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Con l’avvento della Finappula del Gruppo Gelsomino il Marina di Manfredonia ha ritrovato la speranza di una nuova stagione.
Sommersa dai debiti della gestione “Rotice”, che al 6 settembre 2018 ha lasciato una eredità di 14 milioni di perdite e 37 milioni di debiti, la Gespo srl a breve chiuderà l’intera debitoria con i fondi che i f.lli Gelsomino hanno previsto di immettere nelle casse della società, pari a 8,5 milioni. Tanto è scritto nel verbale di assemblea dei soci del 29 dicembre 2018 dove solo la Finappula ha dichiarato la disponibilità ad immettere denaro, mentre Gianni ed Antonio Rotice non intendono versare neanche un euro.
Gli 8,5 milioni che affluiranno nelle casse della Gesposrl saranno utili a chiudere anche la debitoria con il Demanio che ha preso atto dell’attuale situazione revocando ogni paventata nefasta iniziativa,al contrario di quanto falsamente dichiarato da Rotice. E’ bene ricordare che la Gespo srl aveva accumulato con la gestione Rotice srl 1,5 milioni di debito con il Demanio!!!
Anche il Tribunale di Foggia è vicino al Marina del Gargano poiché, esaminate le prospettive evidenziate nella richiesta di proroga del concordato, ha concesso ulteriori 60 giorni per mettere a punto la procedura di ristrutturazione del debito.
Le lungaggini delle definizioni sono normali in operazioni complesse, soprattutto quando c’è chi rema contro, come nel Marina del Gargano, dove proprio Rotice Gianni con inconsistenti ed infruttuose, ma fastidiose e improvvide iniziative giudiziarie sta ostacolando la realizzazione del piano al fine di determinare il fallimento della Gesposrl utile a bloccare le iniziative della nuova governance che sta scoprendo utili elementi di responsabilità nella passata gestione; cioè si vuol capire come, nonostante il contributo pubblico di 20 milioni, siano stati accumulati 37 milioni di debiti e taluni soci, in primis Gianni Rotice, siano proprietari di locali e posti barca nel marina, che invece ha bisogno della vicinanza e del contributo disinteressato di tutti, delle istituzioni, del territorio, dei cittadini, di gente capace di gestirla. L’addebito di speculazione, forse, deve essere rivolto da Gianni Rotice a se stesso più che a chi a tutt’oggi ha previsto un investimento di 8,5 milioni di euro e in pochi mesi non ha compiuto alcuna operazione imprenditoriale, aumentando le finanze a disposizione del Marina per contribuire a pagare i debiti.
La speculazione, dovrebbe sapere Gianni Rotice è l’attitudine ad investire nulla ed a beneficiare di molto. E’ tutto ciò che è successo in marina, dove Mucafer e Moteroc sono fallite e gli altri soci sono proprietari di locali e posti barca.
L’appello dunque è a tutti i manfredoniani, che stiano vicino al nostro marina finalmente libero dalla speculazione, poiché tutt’insieme è possibile continuare a goderne della bellezza e dei meravigliosi tramonti che ci regala.
La dissennata diffusione di ingiustificati allarmismi con strumentale distorsione della realtà, dimenticando di essere il protagonista del recente passato di incapacità e dilettantismo gestionale con accumulo di un enorme debito, non fa onore a chi ricopre apicali cariche istituzionali della provincia di Foggia. In questo momento costui dovrebbe fare il mea culpa di aver lasciato la guida del marina per la costatazione della propria incapacità di dare al territorio una struttura finanziaria solida e duratura.
Stiano sereni i manfredoniani, ce la faremo, tutt’insieme ce la faremo.
Lunedì 11 febbraio, a partire dalle ore 10, nella "Sala del Tribunale" di Palazzo Dogana, l'Amministrazione comunale di Foggia ha organizzato l'evento intitolato "Quando essere Italiani era una colpa", celebrazione del "Giorno del Ricordo", solennità civile nazionale istituita "per commemorare le vittime delle foibe e dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la Seconda Guerra Mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale".
