Avevamo chiuso il 2022 con una notizia che inorgogliva Foggia e la Capitanata e chi si era adoperato per ridare un’icona identitaria al popolo foggiano. “Il Volo” di Foggia è stato restaurato. A breve le "Ali sospese" ritorneranno al Gino Lisa. Era il 31 dicembre e festeggiavamo il Capodanno, certi dell'imminente lieto evento.
Invece dobbiamo ricrederci. La scultura realizzata nel 1970 dall’artista foggiano Gianfranco Rizzi de “Il Volo” e/o "Ali Sospese", identitaria dell’aeroporto Gino Lisa del capoluogo dauno, pare che non sarà, per ora, ricollocata. Un tempo era posta all’ingresso dell’aeroporto, poi fu rimossa per restauro.
Il 31 dicembre 2022 fu annunciato il suo restauro.
Oggi, a poco meno di 20 giorni l’amara notizia, che ha gelato chi aveva creduto nelle promesse di Aeroporti di Puglia (da qui, ADP).
“Il Volo” e/o "Ali Sospese", a quanto pare, né è stata restaurata, né sarà a breve ricollocata a Foggia.
Con le ultimazioni dei lavori della nuova rotatoria orbitale a ridosso dell’aeroporto Gino Lisa, in viale degli Aviatori, si era pensato e sperato, ma son solo i desideri dei cittadini e non è poco…, che la scultura avrebbe ritrovato “casa” al centro della nuova infrastruttura, a annunciare da lì a poco lo scalo foggiano. Un desiderio svanito nel nulla, con tanta delusione e rabbia per lo stato cui oggi ancora versa, smentendo le dichiarazioni di ADP.
A scoprirlo (ben ha fatto) è stato il Comitato Cittadinanza Attiva "La società civile", che con un post pubblicato sulla sua pagina social facebook svela le promesse fatue di ADP, avvisando in tempo reale il malfatto.
Oggi, “Il Volo” e/o "Ali Sospese" è abbandonato nelle campagne fuori San Severo, nel degrado. A testimonialo, senza ombra di dubbio, è una foto di “La Società Civile”, che duramente attacca ADP. Non è mancata la risposta di Antonio Maria Vasile, Presidente del Consiglio di Amministrazione, che rimarca le vicende della scultura e rispondendo ad alcuni commenti chiede dove ricollocarla, mettendo in evidenza che l’imponenza dell’opera necessita di più attenzioni.
Allora, perché a fine dicembre 2022 ADP scrisse che sarebbe stata ricollocata dopo il restauro, e non l'ha fatto? Perché prenderci in giro pubblicamente? Perché promettere e poi tirarsi indietro?
In un post di ADP pubblicato su facebook, il 15 settembre 2022, si leggeva: «ALI SOSPESE…… in Partenza da Foggia Mentre proseguono le procedure e il lavori per rendere operativo l’Aeroporto Gino Lisa di Foggia si sta per imbarcare “Ali Sospese “ l’Iconica opera d’arte ” di Gianfranco Rizzi tornerà a spiccare il volo. Per decenni, l’opera ha adornato l’ingresso dell’aeroporto Gino Lisa e li tornerà dopo il suo Viaggio in direzione Bari dove sarà sottoposta ad una cura di bellezza».
ADP, ci scusi, ma noi a Foggia non abbiamo l’anello al naso e tantomeno vorremmo che ci fosse messo da chi non mantiene promesse. Il Gino Lisa ha spiccato il volo e a breve avrà altre rotte in altre città, tale da collegare Foggia con Nord e Sud. Un traguardo raggiunto da ADP e che va riconosciuto, superato dala nostra società civile, volano per nuovi scali. Ma vorremmo anche che “Il Volo” e/o "Ali Sospese" ritorni a raffigurare un’identità iconica che ci appartiene.
[Il Volo - Ali Sospese quando era all'ingresso dell'aeroporto Gino Lisa - ph. manganofoggia.it]
Ecco il post pubblicato oggi, 17 dicembre 2023, sulla pagina facebbok de “La Società Civile”.
AVVISO AGLI ISCRITTI E AI CITTADINI TUTTI
«Purtroppo oggi, nostro malgrado, ci troviamo nella poco felice situazione di dovervi dare informazioni importanti e spiacevoli.
