Forse è l’ennesimo gesto di tanti altri che hanno determinato la decisione, a quanto pare definitiva e inamovibile, di alcuni turisti del milanese che ogni anno trascorrevano le vacanze estive sul Gargano e a Vieste.
Non sono i primi a rinunciare alla “Perla del Gargano” preferendo località molisane, abruzzesi e salentine. Lo hanno fatto gli stessi foggiani che dopo molte estati hanno cambiato località turistica.
I motivi son legati, oltre allo stato di sicurezza e igiene urbana cui versano alcune mete turistiche garganiche, oltre al costo elevato nel periodo estivo dei negozi e bar, dei lidi, dei ristoranti, degli alberghi e B&B, oggi anche dal trattamento ricevuto dagli stessi residenti e dalla Polizia Locale.
In una nota giunta presso alcune redazioni stampa locali si legge: «Dopo due 2 anni diremo addio al Gargano, nella speranza che un giorno diventi un luogo pulito, accogliente e che non cerchi di prendere soldi ai turisti a tutti i costi. Vogliamo segnalare quello che - ahimè - succede in tante località balneari. I comuni per fare cassa fanno le multe più assurde. Ebbene questa volta è toccata a noi! Per quale ragione? Aver parcheggiato sulla carreggiata. Ovviamente non è così, avevamo solo la ruota anteriore sinistra che toccava leggermente la striscia bianca e per questo è scattata la multa».
È chiaro che la rimostranza dei turisti milanesi, legittima o no poiché il Codice della Strada è legge, è quel trattamento che, come suol dirsi, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
«Il Gargano ci è piaciuto tantissimo. Vieste è uno spettacolo –proseguono i turisti-, ma se dobbiamo essere trattati peggio di coloro che buttano la spazzatura per strada, non penso ci torneremo. Forse la nostra voce verrà letta come: “Ecco gli ennesimi turisti che si lamentano di tutto”. Ma davvero non è possibile essere trattati così. Sono sicuro che se chiedessi ad un avvocato, la multa potrebbe essere al 100% contestabile, ma lo faremo per non pagare 29,20? Ovviamente no. Questa è l'ennesima triste storia di gente che si allontana da una meta del Sud».
Del cimitero di Monte Sant’Angelo non si finisce mai di parlare. Se poco più di dieci mesi fa parte degli esterni erano diventati spazi per discariche abusive, se nove mesi fa fu al centro di polemiche per lo stato di degrado e abbandono degli spazi interni con intonaci ammalorati e mura fatiscenti, e sempre nello stesso periodo, precisamente durante la festa dei defunti rimase al buio e temporaneamente senza custode, anche se era all’interno come replicò il sindaco, vicenda che vide in prima linea sia La Rinascita Possibile per l’appalto cimiteriale scaduto, sia l’attuale (come allora) sindaco d’Arienzo che rispose a tono sulla non mancanza del custode e la mancata illuminazione, oggi quel luogo è nuovamente al centro delle attenzioni delle forze di opposizione politiche esterne al Consiglio comunale. Difatti l’associazione politico-culturale “Armonia” denuncia la chiusura dei bagni pubblici presenti all’interno del cimitero. Una chiusura, da quanto si apprende da una nota pervenuta in redazione, dovuta all’interruzione dell’erogazione dell’acqua giacché questa avrebbe inondato le gallerie del plesso. “Armonia” invita l’Amministrazione comunale, nella veste dell’assessore preposto, Giovanni Vergura, a intervenire al più presto.
Di seguito la nota di “Armonia”
“Alcuni giorni fa una delle gallerie del Cimitero è stata invasa dall'acqua. Sono cinque giorni, ormai, che nel Cimitero è stata interrotta la erogazione dell'acqua. Infatti, i bagni non sono utilizzabili.
Assessore Vergura, cosa aspetti a disporre i necessari interventi?
È nostro dovere scrivere e denunciare all'opinione pubblica, perché il silenzio non è solo collaborazione, ma anche connivenza!”
Nuovo preoccupante “rompicapo” per il presidente del Movimento Popolare Progetto MOLDAUNIA, l’ing. Gennaro Amodeo, che il 14 luglio scorso ha rinvenuto la sua autovettura danneggiata sotto la sua abitazione, a Foggia.
Sportello anteriore destro deformato e finestrino frantumato i danni subiti, ma senza nessun furto di ciò che vi era all’interno.
Prontamente l’ing. Amodeo ha sporto denuncia contro ignoti presso la Questura di Foggia, facendo presente che non è stata la prima volta ad aver subito danneggiamenti alla sua auto senza subire furti.