L'iniziativa, dedicata in particolare alle scuole secondarie superiori della città, è stata allestita con l'impegno dell'Assessorato comunale alla Pubblica Istruzione e del'Ufficio di Gabinetto del Sindaco, in collaborazione con la Compagnia Teatrale "Luce in Scena" di Foggia e con l'I.I.S.S. "Lanza-Perugini" di Foggia.
Dopo il saluto istituzionale del Sindaco di Foggia, Franco Landella, sono in programma:
- una piece teatrale curata dalla Compagnia "Luce in Scena" (attori: Giuseppe Marzio, Simona Ianigro, Davide Ventola, Alessandro Renella, Giorgia Pacca, Rosangela Onorato), diretta da Emanuele Pacca e Giuseppe Infante
- un concerto del coro del "Lanza-Perugini", diretto dal Maestro Giulia Panettieri
- una relazione storica sugli eventi commemorati nella ricorrenza, affidata all'Onorevole Paolo Agostinacchio, già Parlamentare e Sindaco di Foggia.
La manifestazione sarà presentata da Loris Castriota Skanderbegh.
Sabato 9 febbraio, ore 19, spazio live della Ubikdi Foggia. L’artista incontra il pubblico della sua città
In libreria, il nuovo lavoro discografico, prima del concerto di sabato 16 febbraio al Teatro Giordano
Una vita in musica, una vita a tempo e, insieme, una musica al di là del tempo: è questo il concept dietro l'album dell'artista Mara De Mutiis, edito da Caligola Records.Nella vita di Mara De Mutiis la musica ha sempre rappresentato una costante, un porto sicuro, fin da quando la memoria concede di preservare il ricordo. Così, in occasione del suo 40° compleanno, Mara decide di sancire il suo rapporto con il tempo e con la musica tramite la realizzazione di un disco: Out of Tempo, realizzato chiamando a raccolta gli amici musicisti e compositori, che le fanno così un regalo prezioso: delle composizioni per cui Mara stessa si impegna a scrivere il testo.
Il disco sarà presentato ufficialmente sabato 9 febbraio, alle ore 19, nello spazio live della Ubik di Foggia, prima del concerto in anteprima di sabato 16 febbraio al Teatro “Umberto Giordano”, in occasione dell'apertura del Festival dei Monti Dauni 2019, con la prima esecuzione assoluta dei brani. A conversare con la cantante, in libreria, sarà la giornalista Samantha Berardino.
Out of Tempo (Caligola Records, 2018). “Lo scorrere del Tempo porta alla riflessione, a guardarsi dentro ricercando i ricordi del passato e i sogni del futuro. - racconta Mara De Mutiis - La vita ci conduce sempre attraverso percorsi differenti e a volte capita di perdere la rotta e i punti di riferimento, ma il destino ci riprende invitandoci a sognare intensamente, riempiendo di vita ed emozioni le inevitabili attese, rendendo reale ciò che ha la sola parvenza di un sogno...”.Out of Tempo rappresenta la breve e intensa parentesi ‘fuori dal tempo’ di Mara De Mutiis. Si tratta della seconda produzione da leader della musicista, dopo The Men I Love, pubblicato da Dodicilune.Il risultato sono nove brani, nove frammenti di vita, nove pezzi di tempo che raccontano Mara, dell’amore per la sua Terra, l’amore per i figli, il dolore per la perdita, l’amore per la musica. Il primo a rispondere alla proposta è il M° Bruno Tommaso, figura fondamentale nella vita di Mara, professionalmente e soprattutto umanamente. Il lavoro è arricchito dalla presenza di importanti musicisti legati al territorio di Capitanata, ma noti in tutta Italia nei vari contesti jazz: Marco Contardi, Felice Lionetti, Michele Carrabba, Antonio Tosques, Gianni Iorio e diversi altri, senza dimenticare l’ensemble Alkemia Quartet, protagonista in due tracce dell’album.
