Tempi duri per le scuole, non solo per le diatribe sulla didattica a distanza, bensì sui tempi atavici sul piano della sicurezza strutturale. Ormai sono decenni che le scuole italiane soffrono di un male che andrebbe curato di anno in anno. Invece i problemi son gli stessi e ritornano puntualmente quando l’irreparabile è a un passo dalla tragedia.
A Apricena il plesso scolastico Torelli è diventato un pericolo, con cantieri aperti e lavori fermi.
L’amministrazione comunale chiede aiuto «Non lasciateci soli. L’ass. regionale Piemontese è inesistente».
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Dal soffitto cade di tutto. Muri crepati e strutture pericolanti che minano la sicurezza. L'amm.ne ha già allertato il Vigili del Fuoco e per voce dello stesso Comune la circolazione stradale è stata bloccata su via Italia.
Nei prossimi giorni giungeranno altre info. Vi terremo informati.
Dalla sezione Archeoclub d'Italia di Pescara giunge questa presa di posizione.
De Collibus: “Acheoclub d'Italia condanna i lavori di pulizia che hanno rovinato il giardino dell’abazia di Santa Maria Arabona a Manoppello (PE). Chiediamo alla Soprintendenza Regionale del MIBAC di verificare se non sia stato anche violato il vincolo di tutela insistente sul monumento che potrebbe non essere limitato al solo edificio”.
“Anche Archeoclub d'Italia si unisce al grido di protesta e indignazione contro i lavori di “pulizia” che hanno gravemente colpito il giardino storico dell’abazia di Santa Maria Arabona a Manoppello (PE). Ci uniamo alla condanna unanime delle associazioni intervenute recentemente ed esprimiamo la nostra preoccupazione e il nostro disappunto per i lavori eseguiti nel giardino. Esso da sempre abbellisce il complesso dell'Abbazia con la sua cornice verdeggiante, ove si potevano ammirare piante interessanti e alberi secolari in una combinazione tra natura e sacro che ogni anno affascinava e attirava tanti turisti e appassionati di giardini e beni culturali. Il valore e l’importanza di un monumento non sono costituiti soltanto dalla sua storia e dalla sua qualità artistica ed architettonica, ma anche dall’intero contesto naturalistico e paesaggistico sul quale insiste. Pertanto chiediamo alla Soprintendenza Regionale del MIBAC di verificare se non sia stato anche violato il vincolo di tutela insistente sul monumento che potrebbe non essere limitato al solo edificio”. Lo ha affermato Giulio De Collibus, Presidente Onorario di Archeoclub d’Italia nazionale e Presidente di Archeoclub d’Italia di Pescara.
“Archeoclub d’Italia si unisce quindi alle numerose richieste avanzate alla Curia Vescovile, responsabile del monumento, di intervenire – ha continuato De Collibus - e di prendere provvedimenti contro chi ha prodotto un danno simile. Un giardino inserito nel 2016 nella guida nazionale dei giardini storici d’Italia non merita di essere scempiato in tal modo dall’inaccettabile decisione del Rettore dell’Abbazia di dare in gestione il giardino in mano a volontari non titolati e non esperti. Si faccia chiarezza al più presto sull’accaduto
Siamo solidali con la comunità di Manoppello che, in un momento difficile per il turismo a causa del covid e delle varie restrizioni, è costretta a subire danni su un bene amatissimo dai cittadini e dai residenti. Sappiamo che tanti cittadini si sono indignati per l'accaduto”.
Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.
“Mentre tutto tace dal centrodestra di Franco Landella e ci si permette di convocare la conferenza dei capigruppo- da me richiesta già da una settimana insieme ad altri due colleghi dell’opposizione, per la convocazione della seduta di Consiglio comunale nella quale sfiduciare il presidente che ha macchiato l’immagine della città- solo il prossimo 25 gennaio a pochi giorni utili dal primo febbraio termine ultimo per riunire l’assise, noi del M5S andiamo avanti, cerchiamo i problemi e tentiamo di risolverli. Questa mattina, su mia indicazione, sono stati aperti dei ticket per intervenire su numerose buche nei quartieri Cep, Ordona Sud e San Lorenzo”.