In qualità di cittadini e come comitato civico, abbiamo assunto degli impegni e lo abbiamo fatto, spesso, a discapito dei nostri impegni personali o dei momenti di svago.
Abbiamo deciso di credere nel valore di una Promessa e nella responsabilità di un impegno assunto.
Parliamo della scultura foggiana denominata Il Volo (si foggiana perché è nostra), parliamo di promesse fatte sul suo restauro proprio dalle istituzioni, ossia da Aeroporti di Puglia e il suo presidente Antonio Vasile, promesse formalizzate tramite PEC, tramite le pagine ufficiali e tramite conversazione telefonica.
No, non parliamo di promesse elettorali fatte dall'ultimo politicante, bensì di garanzie istituzionali:
“La scultura è pronta!” “è stato fatto un bando pubblico a ADP sosterrà le spese” “entro dicembre verrà ricollocata”.
Noi ci abbiamo creduto, abituati alla trasparenza e all'onestà che abbiamo fatto nostra, ci abbiamo sinceramente creduto ed abbiamo dato a tutti voi informazioni del tutto false in totale buona fede.
Parliamo di un ente regionale e del suo presidente, parliamo di date certe e promesse formali. Parliamo di prendere in giro, non solo un comitato cittadino ma tutta una comunità, un intero territorio.
Ora siamo qui a mostrarvi quello che mai avremmo potuto immaginare, la nostra memoria storica abbandonata in un rudere e messa peggio di prima.
Abbandonata in una campagna alle porte di San Severo esposta alle intemperie e più arrugginita di quando in pompa magna ADP la rimosse dal Gino Lisa, dichiarando fosse in viaggio per Bari per essere sottoposta a restauro.
Siamo qui a chiederci come si può deridere e sbeffeggiare una comunità già tanto attanagliata dai suoi problemi, come si può mentire nel ruolo di difensori e garanti delle comunità e soprattutto perché.. .
Non c'era alcun motivo eppure abbiamo ricevuto l'ennesima beffa alla nostra dignità, prima imponendo precise volontà politiche poi mentendo su questa questione.
Noi non ci stiamo, nessuna pacca sulla spalla, nessun compromesso, solo fatti.
Noi non vi crediamo più. Siamo soli e soli ci rialzeremo, solo tanta amarezza!»
La replica di Antonio Maria Vasile
[Il Volo - Ali Sospese su camion ADP il 15 settembre 2022 - ph. ADP]
«Per anni l’opera ‘Il Volo’ è stata abbandonata fino al deterioramento. Aeroporti di Puglia ha fatto in modo che la scultura potesse rivedere la luce e tornare a splendere. Per fare questo è stato necessario prelevarla dal capannone dove era custodita all’interno del ‘Gino Lisa’, farla visionare da esperti che hanno poi con molta cura ricomposto l’opera pezzo per pezzo. Ora tocca riportarla in aeroporto attraverso un trasporto eccezionale per il quale è stato previsto un appalto. Stesso iter anche per il posizionamento. A questo punto la domanda lecita è: “Dove posizionare un’opera così maestosa?”. E ci chiediamo anche: “Se al di là delle sterili polemiche, vi fosse un dialogo più costruttivo in cui i continui lamenti lasciassero il posto alle proposte?”
L’opera è in un deposito di Sansevero dove è stata rimontata. È alta 5 metri e serve un trasporto eccezionale. L’impresa a cui è stata affidata ha provveduto a rimontarla pezzo pezzo. Se avete la bontà di attendere vedrete che sarà presto ricollocata».
Forse diverranno legna da ardere per camini pronti a riscaldare giornate invernali, per cuocere carne e pesce sulla griglia, per castagne da arrostire, per momenti di cordialità e convivialità tra parenti e amici, tutti quegli alberi di ulivo che verranno “traslocati” (circa 400) di qualche metro più in là durante i lavori per la “sistemazione e ampliamento della strada litoranea Manfredonia - Mattinata”, meglio conosciuta come litoranea di Macchia.
I lavori sono in corso e anche i regolari espropri dei terreni e perciò degli alberi di ulivo presenti da decenni, forse secoli, in quell’area.
Un intervento dovuto per conferire maggiore sicurezza alla viabilità stradale, condiviso dai vari proprietari terrieri e completo di tutte le autorizzazioni del caso. L’Albo Pretorio, anche online, del Comune di Monte Sant’Angelo lo attesta e certifica.