Mara De Mutiis. Una delle voci jazz più talentuose in Italia ed eccezionale didatta. Grazie alla passione del padre Luciano, chitarrista autodidatta, si avvicina giovanissima al mondo della musica. Diplomata in Canto lirico presso il Conservatorio di Musica “G. Da Venosa” di Potenza e laureata con il massimo dei voti in Discipline musicali indirizzo Jazz presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia. Si laurea in Giurisprudenza e consegue un Master Universitario alla Sapienza di Roma in “Ideazione management e marketing degli eventi culturali”. Dal 1998 fa parte dell’orchestra del M° Bruno Tommaso, dal 2000 collabora con il compositore Dick Halligan (fondatore del gruppo Blood, Sweat and Tears). Nell’estate del 2002 partecipa ai seminari senesi di musica jazz al termine dei quali risulta essere vincitrice di una delle dieci borse di studio assegnate dall’Associazione Siena Jazz.
Per Apricena, per gli Apricenesi, ho deciso di ricandidarmi a Sindaco, con la LISTA CIVICA - UNITI PER CAMBIARE. Un atto di amore verso la mia città, di rispetto e riconoscenza verso chi in questi anni mi ha sostenuto e mi incita ad andare avanti. In questi 10 giorni mi avete emozionato per gli attestati di stima e l'invito a proseguire il percorso già avviato. Dobbiamo continuare a migliorare la nostra città. Lo dobbiamo ai nostri figli e alle future generazioni. Sono entusiasta e più determinato che mai!
Grazie a tutti!!
Antonio
Uno dei più grandi protagonisti del fotogiornalismo italiano del secondo Novecento. Questo è stato il bellunese Mario De Biasi, le cui foto più interessanti saranno esposte dall’8 al 28 febbraio prossimi nella Sala Grigia del Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza” di Foggia nella mostra “People”, organizzata dal Comune di Foggia.
L’inaugurazione è in programma venerdì 8 febbraio alle ore 18, con l’intervento del Sindaco di Foggia Franco Landella, dell’Assessore alla Cultura Anna Paola Giuliani, del Dirigente del settore comunale Cultura Carlo Dicesare e della curatrice Francesca Mezzadri, amica e assistente di De Biasi negli anni 2000.
In rassegna, circa 40 fotografie che De Biasi ha realizzato in tutto il mondo come inviato speciale della rivista “Epoca”, tra il 1953 e gli anni Ottanta.
Ci saranno anche alcune opere introduttive storiche e storicizzate, atte a far comprendere meglio il percorso professionale del celebre fotografo. Fra queste, aprirà la mostra “Gli Italiani si voltano”, notissima immagine che fu esposta nella mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim di New York, nel 1994, (con una giovanissima Moira Orfei come protagonista), e fu utilizzata come manifesto ufficiale della manifestazione.
Proprio in questi giorni, le foto di De Biasi sono esposte insieme a quelle dei più grandi fotografi italiani al museo M9 di Mestre nella mostra “L’Italia dei fotografi. 24 storie d’autore: 230 scatti in bianco e nero e a colori, per raccontare il Paese negli anni del ‘900.
L’Autore
Mario De Biasi è nato a Sois (Belluno) il 2 giugno 1923 ma è milanese d’adozione. Ha cominciato a occuparsi di fotografia nel 1945. Nel 1948 ha presentato la sua prima mostra personale. Nel 1953 è passato al professionismo entrando a far parte dello staff dei fotoreporter del settimanale “Epoca”, per il quale ha realizzato centinaia di copertine e innumerevoli reportage in ogni parte del mondo.
Ha esposto in innumerevoli mostre in Italia e all’estero ed ha pubblicato più di 90 libri di fotografie.