A parlare è il capogruppo al Comune di Foggia del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Fatigato, che, sollecitato da tantissimi cittadini indignati, sta presentando agli Uffici Comunali tutti i disservizi delle diverse periferie della città. Dalle buche alla potatura degli alberi, fino alle lampade guaste che condannano al buio parti di strade.
“Le periferie di Foggia sono lasciate allo sbando dall’amministrazione Landella. Via Sbano è diventata pressoché impercorribile per le enormi voragini, lo stesso vale per Viale Europa e Viale Imperiale, due arterie cittadine a lunga percorrenza, dove gli automobilisti per deviare le buche ed evitare danni ingenti alle loro autovetture spesso rischiano incidenti pericolosissimi. Non stanno meglio le vie interne dei quartieri, come Viale Kennedy o Via Castellino. Sfido chiunque a percorrere con la macchina Via Sbano. Senza parlare dei marciapiedi: la situazione in periferia è molto triste, nonostante le piste ciclabili, che stanno cambiando il volto del traffico cittadino, per ora ancora senza esito in termini di utilizzo del mezzo a due ruote”, osserva il consigliere comunale pentastellato.
“In Via Parini e in Via Virgilio molte lampade sono spente, i cittadini buttano i loro sacchetti in cassonetti vecchi decenni, tra l’altro anche incendiati. Da tempo ho segnalato il problema all’Amiu, senza risposta. Assente anche la potatura degli alberi in Via Sbano e Viale Kennedy, che pure ho indicato all’assessore Matteo De Martino. Tutto è lasciato al caso e all’incuria, come i ceppi dei pini abbattuti, che anziché essere estratti marciscono nel terreno con tutte le radici, non permettendo così la tempestiva piantumazione di nuovi alberi. Il sindaco e i suoi assessori la smettano di incolpare il Salva Enti: per ripristinare un chilometro di manto stradale si spendono circa 100mila euro. Perché non si agisce? Cosa aspetta la nostra amministrazione? O è davvero tutta una barzelletta la gestione di questa città?”, conclude Fatigato.
Immagini, solo quelle con un video, per porre in evidenza alla pubblica opinione, ma soprattutto a chi dovrebbe controllare e far rispettare norme anti-COVID19, cha a Foggia, il 05 gennaio 2021, alle ore 19:42, un giorno come tanti in pieno regime di “zona Rossa” il traffico era come se era in vigore la “zona Gialla”.
Il “fai da te” è la nuova regola da seguire?
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Redazione @newsGargano tutti i diritti riservati
Il post su facebook e il commento sono virali sul web. Mai si era assistito a una scena simile, a una soluzione all’impazzata, che farebbe rabbrividire il sangue a chi ci transita sopra.
Nelle foto scattate da Maurizio Marrese, libero professionista, ricercatore scientifico e naturalista, Presidente presso OA WWF Foggia, ma soprattutto battagliero contro le ingiustizie su fauna a flora, immortalano l’assurda soluzione intrapresa chissà da chi (forse da qualche agricoltore che per lavoro deve assolutamente attraversare quel ponte): due bidoni come sostegno a un ponte pericolante su un torrente.
«Un ponte sul Torrente Salsola (SP25). Ho visto tante cose "particolari e simpatiche" nel mio territorio, la Capitanata, ma questa soluzione casereccia e fai da te probabilmente le supera tutte. #tuttappost», l’amaro commento di Marrese.
Il ponte si trova, come specificato, vicino la SP25, in agro San Marco in Lamis, ed è l’unico che permette l’attraversamento del torrente Salsola, ormai prosciugato. Sicuramente è stato reso inagibile, perciò interdetto al traffico. Ma l’area è transitata da agricoltori, che ogni giorno lavorano i campi e si muovono con i loro mezzi, trattori in primis. Avere un ponte chiuso significherebbe bloccarli. Ecco che la necessità aguzza l’ingegno, pericoloso ma per ora l’unico, poiché nessuna istituzione ha provveduto a ripristinarlo e infine a renderlo fruibile.