Il movente non è noto: forse solo un tentativo di furto dell’auto o un atto vandalico per la sua attività politica con il Movimento, che da anni cerca e chiede l’autonomia della Capitanata legata al Molise, in una nuova regione, la Moldaunia appunto. Una battaglia politica che lo ha visto sempre in prima linea, sposando varie cordate pur di portare a termine il progetto, che alletta i vari politici locali ma solo durante le varie campagne elettorali pur di accaparrarsi qualche voto in più. Un motivo in più per Amodeo di andare avanti, che vuol dimostrare che la Moldaunia non è il capriccio di chi vuol essere eletto, bensì un prospettico futuro per un territorio che storicamente affonda le sue radici nelle terre di Capitanata e Molise.
Su questa testata abbiamo raccontato la querelle degli archi rinvenuti sul muro di cinta dell’ex convento dei Cappuccini nella attuale villa comunale di Monte Sant’Angelo.
Molti son stati gli interventi da più parti politiche e cittadine, che chiedevano la temporanea sospensione dei lavori di ristrutturazione di quell’edificio presente in villa comunale, in attesa della risposta della Soprintendenza dei Beni Culturali. Tra rimostranze, denunce pubbliche sul web per la chiusura con la malta, ricostruzioni storiche sul convento per dimostrare la sua valenza storica e culturale, risposte di attesa del Comune, oggi finalmente è giunto il verdetto: i lavori di ristrutturazione a quel muro possono proseguire, senza tener conto, momentaneamente, degli archi.
“si deduce che le stesse possano essere attribuibili a precedenti fasi trasformative dell’ex Convento dei cappuccini, oramai inglobate nel palinsesto architettonico. Approfondimenti esaustivi debbano essere svolti in occasione di un futuro progetto di restauro che coinvolga l’interno del bene culturale, circostanza che consentirebbe di inquadrare le strutture soggiacenti all’interno del generale assetto trasformativo del palinsesto monumentale” la risposta della Soprintendenza dei Beni Culturali.
Una risposta che ha imbarazzato molti e che lascia quell’amaro in bocca per un bene architettonico che poteva essere restaurato mostrato come bene culturale e storico. A porlo in evidenza sono l’associazione politico-culturale “Armonia” e il Consigliere comunale d’opposizione di “A Monte”, Matteo Notarangelo, primi a far notare e interrogare Comune, Soprintendenza e storici dell’arte e della Letteratura, sul bene prima scoperto, poi ricoperto e infine inglobato, seppur momentaneamente, nei lavori di ristrutturazione e ammodernamento in villa comunale. E ciò accade proprio nel giorno che Notarangelo depositava l’interrogazione consiliare al sindaco. Un caso? Forse..o anche.
«Finalmente, dopo 15 giorni, la Sovrintendenza di Bari ha risposto –le prime parole dell’Ass. Armonia, che ha proseguito- Ribadiamo che se non ci fossero stati i comunicati delle forze di opposizione e, in piena autonomia, del Gruppo consiliare "A MONTE, la Sovrintendenza non sarebbe stata informata del rinvenimento degli archi. Sottolineiamo che anche per la Sovrintendenza quegli archi evidenziano la presenza di strutture inglobate nel "palinsesto architettonico" del Convento. Precisiamo, inoltre, che anche la Sovrintendenza è del parere che siano necessari "approfondimenti esaustivi". Ciò che ci sconcerta, però, è il fatto che con una semplice rimozione di alcune pietre si sarebbe potuto accertare la presenza e la consistenza di eventuali locali. Una verifica, comunque, indispensabile per decidere della utilità e necessità di predisporre un apposito progetto di restauro. Assessore Vergura, c'è stato sul cantiere il sopralluogo dei funzionari della Sovrintendenza? –Incalza Armonia-. C'è traccia, eventualmente, del sopralluogo nel parere? Assessore Vergura, non è il rinvenimento di quegli archi che ha rallentato i lavori. Si svegli! C'è un ritardo di ben 300 giorni su 240 pattuiti tra il Comune e l'ATI aggiudicataria! Si adoperi immediatamente per l'applicazione delle leggi. Ha attivato la procedura per comminare all'ATI le sanzioni di legge, considerato che questo enorme e ingiustificato ritardo ha causato notevoli danni alla collettività e al Comune?».
Il riferimento a Giovanni Vergura non è a caso, giacché da pochi giorni è l’assessore ai Lavori Pubblici, con deleghe ai lavori pubblici, manutenzione, arredo urbano, verde pubblico, patrimonio, servizi cimiteriali e sport, il quale interviene solo ora sulla vicenda, dopo la risposta della Soprintendenza. Un caso? Forse…o anche.