Tuttavia si sono già presentati i primi problemi. Alcuni di quegli alberi sono stati già spiantati e ripiantati lungo i muretti di cinta della litoranea allargata, nei rispettivi campi di appartenenza, come previsto nel progetto. Quello che pare non vi sia traccia nel progetto è la cura degli ulivi. Il condizionale è d’obbligo giacché nella lettura dei vari documenti non v’è traccia della cura dopo il trapianto. Se così non fosse saremo ben lieti di darne smentita, con i documenti forniti dal Comune stesso. Siamo qui.
Infatti, non basta solo ripiantarli, bensì, quanto detto da esperti agronomi, hanno bisogno di continua acqua e sistemazione del terreno circostante, oltre alla cura dei germogli.
E qui nasce il problema sollevato da Giovanni Ciliberti, oggi imprenditore agricolo a Macchia di Monte Sant’Angelo, con uliveti e vigneti, già medico e direttore emerito U.O. Malattie Apparato Respiratorio Policlinico OO.RR. Foggia e già amministratore di Monte Sant’Angelo, che ha documentato con fotografie lo stato di abbandono degli alberi già trapiantati, alberi secchi, senza vita perciò alberi morti, alberi per legna da ardere, appunto.
Eppure il sindaco di Monte è un agronomo, iscritto all’albo dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Foggia, sezione “A” senior”, e certi interventi dovrebbe conoscerli. Lui ben sa che in quell’area vivono ulivi secolari e per dipiù protetti da leggi ferree, che gli ambientalisti giustamente hanno voluto inserire nell’ordinamento giuridico italiano. E qui nasce un altro problema, più etico e soprattutto di rispetto normativo che gli ambientalisti dovrebbero sollevare e far rispettare.
A tal uopo ci chiediamo e chiediamo a chi "lotta" per un ambiente, una natura, un verde migliore e protetto, ma Legambiente che da quelle parti è parte dell'humus territoriale, che dice? E soprattutto cosa fa?
Ovviamente l’appello è rivolto al sindaco Pierpaolo d’Arienzo (nel silenzio tombale e confinale di Legambiente) affinché provveda a far vivere quegli ulivi, trattandoli secondo le dinamiche previste e non solo assicurando il semplice trapianto.
È Natale ma a Macchia si sta consumando una prece ambientale, che i media locali sicuramente punteranno l’occhio.
Nel frattempo Giovanni Ciliberti s’interroga: «A Natale dobbiamo essere tutti più buoni, anche quando il lupo perde il pelo ma non il vizio?» Ma va oltre “denunciando” l’obbrobrio ambientale in essere: «Erano 20 alberi rigogliosi e forti ed ora sono morti, eppure gli avevano promesso un trasloco indolore in un luogo migliore perché appartengono ad una specie protetta dalle normative regionali e statali (centro raccolta rifiuti nei pressi della rotatoria per Monte a Macchia)», riferendosi ai suoi alberi trapiantati, poi rinsecchiti e infine morti.
«Tanti auguri di buon Natale a tutti gli amministratori comunali di Monte che si sono prodigati per realizzare tutto ciò -prosegue Ciliberti-. Questa sarà la medesima fine dei circa 400 ulivi che verranno sacrificati per l'allargamento di 3 km della litoranea di Macchia? Si dice che il rispetto dell'ambiente sia una caratteristica prevalente della sinistra, meno male! Fino ad oggi ne ho contato 266 di ulivi capitozzati e che verranno trapiantati a pochi metri dall'espianto dove passeranno a miglior vita perché nessuno provvederà a somministrare l'acqua necessaria per il loro attecchimento».
nota di + p. Franco Moscone crs, arcivescovo e Presidente di Casa Sollievo della Sofferenza.
«Vivendo ormai stabilmente in Casa Sollievo ho occasione di incontrare pazienti, provenienti da diverse regioni (soprattutto del Sud Italia) e parlare con infermieri, medici e primari.
Ho trovato scorretto come calcolo ed ingiusto per i diritti delle persone il sistema del "tetto di spesa extraregionale"!
Casa Sollievo ha già coperto questo ammontare da ottobre c.a., per cui è costretta o a rimandare indietro pazienti non anagraficamente pugliesi o ad assisterli senza copertura di spesa. Ho assistito ad un no detto ad un cittadino proveniente da Vicenza che intendeva nuovamente sottoporsi qui ad un intervento chirurgico mal riuscito nella sua regione.