Nel 1982 è stato insignito del premio “Saint-Vincent” di giornalismo. Nel 1994 ha ricevuto il premio “Friuli Venezia Giulia” a Spilimbergo ed è stato premiato tra i primi 12 fotografi celebri nel mondo al Festival di Arles. Sempre nel 1994 la sua foto “Gli Italiani si voltano” è stata esposta al museo Guggenheim di New York nella mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” ed è stata utilizzata come locandina della manifestazione.
Nel 2003 è stato insignito dalla FIAF (Federazione Italiana Associazione Fotografiche) del titolo di Maestro della Fotografia italiana e, nel 2006, dell’Ambrogino d’Oro, prestigiosa onorificenza milanese. Oltre alla fotografia, si è appassionato al disegno e al colore. È morto a Milano il 27 maggio 2013.
Sulla scia della straordinaria esperienza internazionale del FIA Hill Climb Masters ospitato a ottobre, gli organizzatori puntano a un nuovo evento di prestigio per la classica cronoscalata umbra, che dal 23 al 25 agosto a Gubbio sarà nona prova del Campionato Italiano Velocità Montagna tra tante novità già in cantiere. Luca Uccellani confermato presidente
Gubbio (PG), 6 febbraio 2019. E' in pieno fermento nel Comitato Eugubino Corse Automobilistiche l'organizzazione del Trofeo Luigi Fagioli 2019. La 54esima edizione consecutiva sarà a Gubbio dal 23 al 25 agosto valida come nona prova del Campionato Italiano Velocità Montagna e arriva sulla scia di un 2018 straordinario. Nella scorsa stagione la classica cronoscalata umbra ha ospitato il round tricolore e poi, per la prima volta in Italia, il FIA Hill Climb Masters con 170 piloti da tutta Europa, riportando un successo senza precedenti per spettacolo sportivo, organizzazione e scenari, riconosciuto anche a livello internazionale e condiviso con la stessa FIA, AciSport e il Comune di Gubbio. Proprio sulla scia della straordinaria esperienza vissuta tra l'agosto e l'ottobre scorsi per il 2019 gli organizzatori del CECA puntano a un nuovo evento di prestigio che dal 23 al 25 agosto prossimi porti tante novità già al vaglio. Così sono diverse le idee che gli organizzatori eugubini stanno sviluppando per un appuntamento che non può più accontentarsi di vivere un'edizione tricolore “normale”. L'obiettivo diventa organizzare un evento “de luxe” che ricalchi alcune caratteristiche del FIA Masters e massimizzi l'esperienza internazionale dello scorso ottobre.
Con l'inizio del 2019 sono poi riprese anche le altre attività. Nei giorni scorsi il CECA ha confermato il consiglio direttivo con Luca Uccellani nel ruolo di presidente ed è tuttora in svolgimento un corso per commissari di gara e verificatori sportivi e tecnici in collaborazione con l'Automobile Club Perugia che sta coinvolgendo oltre 30 persone nella sede dell'associazione e nei locali adiacenti messi a disposizione dal Comune di Gubbio.
Il 54° Trofeo Fagioli, nona prova delle 12 che compongono il calendario 2019 del CIVM, si disputerà lungo il tracciato di 4150 metri che dal caratteristico centro storico di Gubbio sale a Madonna della Cima attraverso la Gola del Bottaccione, sito geologico di rilevanza mondiale in ambito scientifico e naturalistico.
“Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà”.
Questo dicono di lui e sarà proprio Donno il cantautore protagonista della prossima tappa di Mo’l’estate Spirit Festival, rassegna diretta da Stefano Starace, presso le Cantine Pisan-Battèl di San Severo, sabato 9 febbraio.
Massimo Donno si divide da diversi anni tra scrittura e cantautorato, tra progetti inediti e teatro. Realizza il suo primo album solista nel 2013, dal titolo “Amore e Marchette”, ottenendo ottime recensioni e calcando palchi in tutta Italia. Da lì apre numerosi concerti, da Daniele Silvestri a Nada e Fausto Mesolella, Concato, Musica Nuda etc. Diverse le collaborazioni tra teatro e musica, con Riccardo Tesi realizza “Partenze”, album uscito nel 2015, che varca i confini nazionali, tra i migliori album dell’anno anche per i giurati del Premio Tenco.