Il pericolo c’è ed è palese. La spregiudicatezza di chi lo attraverso è tanta. Ma è tanta anche l’incuria amministrativa di chi dovrebbe intervenire. L’appello, come al solito e spesso inascoltato, va agli amministratori locali, a chi è preposto a intervenire, prima che la tragedia macchi di sangue ulteriormente una Capitanata attanagliata da strade disastrate, pericoli di dissesti idrogeologici, frane e altri ponti pericolanti dimenticati per diatribe burocratiche tra enti locali.
foto: @ Maurizio Marrese
@newsGargano tutti i diritti riservati
"Con le determine n. 608 del 14/12/2018 e n. 224 del 21/05/2019, la precedente Amministrazione Comunale progettava di valorizzare l’antica porta di accesso alla nostra Città, porta conosciuta oggi come “Arco Borrelli” e ubicata al termine di Via Fiani.
Il progetto di valorizzazione consisteva nel dare risalto a tutte le componenti architettoniche dell’Arco, mediante l’installazione di un sistema di illuminazione artistica. Per tale motivo con la determina dirigenziale n.608 si disponeva l’acquisto dei corpi illuminanti e relative componenti per l’illuminazione artistica, affidando la fornitura dei prodotti a una Ditta S.p.A. con sede a Recanati, mentre con la determina n.224 venivano impegnate le somme per l’affidamento dei lavori per l’installazione dei corpi illuminanti a una Ditta locale.
A tutt’oggi, il progetto non risulta mai partito, nonostante i proprietari privati dell’Arco Borrelli abbiano dato il loro assenso all’esecuzione dei lavori e nonostante tutto i lavori siano stati già programmati. Basterebbe, infatti, installare semplicemente i corpi illuminanti che, attualmente, giacciono in chissà quale locale comunale.
Portare a termine questo progetto potrebbe essere importantissimo per due motivi: sia per risaltare il valore artistico di questa straordinaria opera architettonica e sia per “Illuminare” le anime dei nostri concittadini provati da questa situazione di emergenza sanitaria che l’Italia sta vivendo".
È un fenomeno oramai diffuso, che dilaga in molti comuni. È quello delle baby gang, delinquenti minorenni che producono solo vandalismo, illegalità diffusa, disagi e disturbo alla quiete pubblica, danni a cose e persone, anche molto gravi.
A Foggia il fenomeno ha preso piede in particolar modo nelle zone centrali, quelle più trafficate e passeggiate; nella zona della Cattedrale e sue traverse e quella del Teatro Giordano, a piazza Mercato, sulla vasta area della zona pedonale e in piazza Giordano, davanti e dentro la Villa Comunale, su viale XXIV Maggio (meglio conosciuto viale della Stazione), a Piazza Italia.
La baby gang, definita “branco” nelle molteplici denunce fatte presso le Forze dell’ordine, è composta da ragazzini di un’età compresa tra gli 11 e 14 anni, qualcheduno e qualcheduna anche dai 16 in poi. Sono femmine e maschi con un lessico volgarissimo e offensivo verso tutti. Dalle loro bocche escono sono sproloqui e parolacce, offese, bestemmie e intimidazioni paragonabili a mafiosi. La dinamica di azione è sempre la stessa: scorribande di più gruppetti costituiti da 4 a 6 “delinquentelli” che disturbano, e se li riprendi o reagisci si scagliano violentemente con calci, pugni, schiaffi, a volte con oggetti contundenti. In meno di cinque minuti ne arrivano altri a sostegno, diventandone circa trenta, che assieme continuano a menar mani e piedi contro il soggetto malcapitato. Nel frattempo chi assiste tace, con omertosa paura, sapendo che alcuni di questi mini-mafiosi sono figli di delinquenti incalliti, di mafiosi, mal educati e spronati a far violenza.
Le Forze dell’ordine sono mesi che sono sommerse da chiamate di intervento e aiuto da parte di chi rimane vittima delle loro delinquenziali azioni, ma fino a ora nessuno è stato preso.
È un dramma cittadino, forse preso sottogamba. Questa gentaccia tra non molto diverrà più adulta e il passaggio dal pestaggio di gruppo all’omicidio è breve. Sono la metastasi di un cancro diffuso, che lo alimenta rendendolo più vasto e invasivo. Va assolutamente estirpato.