Si tratta di un sistema iniquo (anche se supportato e regolato da legge dello Stato e dalle intese regionali).
È iniquo perché danneggia la gente del Sud che potrebbe e vorrebbe trovare in loco strutture sanitarie qualificate per le loro necessità e sono costrette a trasferte al Nord Italia.
È iniquo perché favorisce la sanità del Nord Italia, specie quella privata, allargando sempre più la forbice tra le due Italie: il Nord ed il Mezzogiorno.
Che dire? Come Presidente di un'Opera ospedaliera di livello riconosciuta a livello internazionale, e soprattutto come Vescovo di un territorio disagiato e per lo più dimenticato o sotto-attenzionato dallo Stato, non posso tacere e devo denunciare un sistema così costruito.
"Lasciatemelo scrivere: sa molto di favoritismo alle regioni del nord penalizzando fortemente gli ospedali privati accreditati nel sistema pubblico e che svolgono un ruolo fondamentale nel Servizio Sanitario Nazionale per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini"».
nota di Angelo Riccardi, ex sindaco di Manfredonia.
«“Dite a Riccardi che preferiamo che apre l’ano invece della bocca… Una persona così schifosa non dovrebbe più respirare... mercenario venduto prostituta!”.
Leggere un messaggio del genere indirizzato alla mia persona mi ha fatto ribrezzo, oltre ad avermi fatto comprendere il livello bassissimo che abbiamo raggiunto.
E così, ieri mattina, 22 novembre 2022, mi sono recato presso il Commissariato di Polizia per depositare l’ennesima querela contro chi pensa che gli insulti possano passare come critica politica o libertà di opinione.
La persona denunciata è rea di diffamazione aggravata, che va oltre ogni consentita tolleranza personale.
Visto che noti giornali online continuano a permettere come nulla fosse la partecipazione alla discussione su facebook di certi personaggi, da oggi querelerò tali soggetti ogni qual volta ci saranno gli estremi per poterlo fare.
Tutto ciò, nella remota speranza che s’impari a collegare il cervello prima di scrivere. E se in passato ho ritirato la querela dopo suppliche e scuse, da oggi me ne guarderò bene dal farlo».
[ndr] esprimere il proprio pensiero è inalienabile, un diritto costituzionale, normato da leggi che tutelano l’offeso se l’espressione lede la persona o cose. Molti credono che tutto è accettabile, che in virtù di un articolo presente nella Costituzione italiana, tutto si può dire, si può esprimere. Non è così. Come lo è la pubblicazione dei cosiddetti post sui social che se offensivi andrebbero rimossi per non incorrere in sanzioni e querele. E quest’ultimo compito spetta a chi amministra la pagina social, che, se non controllata, è denunciabile per omesso controllo. È la legge, che piaccia o meno. Ricordatevelo sempre! [ndr]
Il caso denunciato è l’ennesimo di tanti altri presenti in tante città italiane. Siamo a Cerignola, in via XXV Aprile, ed è il 26 ottobre 2022.
Forse non sortirà l’attenzione dovuta, vuoi perché forse è solitario, vuoi perché ormai è stato definito, vuoi perché i costi per cambiarlo sarebbero onerosi più di quelli per definirlo. Sta di fatto che è lì, a ostacolare il transito di chi purtroppo è meno fortunato di tanti altri.
Un palo della luce presente nel bel mezzo di uno scivolo per disabili è mostruosamente inconcepibile. Può essere che lo scivolo sia stato fatto già dov’era installato il palo. Non possiamo pensare che sia stato istallato dopo lo scivolo (umanamente è inimmaginabile). Come può essere che quel palo verrà rimosso alla fine dei lavori di ristrutturazione di pavimentazione pubblica ancora in svolgimento per dare priorità e fine ai lavori stradali, sfatando il concetto di pubblici costi onerosi da sostenere per riparare a una gaffe.
Tuttavia sta facendo discutere. I residenti se lo stanno chiedendo e con loro, giustamente (anche legalmente), chi in carrozzella si muove per la città. È una “cartolina” impresentabile per la città di Cerignola.
Crediamo, ma ne siamo certi, che l’Amministrazione comunale, come in queste ore giustamente è stata al fianco dei lavoratori nel manifestare contro il caro energia, proponendo soluzioni, lo sia al fianco dei disabili, attuando azioni che possano eliminare quell’obbrobrio mostruosamente inconcepibile.