Nel 2017 pubblica un nuovo lavoro, libro e cd, dal titolo “Viva il Re!” con una serie di interviste e di scritti relativi al mondo delle bande, con importanti contributi. L’album racchiude nove tracce, di cui due inedite e sette tratte dai primi due album, riscritte e rilette con un ensemble bandistico di venti elementi, diretti da Emanuele Coluccia, con il prezioso contributo di Gabriele Mirabassi e Lucilla Galeazzi. Il disco risulta, per Smemoranda.it, uno dei migliori album indie del 2017 mentre l’autorevole Giornale della Musica lo colloca nelle migliori 20 uscite di world music.
Donno è attualmente in tour e ha toccato numerose città italiane ed europee come Milano, Roma, Torino, Bordeaux, Valencia, Bruxelles, Lussemburgo.
Dopo l’evento della Disabbondanza dello scoro dicembre, il Festival traghetta se stesso dalla XXV edizione al suo 25° anno, proponendo musica e gastronomia di qualità, in collaborazione con le Cantine Pisan-Battèl e Casa Sabatino e prevede degustazioni di altissima qualità a cura della cantina ospitante di Antonio Pisante e Leonardo Battello, le delizie di Forno Sammarco e la squisita norcineria di Michele Sabatino.
Ingresso su prenotazione, fino a esaurimento posti: 349/7742936 oppure 347/1078759
(ANSA) - Roma - "Venerdì 8 febbraio, alle ore 11 in diretta webtv, presso la Sala della Lupa a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si tiene l`iniziativa "Giuseppe Tatarella 8.2.1999 - 8.2.2019", organizzata in occasione del ventennale della scomparsa .Intervengono, dopo l`introduzione del presidente della Fondazione Alleanza Nazionale, Giuseppe Valentino, Gianni Letta, Roberto Maroni e Luciano Violante. Modera l`incontro il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano". Lo rende noto un comunicato della Camera dei Deputati.
(AdnKronos) Roma – Era il ‘ministro dell’armonia’ perchè era “il collante della coalizione del Polo al governo nei tanti momenti difficili che aveva Berlusconi”, ma “è anche vero che vi era un rapporto, non dico di armonia, ma di dialogo per cui poteva attagliarsi quella definizione anche in generale, con il restante mondo della politica”. Sergio Mattarella, vicepresidente del Consiglio, ricordava così, nel settembre del 1999, in un convegno a Cerignola, sua città natale, Pinuccio Tatarella, scomparso pochi mesi prima. Rivelando un aneddoto relativo a quello che era stato un suo predecessore a palazzo Chigi: all’indomani delle elezioni del 1994, lo aveva spinto ad accettare la carica di vicepremier.“Lui era perplesso -raccontò sempre in quell’occasione l’attuale Capo dello Stato- perchè lasciare il ruolo di capogruppo era una cosa che gli veniva piuttosto dura. Io gli dissi che lo capivo, ma lo spinsi, pur dall’opposizione, ad accettare, perchè dal mio punto di vista di oppositore pensavo che la presenza di Tatarella al governo, alla vicepresidenza, sarebbe stata un punto di dialogo, che sarebbe stato altrimenti difficile avere con altri”. Parole che dimostrano un feeling che ha sempre contrassegnato i rapporti tra i due uomini politici, testimoniato dalla presenza di Mattarella al convegno, in programma venerdì prossimo, 8 febbraio, alle 11, a Montecitorio, nella sala della Lupa, organizzato dalle Fondazioni ‘Tatarella’ e ‘Alleanza nazionale’ per ricordare a vent’anni dalla morte lo storico esponente prima del Msi e poi di An, che seppe traghettare la destra al governo, teorizzando la necessità di dar vita ad un Polo unico dei moderati.