Degli stessi toni è Matteo Notarangelo che in una nota chiede al Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province Bat e Foggia che ha relazionato sul futuro degli archi: «Ma avete aperto? Avete verificato? Gli" approfondimenti esaustivi" verranno fatti? Se si, quando? Nella prossima vita? Ma secondo voi è una risposta? –pressa Notarangelo-. Dopo rismontiamo il chiosco? Questa sarebbe la città dei due siti UNESCO e candidata a Capitale della Cultura 2025? – sarcasticamente chiede-. Si può offendere l’intelligenza della gente?»
Un dato è certo, quegli archi saranno chiusi e chissà per quanto tempo. E' un po’ come quando le Soprintendenze non hanno denaro e decidono di chiudere il bene, nel caso spcifico di farlo sparire tra muri, inglobandolo nei metri quadrati di strutture ammodernate. O peggio ancora, tanto per citar un esempio che ha dell’impensabile, sotterrare il bene per, come dicono loro, sottrarlo a ladrocini, come sta avvenendo per la Tomba della Medusa, in agro Arpinova a Foggia, un sito archeologico risalente al III - II secolo a. C, che doveva diventare un polo museale con tanto di mega struttura che pareva un'astonave, visibile dall'A14 direzione Foggia-San Severo, dove son stati spesi, non investiti, miliardi di vecchie lire, che è il caso di dire andati in fumo, anzi in tasca.
Durante la Prima Assemblea “Rivoluzionaria”, ovviamente pacifica, del “Popolo in Rivoluzione”, è intervenuto anche l’economista prof. Nino Galloni, al secolo Antonino classe 1953, già direttore generale al ministero del Bilancio (Ministero dell'Economia), poi a quello del Lavoro. Il prof.re è autore di numerosissimi saggi, studi di economia e relatore di numerosissime conferenze internazionali. Dal 1987 al 1999 è stato docente presso la Cattolica di Milano, la Luiss di Roma e le Università di Napoli e Modena. Drante l’assemblea, tenuta il 25 giugno 2022, a Milano in Piazza Affari, non ha usato mezzi termini per informare i presenti e chi lo ha ascoltato sul web, sullo stato economico italiano. “Lo Stato sta distruggendo la nostra economia, il vero Made in Italy, la creatività e l’artigianato” definendolo un “colpo di Stato”. E lo dice con convinzione per la sua pluridecennale esperienza e attiva collaborazione con le istituzioni, cui sta combattendo dall’interno per far cambiare l’attuale modus operandi. Nino Galloni è presidente del Centro Studi Monetari, un'associazione per lo studio dei mercati finanziari e delle forme di moneta emettibili senza creare debito pubblico.
Di seguito il video del suo intervento.
Per info:
POPOLO in RIVOLUZIONE
https://sites.google.com/view/popoloinrivoluzione
https://www.facebook.com/Popoloinrivoluzione
https://t.me/popoloinrivoluzione
IL POPOLO PUO' DAVVERO CONTROLLARE LO STATO ITALIANO. SIAMO UNITI E CE LA FAREMO.
«La Federazione dei Verdi di Foggia (Europa Verde) con rammarico prende atto dell’abbattimento della vegetazione (alberi e arbusti) circostante un rudere su un’area di circa 18.000 mq in via Benedetto Croce – angolo via Maria De Prospero
Ci si chiede se l’abbattimento di alberi e arbusti abbia ottenuto un parere preventivo positivo e vincolante da parte dell’Ufficio Gestione del Verde del Comune di Foggia, organo competente in materia di Verde Pubblico ai sensi del REGOLAMENTO COMUNALE DEL VERDEPUBBLICO E PRIVATO del 2009.
L’art 6.4 di detto regolamento recita infatti “Fatti salvi i casi di pubblica incolumità̀, gli abbattimenti non dovranno essere eseguiti nei periodi in cui avviene la riproduzione dell'avifauna (marzo- settembre)”.
In riferimento a ciò, si vuole qui sottolineare che il terreno in oggetto non era semplicemente una somma di alberi e arbusti, ma un ecosistema molto complesso di cui alberi e arbusti erano solo la parte più vistosa, associata ad una specifica flora di erbe e animali che su queste piante si alimentavano, riproducevano e ne diffondevano i semi.