Saremo ben lieti di pubblicare foto e testo dell'Amministrazione comunale a lavori svolti.
nota di Mario Giampietro, commissario Fratelli d’Italia Foggia.
Si pubblica la nota stampa pervenuta presso la nostra redazione.
Nota in premessa al comunicato stampa - Questo comunicato stampa è stato pubblicato integralmente come contributo esterno del mittente. Pertanto questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione. È divulgato come Diritto di Cronaca sancito nell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto libera manifestazione del pensiero. Per segnalare variazioni, rettifiche, precisazioni o comunicazioni in merito al presente comunicato è possibile inviare email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
«È stato bocciato il progetto PNRR per la ristrutturazione della Villa Comunale. L’ennesima occasione persa per la nostra città.
L’ennesima sciocchezza di questi commissari, che ci auguriamo lascino il prima possibile la nostra città.
Foggia cade a pezzi: pali ed alberi che si piegano come cartapesta, strade impraticabili, marciapiedi divelti, lavori fermi e incompiuti come i Campi Diomedei, mancanza di lavoro e di prospettiva, totale abbandono del territorio e della sua popolazione.
Chiediamo che il commissariamento non venga prolungato e di indire le elezioni amministrative a Marzo.
Foggia già così umiliata si merita di poter andare al voto e determinare il proprio destino.
Fratelli di Italia è pronto con programmi, uomini e donne seri e competenti a ricostruire una città all’avanguardia che possa guardare al futuro con orgoglio e fiducia.
“Foggia non deve essere famosa per il 108esimo posto (l’ultimo in Italia per vivibilità), non deve essere famosa per il degrado e la criminalità. Ma deve riprendersi quel ruolo di grande città del sud che aveva anni fa; anni in cui quando si parlava di Foggia bisognava veramente “sciacquarsi la bocca”. Noi siamo pronti. I cittadini sanno che scegliendo Fratelli d’Italia, scelgono un futuro fatto di serietà, scelte ed idee. Chi sceglie la sinistra e i 5stelle sceglie lo sfacelo di Michele Emiliano che gestisce la Regione Puglia come il suo cortiletto di casa sua.”»
Il Popolo in Rivoluzione, ovviamente pacifica, basandosi sulla protesta verbale con atti alla mano, ritorna a far parlare di sé. Come un ferro caldo batte sulle elezioni politiche appena concluse. A parte il risultato che ha letteralmente invertito la preferenza politica, dove gli italiani hanno indicato una guida di centrodestra a quella di centrosinistra, formalmente eleggendo i rappresentanti che decideranno chi governare, il Popolo in Rivoluzione affronta il serio problema dell’astensionismo, anche con un’analisi delle schede nulle e bianche.
Di seguito l’analisi del Popolo in Rivoluzione con i dati statistici da loro elaborati.
“Questa tornata elettorale ha reso palese ed evidente un dato inconfutabile, ovvero, che il popolo italiano è stufo di questo sistema politico basato sulla democrazia rappresentativa che in sostanza prevede la delegazione della sovranità nazionale ai partiti.
Gli italiani vogliono altro. Basti leggere i dati per farsene una ragione.
Il 43% degli italiani aventi diritto di voto (50.864.103 di elettori) non si riconoscono in un partito e non lo vogliono delegare.
Un confronto con la coalizione di destra che ha vinto le elezioni? Tutta la coalizione di destra ha la delega del 25% degli italiani (degli aventi diritto di voto). Il partito Fratelli d’Italia ha la delega del 14,6% degli italiani.
Si riportano un po’ di numeri e non di percentuali per farvi capire le differenze.
- ASTENUTI 20,2 MILIONI DI ITALIANI
- SCHEDE NULLE, BIANCHE E CONTESTATE 1,5 MILIONI DI ITALIANI
- COALIZIONE DI DESTRA 12,6 MILIONI DI ITALIANI
Tenete conto che unendo la coalizione di centrodestra con quella di centrosinistra non otterrete neanche 20 milioni di italiani e sarebbero già meno degli astenuti. Ancora peggio se si aggiungono le schede nulle e le bianche per ragion di forza agli astenuti. Semplificando, le schede nulle, le bianche e le contestate, sono persone che, seppur si sono recate ai seggi, sono in palese contrasto con il sistema politico attuale e non lo vogliono, non lo delegano.