20 ANNI DOPO PINUCCIO TATARELLA PIU’ VIVO CHE MAI
di Fabrizio Tatarella*
“La passione politica consiste nel credere in ciò che si fa, nell’amare la politica sia quando si è Vice Presidente del Consiglio sia quando si passa la notte a stampare un volantino in una sezione, la politica come battaglia per affermare le proprie idee, la politica con spirito di parte necessario a comporre quel tutto che poi è la vita democratica. Ecco, Tatarella era un uomo che aveva una grande passione politica, una passione politica che si forma in chi sale l’edificio anche del potere, degli onori, partendo dallo scantinato; ad ogni piano che sale sa che domani potrebbe ridiscendere quelle scale, ma questo non spezzerebbe la sua passione.”.
Sono già passati vent’anni dalla scomparsa di Pinuccio Tatarella, e, tra le tante, questa definizione di Massimo D’Alema, all’epoca Presidente del Consiglio, espressione del Pci e suo avversario, rispecchia più di ogni altra la vera essenza del Pinuccio politico, amministratore, uomo e giornalista.
In occasione del Ventennale della sua scomparsa la Fondazione An, partito da lui fondato, e la Fondazione Tatarella, fortemente voluta dal fratello Salvatore, hanno promosso per questo venerdì 8 febbraio (ore 11.00, alla Sala della Lupa della Camera dei Deputati) un convengo con alcuni dei protagonisti di quella stagione politica come Gianni Letta, Roberto Maroni, Luciano Violante e con l’importante e significativa presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella
In questi venti anni la politica è cambiata profondamente: i comizi, la colla dei manifesti, i volantinaggi per le strade sono un ricordo antico.
Di Tatarella è sempre stata sottolineata la lungimiranza, la capacità di andare oltre gli schemi, dialogando anche con le parti avversarie.
Pinuccio Tatarella era un uomo semplice e semplici erano i valori e le abitudini che ha conservato anche durante le più alte cariche istituzionali: giocava a carte a Bari vecchia con amici e passanti, girava senza scorta anche dopo un attentato fallito di stampo mafioso che gli aveva indirizzato una bomba, preferiva il contatto diretto con la sua gente, a prescindere dalle ideologie.
Per questo è difficile immaginarlo oggi, nell’era dei social network, mentre digita un post; fedele com’era alla sua macchina da scrivere dalla quale sono nati giornali e riviste per mano sua per divulgare cultura e politica.
Una passione, quella del giornalismo, ma anche uno strumento in cui credeva molto per formare le nuove generazioni.
Ma è stato proprio quel suo modo di fare, sempre spontaneo, imprevedibile e a volte irriverente, a fare di Pinuccio un uomo “social” prima ancora che i nuovi mezzi di comunicazione e diffusione della politica sostituissero il modo di interpretarla.
In questa giornata particolare, in cui si rinnova il ricordo da parte delle Istituzioni e del mondo politico in generale, il dolore dei parenti e degli amici, è giusto chiarire alcuni aspetti.
Pinuccio Tatarella appartiene a tutti.
A destra, a sinistra, a chi l’ha conosciuto e a chi ne ha solo potuto osservare i comportamenti o semplicemente sentito parlare.
Pinuccio appartiene alla storia politica del nostro paese, non solo a quella della destra italiana da cui orgogliosamente proviene, e a quella del centrodestra italiano che per primo ha immaginato tanto da esserne inserito di diritto nel Pantheon delle figure di riferimento politico e culturale.
Se è vero, come è vero, che la politica si declina nella buona amministrazione e nel realizzare qualcosa per la propria gente, Tatarella può essere considerato, a pieno titolo, un punto di riferimento e un esempio da seguire anche per la politica di oggi.
Orgogliosamente espressione del suo territorio, è stato un vero e proprio “artigiano della politica”, fondatore di giornali, ideatore di dibattiti, convegni e iniziative culturali.
