

A Roseto Valfortore il Centro territoriale di prima accoglienza della fauna…

in Notizie Capitanata by Redazione
Con l’approvazione della convenzione tra la Regione Puglia e il comune di Roseto…
Dic 22, 2023 506

Viabilità Capitanata. Traffico alternato sulla SP5 al km 1+095 per lavori

in Notizie Capitanata by Redazione
Il Dirigente del Settore Viabilità della Provincia, ing. Luciano Follieri con Ordinanza…
Dic 22, 2023 786

Da Caravaggio a José de Ribera. Monte urge di una Pinacoteca o un Museo d’Arte

in Cultura by a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia
La presentazione dell’ultima edizione del libro di Michele Cuppone su “Caravaggio, la…
Dic 22, 2023 606

San Severo è Capitale Italiana della Gentilezza 2024

in Notizie Capitanata by Redazione
E’ avvenuto il 17 dicembre 2023 a Novara, in Piemonte, in maniera ufficiale, il passaggio…
Dic 22, 2023 616

Di che pasta siamo fatti? Dagli spaghetti ai fusilli l’Unione Italiana Food…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Un'indagine Nielsen rivela le preferenze degli italiani in fatto di pasta. Nella…
Dic 22, 2023 673

Donatori sangue, la Regione Puglia firma convenzione con associazioni e…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Nella giornata odierna il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha…
Dic 22, 2023 522

Puglia, Servizio Civile. Ammessi i progetti Anci per 446 giovani volontari…

in Cronaca Gargano e Capitanata by Redazione
Con la pubblicazione odierna da parte del Dipartimento Politiche giovanili e SCU del…

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