Era una piccola oasi di biodiversità in un contesto urbano, dove nidificavano diverse specie di passeriformi canori (Occhiocotto, Capinera, Luì piccolo, Cinciallegra, Cinciarella, Verzellino, Scricciolo, Passero domestico, Passera mattugia ecc. )
Si vuole qui ricordare che le aree verdi urbane mitigano molti dei fenomeni inquinanti che colpiscono i territori altamente urbanizzati, migliorando la qualità della vita di chi li abitae portando diversi benefici oggettivi:
a) migliorano la qualità dell’aria, intercettando le sostanze inquinanti e permettendo così di ridurle.
b) Concorrono ad un maggiore risparmio energetico - Le piante, infatti, aiutano a ridurre le temperature estive, attraverso la evapotraspirazione, e il cosiddetto effetto “isola di calore”
c) Regolano il ciclo dell’acqua
d) Rendono di fatto le città più resilienti ai cambiamenti climatici in atto.
A tutto ciò si aggiunga che le aree verdi assicurano anche notevoli benefici psico-fisici alle persone, influenzandone positivamente la qualità della vita, come emerge dalle ultime evidenze scientifiche che evidenziano una riduzione del rischio di numerose malattie croniche in età adulta, un’accelerazione del recupero dopo un intervento chirurgico, la riduzione dei ricoveri ospedalieri e della mortalità prematura, fino a migliori esiti della gravidanza e il miglioramento della salute mentale.
Come si evince dalla foto satellitare, l’ormai ex-area verde in questione, trovandosi in un contesto altamente cementificato, contribuiva a creare una “greenway”, una sorta di “autostrada verde” all’interno del tessuto urbano, un corridoio ecologico, dove specie animali e vegetali potevano vivere e muoversi all’interno della città.
Per tutti quanto esposto è fondamentale tutelare la presenza delle aree verdi in città e monitorarne la disponibilità per la popolazione, piuttosto che procedere alla loro distruzione per sostituirle con l’ennesimo manufatto di cemento di cui, francamente, non si sentiva la mancanza.
I Verdi chiedono pertanto alle autorità competenti di intervenire e di verificare se il regolamento del verde nonché le leggi a tutela della fauna selvatica siano state rispettate».
Titolare dell’azienda di sicurezza Sly Security Service, Danilo Quarto, ex patron dell’Audace Cerignola, è stato accusato di alcuni reati per evasioni fiscali legati alla sua azienda.
Il barese salito in cattedra per la storica promozione in serie C della squadra di calcio cerignolana e per i suoi tatuaggi su tutto il corpo, questa mattina, 21 giugno 2022, dalla Guardia di Finanza di Bari è stato sottoposto ad un ordine di sequestro preventivo dei beni per un valore di oltre 900mila euro.
Il sequestro, richiesto dal Sostituto Procuratore dott. Lanfranco Marazia, è stato emesso dal GIP del Tribunale di Bari dott. Francesco Mattiace.
Da quanto è stato reso noto attraverso alcuni organi di stampa nazionali, Danilo Quarto avrebbe evaso il fisco e i beni sequestrati sarebbero composti da immobili e mobili, partecipazioni societarie, prodotti di investimento e rapporti finanziari attivi.
Per la cronaca e per eliminare ogni vicinanza con la società calcistica cerignolana, Quarto subito dopo la promozione in C, avvenuta a quest’anno, ha lasciato la guida per consegnarla nuovamente alla famiglia Grieco, oggi alla presidenza.
Non si sa cosa nascondino quegli archi rinvenuti in Villa comunale, durante i lavori di ristrutturazione, sulle pareti dell’ex convento dei Cappuccini. Gli unici dati certi è che ci sono e vanno indagati e il Comune debba intervenire per approfondimenti in materia di preservazione di beni culturali interessando la Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti.
Da fonti storiche, con dovizia cronologica e ben studiate, del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia”, in sintesi “quelle opere murarie sono parte integrante della cinta muraria del convento monastico dei Cappuccini, fondato nel 1595, nel tempo (fino al 1730) trasformato in hospitium per malati colerici”.
Quindi, siamo innanzi a opere murarie di un certo valore storico-culturale-architettonico, che in base alle leggi vigenti vanno valutate e, semmai, preservate.
Tuttavia, chi sta svolgendo i lavori in Villa comunale ha ritenuto opportuno apporre la sua mano, intonacando parte degli archi e chiudendo parti aperte. Non si sa se sia stato fatto per preservare ciò che gli interni potrebbero conservare o per proseguire i lavori in corso. L’altro dato certo è che ad oggi il Comune di Monte Sant’Angelo, fresco di nuova elezione amministrativa e in procinto di formare una nuova Giunta in continuità con quella precedente, non ha risposto agli inviti dei molti cittadini, alle rimostranze di circoli associativi e interrogazioni dell’opposizione. Forse lo farà nei prossimi giorni, chissà rispondendo con una nota che tutto è al vaglio della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti. Si auspica tale risposta. Nel frattempo la società civile, quella culturale, l’associativa e politica, s’interroga informando pubblicamente.