Il totale di italiani che non vuole più una Democrazia rappresentativa sono quasi 22 milioni, senza contare chi nelle ultime settimane ha voluto, per gola, cedere al ricatto di Conte e di Berlusconi sulle solite promesse sul Reddito di Cittadinanza e sulle Pensioni o chi spera nell’anomalia, ovvero chi ha delegato la Meloni perché rimasta l’ultima che non ha mai governato e quindi “vediamo cosa farà”.
I tempi sono maturi e lo sono sempre di più. Sono maturi per una presa di posizione del Popolo italiano nei confronti di questa politica marcia e dannosa per la nazione.
È il momento che il Popolo sia Sovrano nei fatti e non solo nella Costituzione.
È il momento di cambiare veramente il paese.
Noi di Popolo in Rivoluzione vogliamo che il Popolo italiano sia Sovrano. Abbiamo invitato all’astensionismo come diritto a non legittimare un sistema politico che non accettiamo e non vogliamo.
Un astensionismo politico e non semplice menefreghismo o incapacità di lottare e fare. Anzi, è proprio il contrario: una chiara e forte volontà a non alimentare una democrazia falsa che ha per troppi decenni preso in giro gli italiani sottomettendoli a interessi altrui.
L’astensionismo in questa tornata elettorale è stato maggiore rispetto alle ultime elezioni politiche del 2018 di 10 punti percentuali e lo stesso vale per le schede nulle e bianche. È il dato più allarmante (per loro) di sempre.
Il dato sarebbe stato superiore se le forze anti-sistema si fossero unite in modo coordinato.
Senza coordinamento si sono ottenuti numeri importanti, ma si sarebbero potuti avere almeno altri 10 punti percentuali rasentando la metà effettiva deli elettori. Tale dato sarebbe stato un contraccolpo enorme.
Ma il dato è in aumento e lo sarà sempre di più”.
Per info:
POPOLO in RIVOLUZIONE
- Web Site: Popolo in Rivoluzione
- Facebook: Popolo in Rivoluzione
- Telegram: Popolo in Rivoluzione
IL POPOLO PUO' DAVVERO CONTROLLARE LO STATO ITALIANO. SIAMO UNITI E CE LA FAREMO.
È l’annuncio del Consigliere regionale Antonio Tutolo, esponente del Gruppo Misto e Presidente della Seconda Commissione, che questa mattina si era accampato e incatenato a Bari, davanti alla sede del Consiglio pugliese dando inizio a uno sciopero della fame che si è interrotto con la comunicazione della parte della presidenza.
«Con l’iniziativa di oggi sono riuscito nel mio intento: avere con urgenza una data certa e una nuova convocazione della seduta straordinaria del Consiglio regionale affinché si puntino i riflettori sulla “questione Provincia di Foggia”», che non comprende solo il problema della lotta alla criminalità, ma è molto più ampia e deve riguardare i piani per il futuro di questa terra che si sente abbandonata da tutti, dallo Stato come dal governo regionale.
Il territorio foggiano merita la stessa attenzione delle altre province pugliesi, le stesse possibilità di sviluppo e non di stare sempre agli ultimi posti delle classifiche nazionali. I problemi non si risolvono da soli e credo che invece ci sia una strategia precisa affinché la Capitanata resti com’è. Siamo una terra a vocazione agricola, ma abbiamo centinaia di ettari di terreno senza acqua perché non ci sono le infrastrutture necessarie, e non favoriamo l’insediamento di aziende che possano lavorare il prodotto che noi stessi coltiviamo. Vogliamo combattere la mafia con forze dell’ordine sotto organico e senza un adeguato numero di presidi giudiziari? Siamo alla follia.
Il problema principale della provincia di Foggia è che è mal rappresentata a livello politico e paga per scelte sbagliate commesse in passato.
Un Consiglio monotematico serve a riunirsi tutti insieme, a interfacciarsi con i rappresentanti pugliesi che abbiamo in Parlamento e chiedere loro che idee hanno per lo sviluppo della Capitanata e come vogliono attuarle. Altrimenti, che cosa sono stati eletti a fare? Finora è stato evidente lo scollamento tra la classe politica eletta, anche a livello regionale, e il territorio.
Il nuovo Governo ci dovrà dare delle soluzioni definitive e non emergenziali a problemi che ci portiamo dietro da decenni.