La settimana scorsa, il 10 ottobre 2020 alla ore 22 circa, furono i provocatori e poi la causa di un pestaggio di gruppo. Uno del branco per aver chiesto a una ragazza un numero di telefono, negato dalla stessa, una mini criminale di poco più di 11 anni prese a schiaffoni un’altra ragazza che stava tranquillamente consumando un panino col kebab. Era l’amica che stava difendendo la malcapitata. Il tutto è avvenuto mentre i malcapitati stavano fuori da un locale di kebab in piazza Umberto Giordano. Da lì a poco è scoppiata una rissa. Pugni, schiaffi, calci, spintoni, rompendo occhiali e cellulari a chi cercava di difendersi dal pestaggio di gruppo. Da cinque che erano in meno di tre minuti la baby gang è diventata di circa trenta “delinquentelli” contro quattro giovani di 17 anni. Un branco composto tutti da minorenni e con ragazzine che sembravano mafiose di lungo corso. Una tecnica collaudata e seriale, quella di ritrovarsi in branco, grazie anche al tam-tam delle varie messaggistiche per cellulari. Questo rifiuto umano di giovani delinquenti girano per la città a piccoli gruppi, creando confusione e provocando danni, per poi ritrovarsi in branco non appena sono in procinto di malmenare qualcuno, spesso da solo. Vili, abietti, feccia della società, mafiosi.
Fortuna ha voluto che i malcapitati siano fuggiti, trovando riparo, così facendo perdere le tracce per poi chiamare le Forze dell’ordine. Solo così la baby gang si è dileguata, purtroppo sparendo. Le Forze dell’ordine durante l’intervento hanno solo potuto costatare le ferite riportate dai malcapitati, tutti sotto evidente shock, raccogliendo l’ennesima denuncia di pestaggio di gruppo. Tuttavia, i poliziotti si son recati presso il locale di kebab, chiedendo e senza ricevere risposte, e controllando l’area ma non trovando nessuno. L’omertà ha vinto, purtroppo!
Chi ha subito il pestaggio di gruppo ha sporto denuncia presso la Questura di Foggia, fornendo anche indizi che potrebbero ricondurre ai “delinquentelli” simil-mafiosi, figli di mafiosi. Un particolare importante, ma omertoso e vile, poiché spesso è causa di mancata denuncia solo al proferir del cognome. Il Pronto Soccorso ha redatto un verbale per aggressione, con le cure apportate ai giovani malcapitati, con prognosi, parte integrante della denuncia.
Questo è solo uno delle azioni delinquenziali messe in pratica da questa gentaglia. Le loro scorribande prendono di mira persone, locali e abitazioni, autovetture, trasporti pubblici, tutto ciò che ritengono dover offendere, rompere, pestare. Si impadroniscono di portoni per ripararsi e nascondersi, minacciando i proprietari; alcuni di loro spacciano droga. Solo nella giornata di ieri, molti residenti delle aree che la baby gang frequentano, hanno allertato le Forze dell’ordine. Pur sapendo che sono ripresi dalle telecamere di videosorveglianza continuano le loro azioni vandaliche. Ieri, 17 ottobre 2020, hanno rotto, spezzandola in due, la barra automatica situata all'uscita del parcheggio Vincenzo Russo, dietro il Comune. «Avevano voglia di dondolarsi, sti infami» ha replicato un residente che ha cercato di redarguirli, per poi essere minacciato.
Il dramma, che è un fenomeno in crescita, preoccupa la popolazione, molta della quale purtroppo non denuncia e non li riconosce davanti alla legge quando questa le chiede un volto o un nome. Questi minorenni sono “figli d’arte”, di delinquenti incalliti, di mafiosi, che portano “…ahiloro” cognomi famosi nel casellario giudiziale foggiano e famigerati in tutta la Capitanata .Qualcuno replica dicendo che potrebbero cambiar vita. Un cancro in stato avanzato ha già segnato la sorte della vittima. Altro che rieducazione sociale di soggetti a rischio. A questi baby criminali, che spesso emulano le nuove paranze napoletane viste nelle serie televisive molto discutibili sul piano educazionale e molto remunerative a chi le scrive e produce, ci vuole polso duro, restrizioni esemplari, ci vuole il riformatorio.