In attesa di risposte dal sindaco, dagli uffici tecnici del Comune, che saremo lieti di pubblicare (inviate a questa testata giornalistica a mezzo email), ecco cronologicamente gli inviti, le rimostranze, le interrogazioni.
La Rinascita Possibile. “VILLA COMUNALE, APPARSI DUE ARCHI”. (17 giugno 2022)
Durante i lavori di ristrutturazione della Villa Comunale sono apparsi due archi. Prima che vengano coperti con un nuovo intonaco chiediamo che intervenga la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Bari, per verificarne il valore e la funzione originaria.
P.S.: Il presente comunicato è stato inviato via mail alla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Bari.
Arci Monte Sant'Angelo. La storia siamo noi? Ristrutturazione Villa Comunale (17 giugno 2022)
Apprendiamo con meraviglia ed un pizzico di orgoglio che durante i lavori di ristrutturazione della villa comunale, in particolare durante la rimozione dell'intonaco delle pareti della chiesa dei cappuccini e dell'ex convento, ex ospedale ed ora RSA, sono emersi degli archi in pietra come le foto in allegato possono ampiamente documentare.
Ci chiediamo qualche ente preposto si sia prodigato nel richiedere un tempestivo intervento della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti tale da coinvolgere un ente autorevole e capire se vi è una valenza storio culturale da mettere in risalto con un sopralluogo ed ispezione dei locali sottostanti giusto per correttezza nei confronti dei cittadini e della storia di questa città senza voler scomodare altre motivazioni
Rendiamo pubbliche le foto in ci siamo permessi di risaltare gli archi con un tratto di colore rosso.... almeno quelli che risultano essere più evidenti e magari ve ne sono altri... da un pò di informazioni raccolte in giro quello doveva essere un cimitero... magari qualche storico o archeologo di Monte Sant'Angelo potrebbe dare informazioni più in dettaglio nel merito e noi ne saremo ben felici di apprendere la storia della nostra città e lo inviteremo, altresì, ad organizzare un evento insieme.
La Rinascita Possibile. COSA C'È DIETRO GLI ARCHI DELLA VILLA COMUNALE? LETTERA APERTA AL SINDACO (19 giugno 2022)
Signor Sindaco,
nonostante la nostra richiesta pubblica di un intervento immediato della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Bari per verificare il valore e la funzione originaria degli archi apparsi durante i lavori di ristrutturazione della Villa Comunale, la ditta ha proceduto a coprirli con un nuovo intonaco.
Lei sa - o almeno dovrebbe sapere - che, se durante l'esecuzione di un lavoro pubblico vengono alla luce elementi o strutture nascosti di un bene culturale, qual è il Convento dei Cappuccini, limitatamente a quella parte i lavori devono essere immediatamente sospesi, per consentire alla Sovrintendenza di fare le proprie valutazioni.
Se la ditta ha coperto gli archi, vuol dire che Lei e l' Assessora alla Cultura non avete informato la Sovrintendenza di Bari.
Eppure, durante la campagna elettorale, tutti e due avete manifestato l'intento di lavorare per raggiungere l'ambizioso obiettivo di "Monte, capitale italiana della Cultura" (bella prova di coerenza!).
Pertanto, la invitiamo a chiedere immediatamente il sopralluogo dei tecnici della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Bari.
Ove ciò non dovesse accadere, saremo costretti a denunciare Lei e il Direttore dei lavori alle Autorità competenti.
P. S.: Opposizione consiliare, "se ci sei, batti un colpo!".
Matteo Notarangelo, Consigliere comunale d’opposizione. INTERROGAZIONE AL SINDACO. OGGETTO: VILLA COMUNALE TUTELA DEGLI ARCHI DELL'EX CONVENTO DEI CAPPUCCINI. (19 giugno 2022)
PREMESSO CHE:
l'art. 19 comma 1 del regolamento per l'organizzazione e il funzionamento del consiglio comunale consente al consigliere comunale di porre interrogazione al Sindaco e di chiederne risposta scritta;
DURANTE I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA COMUNALE, SONO RIAPPARSI DUE ARCHI, RISALENTI AD UN TEMPO PASSATO;
- non è auspicabile che vengano coperti con un nuovo intonaco, considerata la loro alta valenza storica;
- è obbligo che intervenga la Soprintendenza ai Beni Culturali di Bari, per verificarne il valore e la funzione originaria;
- la presente scoperte degli archi è già stata comunicata da alcuni cittadini e forze associative;
- sono stati inviati via mail alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Bari i relativi documenti;
- questa Pubblica Amministrazione e i suoi Responsabili sono ad oggi silenti;
INTERROGA IL SINDACO, PER SAPERE:
- come intende tutelare il bene storico-archeologico rivenuto;
- se ha predisposto e attivato le forze preposte alla tutela e conservazione del bene materiale scoperto;
- se il segretario comunale e tutti i responsabili locali hanno valutato se quanto portato a conoscenza evidenzia illeciti collegati all'azione amministrativa con conseguente dovere d'intervento/denuncia alle competenti Autorità.