Ci sono 600mila cittadini sfiancati da questa situazione, che vedono i figli partire per l’Università e non tornare più, perché qui non c’è lavoro.
A loro dico che ho apprezzato tanto il sostegno che ho ricevuto oggi attraverso i social, ma che non basta. I “ci siamo anche noi” che ho letto devono trasformarsi in una presenza reale il giorno 26 agosto, alle 18.30, davanti alla Prefettura di Foggia, dove organizzerò un sit-in pacifico per chiedere con maggiore insistenza che Roma rivolga la sua attenzione alla Capitanata, che la vicinanza e gli interventi siano concreti.
Pertanto, invito tutti i cittadini a dare testimonianza vera del sostegno alla nostra terra - non a me - affinché dimostrino la loro fame di diritti e di opportunità per questo territorio, che non chiedono solo strumenti repressivi contro la mafia, ma un futuro vivibile».
Non solo furti di auto a iosa, anche negli appartamenti e in strada. È il drammatico resoconto di settimane di denunce dei foggiani alle autorità.
Luogo preferito dei borseggiatori, a quanto pare, non è più quello in periferia o nei vicoli al riparo da occhi indiscreti, bensì la centralissima piazza Giordano. A far coppia con essa sono le vie principali di Foggia, quelle più trafficate, più videosorvegliate, come se chi commette il furto si disinteressi di essere riconosciuto e/o pizzicato sul fatto.
È il caso del furto di una bicicletta, avvenuto ieri 19 agosto 2022. Come scritto sulla pagina social “Voce di Foggia”: «Furto di una mountain bike biammortizzata di colore nero e giallo appena perpetrato nei pressi della farmacia Santa Rita in viale Ofanto. Se riconoscete i malfattori o vedete la bici, chiamate il 113».
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Non è il primo furto di bicicletta o autovettura che fosse, perpetrata just in time e poi compiuto, che avviene nel capoluogo dauno. Di pari in passo si compiono saccheggi, approfittando delle case vuote per il periodo ferragostano, a volte anche con i legittimi proprietari o affittuari all'interno dell'appartamento ma di notte, durante il sonno. E chi si sveglia, oltre il forte spavento, o è minacciato o malmenato.
Ma il caso che più fa discutere in questi giorni, che pian piano si sta ritornando alla normalità del viver quotidiano, sono i borseggi che avvengono nell’area pedonale di Foggia, piazza Giordano in primis. Qui la sera la piazza è colma di persone, chi passeggia chi si siede sulle panchine mentre i loro piccoli giocano. C’è anche chi si ritrova con gli amici e tra una chiacchiera e una risata poggia sulla panchina o sui marmi delle aiuole il telefonino. Improvvisamente qualcuno passa con la bicicletta o con il monopattino elettrico, perfino in sella a una moto, e sfrecciando a gran velocità ruba quel telefonino. Come anche urtando la vittima la deruba della collanina, con annessi danni fisici, spesso gravi. Per fortuna che son calati i casi di risse, alcune capitano ancora, che in questi mesi hanno causato feriti gravi, inchieste in essere, controlli più mirati della Squadra Mobile, risse perlopiù con baby gang che prendono di mira una persona. Casi riportati anche di media nazionali.
Quelle zone in certe ore sono “orfane” di sorveglianza fisica delle Forze dell’ordine, spesso concentrate in quelle limitrofe, tra posti di blocco e controllo del territorio. Ordini dall'alto per i gavissimi casi efferati di omicidi. E se anche vi fossero chi borseggia non si cura di loro, sicuro di farla franca perché fugge, scomparendo nelle vie traverse, sicuro di non essere intercettato poiché con una bici o un monopattino elettrico è più "agile" di un’auto.
Ci vorrebbero più unità tra le Forze dell’ordine, equipaggiate su due ruote anziché quattro e che, come i loro antagonisti, sappiano destreggiarsi come biker di professione. Come pure un’illuminazione migliore e funzionale, oltre che funzionante.
Un dato allarmante, però e va detto a voce alta, è la totale inerzia delle Forze dell’ordine a contrastare il dilagante fenomeno del passaggio continuativo ad alta velocità di ragazzi e ragazze sui monopattini elettrici, che sfrontatamente minano l’incolumità delle persone che passeggiano o che si trattengono in cerchio in più zone dell’isola pedonale, dei bambini che giocano.