E chi si erge come paladino di educazione dei minori sappia che non ha mai incontrato questa feccia della società, non ha mai assistito ai loro pestaggi di gruppo, non ha mai subito i loro atti criminali. Lo sappia!
Si spera che le Forze dell’ordine siano più solerti nell’acciuffarli, pur sapendo a chi appartengono, di riconoscerli e di pedinarli poiché sanno chi sono e come e dove agiscono: basterebbe seguirli per poi intervenire e affidarli al Tribunale dei Minori.
Il Prefetto ne tenga conto e agisca!
Gli alunni rischiano la Didattica a distanza a causa delle avverse condizioni meteorologiche e non per il Covid-19
Anno scolastico difficile per il Liceo Artistico “Sacro Cuore”di Cerignola che, oltre a dover fronteggiare, come tutte le scuole italiane, la minaccia del coronavirus si trova a dover affrontare l'allagamento di tutti gli ambienti scolastici del piano terra dell'istituto a causa di infiltrazioni di acqua piovana. Ieri 15 ottobre, infatti, gli alunni e le alunne del Liceo Artistico sono stati costretti ad abbandonare l'edificio scolastico perché il tetto con conteneva la pioggia.
“Sono mesi – ha affermato il Dirigente scolastico, Giuliana Colucci - che lavoriamo incessantemente per garantire il diritto alla studio alle nostre alunne e ai nostri alunni. Per proteggerli da questo virus insidioso abbiamo applicato meticolosamente la normativa anticovid. Purtroppo, però, siamo chiamati a fronteggiare un altro problema e chiediamo alla Provincia di intervenire il prima possibile”.
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Il problema risiede nell'attuale stato fatiscente del tetto dell'edificio che presenta diverse anomalie e lacerazioni a causa delle quali l'acqua piovana si infiltra e allaga circa 10 aule con relativi laboratori, in cui ci sono attrezzature costose e materiale elettrico che, a contatto con l'acqua, potrebbe innescare pericolosi cortocircuiti, in grado di mettere in pericolo la salute di alunni e personale scolastico.
“Quando piove – ha continuato il Dirigente Colucci – i nostri studenti non possono utilizzare i macchinari elettrici per ovvi motivi di sicurezza e questo è un grave limite per l'attività didattica che, con tanta fatica, stiamo portando avanti nonostante la pandemia. Ecco perché chiediamo all'Ente Provincia, da poco beneficiario di un cospicuo finanziamento di 12 milioni di euro, di poter intervenire tempestivamente per risolvere questa annosa problematica. Sono circa 10 anni che il Liceo Artistico 'Sacro Cuore' ha problemi di infiltrazioni, nonostante tre anni fa l'Amministrazione provinciale sia intervenuta con dei lavori di ripristino e manutenzione dei tetti della scuola. Questi interventi, tuttavia, non hanno risolto il problema”.
Negli ultimi tempi, inoltre, anche l'edificio del Liceo Classico comincia a presentare le stesse infiltrazioni in alcuni corridoi e in diverse aule.
Una “Lettera Aperta” come invito a tutti i genitori a scrivere alle isitituzioni cui è indirizzata la missiva. Una lettera/denuncia indirizzata alla SITA Trasporti Puglia, al servizio trasporti della Regione Puglia, al Sindaco di Monte Sant’Angelo, all’Ente per Provincia di Foggia, quella che un cittadino “Montanaro”, appunto di Monte Sant’Angelo, ha scritto per denunciare pubblicamente la grave e pericola situazione di affollamento e assembramento che dall’apertura delle scuole si sta verificando a bordo dei mezzi che accompagnano alunni e studenti presso i rispettivi plessi scolastici della Capitanata. Il periodo è particolare, con un’emergenza sanitaria, SARS-CoV-2 o CoVid-19 o Coronavirus… fate un po’ voi come chiamarla, che purtroppo sta seminando morte e con essa paura per genitori sempre col batticuore ogni qual volta i propri figli si recano a scuola.