Si chiede risposta scritta.
“ A Monte”. Rinvenimento archi villa comunale. Interrogato il sindaco (19 giugno 2022)
Nei giorni scorsi, durante i lavori di rifacimento della Villa Comunale, con la rimozione del vecchio intonaco di un muro di base che oggi ospita la Casa di Riposo ma anticamente erano locali di un ospedale, sono state rivenute le forme di antichi archi.
In data odierna, con una email PEC inviata all’indirizzo istituzionale, i Consiglieri eletti del Gruppo consiliare di opposizione “A Monte” hanno chiesto al Sindaco delucidazioni in merito, anche per cercare di capire se la ditta esecutrice dei lavori abbia informato il Comune di quanto rinvenuto.
Purtroppo, nelle ore successive al rinvenimento di quegli archi, la ditta ha intonacato di nuovo il muro.
- Chi ha autorizzato a nascondere quegli archi?
- Il Comune ha provveduto a fare una ricerca in merito?
- La Soprintendenza è stata informata anche per capire se quegli archi abbiano una valenza storico-architettonica?
Restiamo in attesa di risposte delle quali informeremo prontamente la cittadinanza.
"Temperatura rovente" tra il Consigliere regionale PD, Ruggiero Mennea, e il GAL Daunofantino. Dopo l’interrogazione del Consigliere per conoscere le – come scritto da Mennea- «conclamate irregolarità riscontrate nella risposta del 15/07/2021 alla mia interrogazione e relative alla DDP in primo S.A.L. n. 94270030136» che denuncia i «finanziamenti nell’ambito Programma di Sviluppo Rurale e le spese di gestione sostenute per l’attivazione di tutti gli interventi, le procedure di selezione del personale effettuate dal GAL Daunofantino, la mancata applicazione delle procedure di evidenza pubblica nella selezione del fornitore CLEAN FOVEA, le conclamate irregolarità (confermate dalla Commissione che ha valutato il ricorso gerarchico) nell’utilizzo del conto corrente dedicato». Non ci sta il GAL Daunofantino e ribatte con una replica dove spiega le ragioni, puntando il dito contro chi ostacola la sua attività regolarmente certificata.
Comunicato stampa pervenuto presso la nostra redazione.
Nota - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero.
Di seguito la replica del GAL Daunofantino.
«Il Gal Daunofantino, come diversi altri Gal pugliesi, è vittima della scorrettezza e dell’infedeltà di alcuni funzionari della Regione Puglia che hanno così offerto argomenti infondati e falsi a chi li utilizza per alimentare polemiche politiche strumentali. Dopo anni di atti e ricorsi è arrivato il momento di utilizzare anche lo strumento della querela per diffamazione a tutela dell’onorabilità dell’organizzazione e di chi la rappresenta.
È ormai acclarato che il GAL sia stato messo in grande difficoltà dall’inspiegabile avversione di chi, in Regione Puglia, ha esaminato la domanda di pagamento presentata il 17 novembre 2020 e non ha ammesso le spese rendicontate, circa 110.000 euro, poi riconosciute a seguito del ricorso gerarchico presentato dal Gal dall’esame di una Commissione nominata dalla Regione stessa appositamente. Quest’ultimo atto, quindi, smentisce l’affermazione del consigliere regionale Ruggero Mennea, riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, circa “le numerose irregolarità culminate nello stop da parte della Regione…”: tutte le spese e tutte le procedure, comprese quelle per l’assunzione del personale e delle ditte fornitrici, sono state ammesse in fase di riesame del ricorso gerarchico.
Se non bastasse quest’ultimo atto, lo dimostrano: il saldo dei pagamenti richiesti il 16.12.2019, per un ammontare di 75.054,12 euro della prima domanda di pagamento; l’esito positivo delle verifiche sulle procedure di assunzione del personale, da cui dipendeva anche la liquidazione citata, che ha svolto correttamente il proprio lavoro nonostante la mancata riscossione di stipendi e onorari per mesi; la corretta applicazione del meccanismo di “trascinamento” attuato dalla Regione Puglia per portare a compimento gli investimenti avviati nella programmazione 2007-2013 utilizzando i fondi della nuova programmazione e superare la carenza di liquidità del GAL.