“Non si può governare un paese senza amare la sua gente e la sua terra”, era solito asserire.
Ha lasciato un segno tangibile anche della sua azione politica da assessore alle Culture del Comune di Bari, fino alla costruzione del più moderno Ospedale pugliese, quello di Cerignola, che dal Governo fece finanziare e che non a caso è, oggi, a lui intitolato.
Il suo percorso non è stato né facile, né veloce; è stato raggiunto con umiltà, perseveranza, impegno, tenacia e passione, insieme alla cultura, alla competenza, alla lealtà e alla lungimiranza.
Tutte queste doti e caratteristiche che mancano alla politica di oggi hanno fatto di quel giovane proveniente dalla “rossa” Cerignola e che per decenni aveva combattuto nelle strade e nelle piazze di Bari una solitaria battaglia politica, un uomo che ha contribuito in modo decisivo e incisivo alla nascita di una destra democratica nel nostro Paese e al superamento di vecchi steccati ideologici tipici del Novecento.
Profetiche e veritiere furono le parole di Luciano Violante pronunciate tanti anni fa: “Tatarella ci ha insegnato la differenza tra morire e finire. Grazie alla sua personalità generosa e alla sua frenetica attività politica a distanza di tanti anni molti ancora lo ricordano e la politica a lui fa sempre costante riferimento. Ecco perché Tatarella è morto, ma non è finito.”
*Vice Presidente Fondazione Tatarella
«Come amministrazione comunale abbiamo sempre promosso ogni forma di coinvolgimento allargata a tutte le categorie cittadine, convinti che solo favorendo la partecipazione possano trovarsi soluzioni condivise e programmare azione efficaci per lo sviluppo economico e sociale di San Giovanni Rotondo». Così il sindaco Costanzo Cascavilla introducendo l'incontro propedeutico della Consulta del turismo, convocata questa mattina nella sala consiliare della residenza municipale.
A fare gli onori di casa il consigliere delegato Gaetano Cusenza che ha promosso l'incontro con un'ampia partecipazione e un dibattito costruttivo che lascia ben sperare per un pronto rilancio del turismo a San Giovanni Rotondo.
«Perché una consulta del turismo?», sottolinea Cusenza che continua: «Prima di tutto occorre sottolineare che si viene a San Giovanni Rotondo prioritariamente per motivi religiosi. Nella nostra città salgono i pellegrini, e se salgono i turisti è perché decidono di essere per un giorno pellegrini. Poi occorre dare concretezza alle tante potenzialità della città e garantire un'accoglienza sempre migliore e qualificata, ma anche per essere da stimolo per l'amministrazione comunale, in modo da promuovere progetti integrati con il territorio e capaci di coinvolgere altri Comuni a tutto vantaggio dell'ospitalità e di un turismo diversificato.»
Cusenza ha anche offerto alcuni spunti per avviare la discussione, come la possibilità di valorizzare il patrimonio artistico-culturale, attraverso la realizzazione di un percorso guidato che consenta di visitare e apprezzare le numerose opere di artisti internazionali, come Renzo Piano, Marko Ivan Rupnik, Pericle Fazioni, Antonio Ciccone e tanti altri.
All'incontro, aperto a tutte le categorie produttive cittadine, agli operatori turistici, alla comunità dei Frati cappuccini, ai rappresentanti del DUC (il rilancio del centro storico rappresenta una priorità della Consulta) e al mondo dell'associazionismo, erano presenti i consiglieri comunali Michele Pio Lombardi e Marianna Natale, oltre all'assessore Mimmo Longo che ha fatto il punto su alcun questioni che riguardano le attività produttive e commerciali cittadine.
«Abbiamo necessità di creare nuove opportunità di sviluppo, anche percorrendo nuove strade, ma soprattutto facendolo in modo comunitario, senza protagonismi e corse in avanti. Come amministratori faremo di tutto per incentivare dialogo e confronti con tutte le categorie», ha evidenziato Longo.