Intanto, il video del furto della biciletta nei pressi della farmacia Santa Rita in viale Ofanto è diventato virale sui social e i media. Si spera che qualcuno o qualcuna riconosca i ladri e denunci alle Autorità competenti.
A quanto pare a Monte Sant’Angelo, seppur in quota oltre gli 800 metri s.l.m., il clima è rovente. Se da una parte si annuncia solo sui social, come se dovessero festeggiare i “Mi piace” anziché delle concrete azioni per il bene comune e pubblico che vanno dapprima condivise con la comunità e non il contrario, dall’altro c’è chi con occhio attento e sempre vigile anche sulla sicurezza urbana, oltre a delibere e determinazioni unilaterali, si preoccupa di denunciare azioni che minano la salute e la natura. Un’opposizione consiliare che finalmente sta cercando di equilibrare una democrazia da tempo unilaterale. Si annunciano nuovi investimenti e costruzioni in controtendenza con la naturale crescita e vocazione territoriale, un nuovo concorso “pubblico” per n° 1 Istruttore Direttivo Cultura", categoria D, su 84 domande pervenute, sempre via social, e quando non se ne può far a meno sul sito istituzionale, disinteressandosi della preziosa e democratica funzione della stampa (sempre che non sia quella amica…). L’ultimo, sul concorso, è un annuncio che fa rima con un precedente che, seppur abbia seguito l’iter legale, ha destato molte perplessità sulla scelta.
Ragionando sul titolo “L’indecenza oltre la sacralità e la sicurezza urbana” è doveroso illustrare il caso del meet up “Monte in MoVimento” e dell’associazione politico-culturale “Armonia” che, in due distinti comunicati inviati in redazione, denunciano l’abbandono in strada di resti di bare estumulate. Non c’è limite alla decenza, alla sacralità, alla sicurezza sanitaria urbana.
«Ormai siamo all'indecenza! I resti delle bare estumulate, buttate all'aria aperta!» la denuncia pubblica con tanto di foto di “Monte in MoVimento”, che prosegue: «Una schifezza unica senza il rispetto di ciò che rappresentano e anche un grave negligenza che potrebbe portare a problemi di salute pubblica; la zona infatti è frequentata da animali, cani, gatti, uccelli, e non si sa mai cosa potrebbero portare con essi rovistando fra i resti delle bare corrose dal tempo. Sindaco, lo ripetiamo da più di 5 anni, DIMETTETEVI! Questa vergogna sarà segnalata alle autorità competenti!»
«Le condizioni di degrado in cui versa il nostro Cimitero peggiorano di giorno in giorno» la nota di “Armonia” che argomenta il caso affrontando altri problemi connessi ai servizi cimiteriali. «Ai montanari che sono giunti a Monte per trascorrere le ferie –prosegue l’associazione di Troiano-, se confrontano il passato e il presente, appariamo non per colpa nostra una Comunità che non ha più rispetto per i morti. Le condizioni igieniche del cimitero sono al limite della decenza. Il servizio di estumulazione non viene eseguito nel rispetto dei defunti. Infatti, i rifiuti speciali sono esposti all'aperto. Molti loculi dell'ossario non sono coperti dalle lapidi. Il servizio pubblico dell'illuminazione di fatto è a dir poco carente. La sostituzione delle lampade esauste avviene molto a rilento. Le condizioni statiche delle gallerie diventano sempre più precarie e pericolose. Date queste obiettive, inaccettabili condizioni del nostro Cimitero, l'Assessore Vergura ha solo due alternative: dimettersi o licenziare il Responsabile del servizio. A LUI LA SCELTA!»
In entrambe i casi il comun problema è posto in evidenza con le conseguenze igienico-sanitarie che potrebbero cagionare alla popolazione. E lo stesso è per le aspre critiche a un’Amministrazione comunale che preferisce confrontarsi e comunicare con chi gli aggrada, dove i minimi comun denominatori sono le dimissioni, dell’assessore Giovanni Vergura e della Giunta del sindaco Pierpaolo d’Arienzo, oltre a "chiedere la testa" del responsabile comunale del settore in oggetto.
E dire che nel 2025 Monte Sant’Angelo vorrebbe diventare la Capitale della Cultura italiana. Ce lo auguriamo, ma i presupposti e le “menti” lasciano molto, ma molto, a desiderare.