Nessuno ha utilizzato i fondi europei per le vacanze al mare: ad essere finanziati sono stati progetti di cooperazione interterritoriale che hanno coinvolto due stabilimenti balneari di Margherita di Savoia nell’evento finale. Il presidente del GAL non ha utilizzato fondi della struttura per pagarsi gli stipendi o la macchina: nel primo caso, tutte le spese sostenute dal GAL fino ad ottobre 2018 sono state liquidate con fondi propri; quanto all’auto, è stata acquistata con fondi propri in ragione del fatto che il GAL opera come agenzia di sviluppo e svolge anche funzioni diverse dalla gestione dei fondi europei.
Il consigliere regionale Ruggero Mennea, piuttosto, avrebbe dovuto occuparsi dei pretestuosi ritardi nella liquidazione delle domande di pagamento che hanno danneggiato i tanti beneficiari pubblici e privati, i fornitori e i dipendenti, le attività in essere, l’equilibrio finanziario del GAL Daunofantino. Così come avrebbe dovuto encomiare la struttura tecnica che, nonostante le difficoltà e con assoluto senso di responsabilità, non ha mancato e non manca di adempiere al proprio lavoro istruendo e liquidando i 41 progetti approvati da parte di privati e i 5 progetti approvati dalle Amministrazioni Comunali socie, portando avanti gli impegni assunti con la sottoscrizione della Convenzione Gal - Regione Puglia e mettendo a disposizione le risorse assegnate a favore del territorio.
E dovrebbe occuparsi del fatto che ancora oggi, ad oltre un anno e mezzo dall’avvio di questo contenzioso e dopo che è stato riconosciuto totalmente (non parzialmente come scritto dalla Gazzetta del Mezzogiorno), le spese sostenute non sono state ancora liquidate. Il consigliere regionale Ruggero Mennea ne conosce il motivo?»
A seguire l’intervento, precdente alla replica del GAL Daunofantino, del Consigliere regionale Ruggiero Mennea, e l’interrogazione, con risposta scritta al Presidente del Consiglio Regionale Loredana Capone e all’Assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, foreste, Donato Pentassuglia.
«Quali azioni si intendono intraprendere nei confronti del GAL Daunofantino per le conclamate irregolarità riscontrate nella risposta del 15/07/2021 alla mia interrogazione e relative alla DDP in primo S.A.L. n. 94270030136, le quali irregolarità non sono state oggetto di ricorso gerarchico»
L’INTERROGAZIONE
«In risposta alla mia interrogazione del 21 aprile 2021, in data 15 luglio 2021 l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia evidenziava che dall’esame della DDP in primo S.A.L. n. 94270030136 – presentata dal GAL Daunofantino in data 29/04/2019 – di euro 100.197,33 emergevano numerose irregolarità, elencate nella stessa risposta, relative a: spese di beni e servizi, costi di gestione (personale, affitti e spese strumentali), utilizzo del conto corrente dedicato in maniera “non esclusiva”, scrive Mennea nella sua interrogazione.
Inoltre, dalla risposta risulta che il GAL Daunofantino ha una notevole esposizione debitoria verso banche, istituti di previdenza e privati, diversi contenziosi in essere ed una perdita di esercizio, nonostante una posta creditoria. Dal bilancio non si evince un regime di separazione contabile e fiscale tra attività Leader e attività extraLeader. Ancora, risulta che il GAL possiede un’autovettura, immobilizzazione incompatibile con l’attività Leader e non chiaramente specificata nel suo utilizzo”.
Con comunicazione di conclusione di procedimento prot. A00_030_26/11/2021_0015859, il R.U.P. Misura 19 – Sottomisura 19.4 dichiarava la non ammissibilità della DDP in secondo S.A.L. n. 04270160072 del 01/12/2020 di euro 111.401,93 per le medesime irregolarità riscontrate nella risposta alla mia interrogazione e citate al punto 2) che precede, vale a dire: a) irregolarità nelle procedure di selezione del personale che, vale la pena ricordare, devono essere effettuate secondo i principi e le regole dettate da Regolamenti Comunitari e da ogni altro Ente preposto al controllo della spesa pubblica.