Più volte, verbalmente ai responsabili delle strutture suddette, anche con post sul social network facebook, Pietro Accarrino, ha sollecitato a una maggiore attenzione, “gridando” a squarciagola che ci vogliono più mezzi per diminuire le persone a bordo, e perciò farle viaggiare in sicurezza e soprattutto a debita distanza, che poi è quella normata dai DPCM del Governo Italiano.
Purtroppo gli interlocutori sembrano far orecchie da mercante e la paura di genitori e figli aumenta. Ma queste persone che devono, e non dovrebbero, intervenire, hanno figli?
La Prefettura di Foggia, come organo di Stato in terra di Capitanata, ne prenda atto e solleciti gli enti succitati a rispettare norme, leggi e DPCM, come fanno le Autorità competenti e le Forze di polizia con tutti i cittadini.
[Redazione]
Di seguito la “Lettera Aperta” di Pietro Accarrino.
A: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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E, p.c. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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«Preso atto della continua evoluzione, purtroppo in senso negativo, dello stato emergenziale riconducibile alla pandemia da Covid 19 e tenuto conto delle disposizioni governative emanate sia a livello centrale sia a livello territoriale per contenere il diffondersi del virus, si è avuto modo di constatare che, spesso, a bordo degli autobus di codesta Spett.le Società vi è la totale mancanza di misure atte a tutelare la salute dei passeggeri.
Nella fattispecie si rappresenta che, specie in concomitanza delle corse destinate agli studenti e ai pendolari sulla tratta Monte Sant'Angelo-Foggia e ritorno, non vengono attuate le misure di prevenzione disposte per legge a partire dal cosiddetto “distanziamento sociale” visto che, oltre all’occupazione della totalità dei posti a sedere, vi sono numerosi viaggiatori in piedi.
Con la presente si vuole sollecitare la Società in indirizzo e gli Enti cui la presente è diretta per conoscenza a prendere i dovuti provvedimenti quali, ad esempio, il potenziamento delle corse in determinate fasce orarie e vigilare per una maggiore attuazione delle misure preventive e contenitive.
In attesa di sollecito riscontro, si porgono distinti saluti».
Il tema, pare, prender fuoco tra le parti politiche torremaggioresi. Dopo l’articolo/denuncia della Redazione, “Verde pubblico. A Torremaggiore è storia infinita…”, dopo l’intervento della Senatrice Naturale, del M5S, “Torremaggiore. Taglio alberi in pineta e zone verdi. La Senatrice Gisella Naturale chiede la sospensione della programmazione del taglio“, ora è la volta dell’opposizione del Governo di Città a fare l’affondo all’Amministrazione Di Pumpo, dalla quale si attende una risposta, che saremo lieti di pubblicare.
L'argomento è serio e riguarda il futuro del verde pubblico di Torremaggiore, sapendo che tra determinazioni sulla carta e interventi riqualificanti che da quello che si è visto, e si vede tuttora, in paese primeggia il marrone rinsecchito di fioriere seccate, aiuole senza fiori, una pineta poco fruibile e alberi contrassegnati da una X rossa tutt’uno con quelli che potrebbero essere sistemati, a parte quelli realmente pericolanti, ovviamente.
Leonardo De Vita e Massima Manzelli, Consiglieri comunali dell’opposizione, non le mandano a dire e di pari in passo agli articoli già pubblicati, fanno pervenire una nota stampa significativa.
«Ci sono temi che non hanno colore né bandiera, e su cui è necessaria sinergia e convergenza.
Il verde pubblico, il taglio degli alberi a motivo della pubblica incolumità, la pineta e la sua riqualificazione sono temi importanti che non possono essere affidati a scambi di opinioni, ma devono passare dalla chiarezza delle informazioni, dal confronto delle competenze, sino alla auspicabile condivisione delle scelte.
Perciò abbiamo chiesto al sindaco di convocare una conferenza di servizi allargata ad esperti e tecnici del posto per affrontare tali questioni con la necessaria coerenza e prossimità, e per avere esatta contezza di quanto già programmato.
Con altrettanta coerenza possiamo dire di aver registrato la sua disponibilità».
FOCUS
- Verde pubblico. A Torremaggiore è storia infinita…
- Torremaggiore. Taglio alberi in pineta e zone verdi. La Senatrice Gisella Naturale chiede la sospensione della programmazione del taglio