Il GAL, infatti risulta non aver dimostrato di aver espletato procedure ad evidenza pubblica e con criteri comparativi; b) irregolarità nell’utilizzo del conto corrente dedicato. Dallo stesso risultano uscite pari a circa euro 280.000,00 destinati a beneficiari non legati all’attuazione delle attività Leader (consulenti vari, tecnici i cui costi relativi non sono stati richiesti a rimborso, prelevamenti in contanti, emissione di assegni circolari a favore di imprese di costruzione, strutture turistico/balneari, giroconti su altro conto corrente intestato al GAL, ed ulteriori voci); c) irregolarità nella selezione di fornitori di beni, lavori e servizi, in quanto il GAL non ha ottemperato alle norme sul rispetto della concorrenza sancite dalle vigenti disposizioni Comunitarie e nazionali in materia di appalti pubblici e del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i..
In seguito a ricorso gerarchico presentato dal GAL Daunofantino avverso la comunicazione di cui al punto 3), l’Autorità di Gestione del PSR Puglia 2014-2020 nominava una commissione, la quale, con decisione del 24/02/2022, accoglieva parzialmente il suddetto ricorso, in contrasto con quanto evidenziato nella comunicazione di conclusione di procedimento prot. A00_030_26/11/2021_0015859. Tuttavia, la Commissione respingeva il motivo di ricorso relativo alla irregolarità nell’utilizzo del conto corrente dedicato mentre, relativamente alla mancata applicazione delle procedure di evidenza pubblica nella selezione del fornitore CLEAN FOVEA (servizio di pulizia dei locali) rinviava alla RdSM per una successiva valutazione.
Ad ogni modo, il ricorso gerarchico non aveva ad oggetto le irregolarità evidenziate nella risposta alla mia interrogazione del 21 aprile 2021 – relative alla DDP in primo S.A.L. n. 94270030136, presentata dal GAL Daunofantino in data 29/04/2019 – di euro 100.197,33.
Tutto ciò premesso, si chiede di sapere:
- se sussistono le condizioni di proporzionalità, sia in termini economici che procedurali, tra le attività che attengono l’attuazione degli interventi previsti nella Strategia approvata dalla REGIONE PUGLIA in ambito Programma di Sviluppo Rurale e le spese di gestione sostenute per l’attivazione di tutti gli interventi;
- se sussistono ancora contenziosi e per quali cause e importi;
- se, all’esito della decisione del ricorso gerarchico, gli uffici preposti dell’Assessorato all’Agricoltura ritengono se le procedure di selezione del personale effettuate dal GAL Daunofantino sono rispettose o meno della normativa Comunitaria e ;nazionale e delle numerose Determinazioni dell’Autorità di Gestione del PSR Puglia 2014-2020, visto il contrasto con le conclusioni a cui è giunta, su questo tema, la Commissione di cui al punto 4) della narrativa;
- chi è l’attuale RdSM e quali sono le sue successive valutazioni in merito alla mancata applicazione delle procedure di evidenza pubblica nella selezione del fornitore CLEAN FOVEA (servizio di pulizia dei locali);
- quali azioni si intendono intraprendere nei confronti del GAL Daunofantino per le conclamate irregolarità riscontrate nella risposta del 15/07/2021 alla mia interrogazione e relative alla DDP in primo S.A.L. n. 94270030136, le quali irregolarità non sono state oggetto di ricorso gerarchico;
- quali azioni si intendono intraprendere nei confronti del GAL Daunofantino per le conclamate irregolarità (confermate dalla Commissione che ha valutato il ricorso gerarchico) nell’utilizzo del conto corrente dedicato”, conclude il consigliere regionale nella sua interrogazione».
nota stampa delle segreterie politiche di Torremaggiore Fratelli d'Italia, Forza Italia, Italia al centro, Gruppo Indipendente.
«Quello dei rifiuti è un tema altamente complesso per i profili normativi, gestionali e sociali.
Nel nostro paese il sistema di raccolta porta a porta nel corso della nuova gestione politico - amministrativa si sta rilevando particolarmente inefficace a giudicare dalla quantità dei rifiuti abbandonati nelle strade e nelle campagne, senza una corrispondente e combinata azione di repressione e recupero.
Se dunque siamo dinanzi ad un fenomeno diffuso di trasgressione, di assenza di risposta civica, sappiamo che non basterà un esercito per sanzionare i trasgressori. E di un esercito neppure disponiamo.
Per una Amministrazione (tutta) il tema dei rifiuti è la priorità. Niente assume più valore per una civile convivenza.
Una Amministrazione (tutta) non può permettersi di chiedere scusa per i disagi arrecati, quando è evidente che si annaspa, che non vi è nessuna vera "gestione" della complessità, e neppure della ordinarietà.
Una isola di "soccorso" che deve essere superata dal nuovo centro di raccolta dei rifiuti, destinata durevolmente a ridurre i disagi di una cattiva gestione , non può però "sparire" dalla sera alla mattina!
Senza un programma.
Senza avviso.
Senza soluzione.
Senza una Amministrazione!»