Redazione
François Brunatto, figlio di Emanuele Brunatto, scrive a una missiva, divulgata alla stampa, al Sindaco e al Consiglio comunale di San Giovanni Rotondo dopo le critiche sul padre e discepolo di San Pio da Pietrelcina durante una seduta consiliare.
Nel merito, François Brunatto rimanda la mittente tutto quello che è stato detto su suo padre, noto tra quei discepoli di Padre Pio e suo difensore su ogni accusa a lui rivolta, mettendo in dubbio l'autenticità dell'aiuto caritatevole del padre sull’allora volontà, diventata relata, del progetto di realizzazione di Casa Sollievo della Sofferenza.
Ecco il testo integrale e tradotto dalla lingua francese, quella originale, della Lettera Aperta.
«Oggi, mercoledì 10 febbraio 2021, nell'anniversario del ritorno a Dio di Emanuele Brunatto, ho deciso di scriverle a proposito della trasmissione pubblica della Question Time del 17 novembre 2020.
Devo dirle che molte persone, sono rimasti scioccati dai commenti fatti su mio padre, sia dal consigliere Cusenza, che ha rasentato la calunnia, sia dai suoi stessi commenti, signor sindaco.
Vero è che alcuni cittadini di San Giovanni Rotondo vi hanno apertamente rimproverato per la notevole assenza di un rappresentante del comune o anche di un semplice omaggio floreale, durante le cerimonie di accoglienza delle spoglie di Emanuele Brunatto, ma era proprio necessario inscenare una tale farsa per coprire queste accuse? Ci siamo incontrati e discussi in più occasioni per oltre un anno di questo evento, non avete mai espresso alcun dubbio sulle qualità e sull'operato di Emanuele Brunatto.
Abbiamo sentito parlare per 25 minuti un grande inquisitore che ha messo in dubbio l'autenticità dell'aiuto caritatevole dato da Emanuele Brunatto per lanciare il progetto di quella che oggi è la Casa Sollievo della Sofferenza, arrivando a mettere in dubbio anche la sua azione veramente benefica in aiuto di Padre Pio. Per cercare di giustificare l'ingiustificabile, per scopi politici a buon mercato, ha pensato di dover riscrivere la storia e rasentare la calunnia di un benefattore.
Permettetemi questa citazione: "Brunatto (Emanuele) ha difeso la realtà della comunità di San Giovanni Rotondo, senza il suo importante contributo, Padre Pio sarebbe stato trasferito". Questo è quanto ha detto Stefano Campanella, giornalista, scrittore e storico della vita di Padre Pio, durante la conferenza dell'11 settembre 2020, in presenza dell’arcivescovo monsignore p. Franco Moscone. In altre città del mondo, ci sarebbe voluto meno di questo per fare di uomo un cittadino onorario…
Il mio amico Maurice Soustiel, morto improvvisamente alcuni mesi fa, si era congratulato in anticipo per tutto quello che avrebbe fatto per rendere omaggio a quest'uomo, figlio spirituale di P. Pio e appassionato difensore di P. Pio, che aveva salvato la sua famiglia dallo sterminio nazista. Si starà rivoltando nella tomba davanti a un tale rovesciamento e a tante ignominie.
Mio padre ha vinto tutte le cause contro i suoi detrattori, quindi per favore, signor sindaco, lasci la storia agli storici»
François Brunatto
Il Nucleo Operativo di polizia Ambientale della Guardia Costiera di Manfredonia unitamente a militari di Vieste e di Lesina, ha da poco portato a termine un’attività di polizia marittima finalizzata alla tutela dell’ambiente marino e costiero in località “Lama le canne” nel comune di Vieste (FG).
L’attività, effettuata in un territorio di particolare pregio e sottoposto a vincoli paesaggistici, ha permesso di accertare come il titolare di una struttura balneare avesse, senza alcun titolo/concessorio paesaggistico e in violazione alle “Linee guida per la manutenzione stagionale delle spiagge” redatte dalla Regione Puglia, accumulato ingenti quantitativi di materiale litoide a ridosso della propria struttura ricettiva.
Le linee guida infatti prevedono, per operazioni riguardanti gli arenili, una minuziosa attività preliminare ed autorizzativa, finalizzata a salvaguardare il valore paesaggistico, la granulometria del materiale litoide e, in generale l’ecosistema del litorale costiero.
Le operazioni di escavo e successivo riposizionamento avevano di fatto modificato l’aspetto geografico della costa andando di fatto a creare un vero e proprio cordone dunale artificiale.
Nell’attività i militari operanti accertavano altresì un’occupazione di demanio marittimo abusiva pari a una superficie di circa 2500 m²di arenile con un volume prossimo a circa 3750 m³.
Le ipotesi di reato contestate dai militari variano dalla distruzione e deturpamento di bellezze naturali all’occupazione di demanio marittimo di zone sottoposte a vincolo paesaggistico.
L’intera area, su conforme avviso dell’Autorità Giudiziaria competente è stata posta sotto sequestro e, successivamente, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia ha convalidato il sequestro preventivo operato dai militari rilevando l’insussistenza di autorizzazioni ambientali ed, al contempo, l’alterazione delle bellezze del luogo.
Tali episodi di abusivismo, fanno sapere dalla Guardia Costiera, violano il divieto di alterazione dell’ambiente geofisico andando inevitabilmente a compromettere, talvolta in maniera irreversibile, le caratteristiche di un particolare ambiente quale la fascia costiera soggetta a particolari tutele (ricadendo tra l’altro nella fascia di 300 metri dalla linea di costa).
Prosegue, con rinnovato vigore, l’azione di controllo straordinario del territorio e di contrasto ai fenomeni di illegalità diffusa, presenti nel comprensorio urbano ricomprendente il c.d. “Quartiere Ferrovia”, già oggetto di sistematici controlli di polizia.
L’area è di particolare valore strategico in quanto ricomprende la Stazione Ferroviaria, il Nodo Intermodale, alcuni uffici pubblici e numerose attività commerciali.
Nella zona – connotata dalla presenza di numerosi cittadini extracomunitari, soprattutto nelle fasce orarie pomeridiane e serali – sono stati segnalati diversi episodi di disturbo che hanno destato allarme nella popolazione residente.
Il quartiere Ferrovia, pertanto, è oggetto di costante attenzione da parte delle Forze dell’Ordine, le cui attività sistematiche di controllo e di prevenzione sono pianificate e disposte dalla Questura.
Nel pomeriggio di ieri, con l’ausilio del Reparto Mobile della Polizia di Stato, del Reparto Prevenzione Crimine, della Polizia Ferroviaria, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale è stato effettuato un corposo servizio di cinturazione di una vasta porzione del quartiere inglobando viale XXIV Maggio, via Bainsizza, via Monfalcone, via Montegrappa, via Monte Sabotino, via Piave, via Isonzo e via Podgora.
L’attività operativa interforze, con il fattivo contributo della Polizia Locale di Foggia, è stata dispiegata incisivamente intervenendo su assembramenti di persone e sul controllo di soggetti sospetti e degli esercizi di vicinato. Inoltre, si è agito su alcune situazioni di incuria segnalate dai cittadini ivi residenti, allo scopo di fornire un immediata risposta, in termini di prossimità, a coloro che subiscono maggiormente i disagi derivanti da fenomeni di abbandono e degrado urbanistico.
Gli operatori di Polizia hanno proceduto alla identificazione di 85 persone di interesse, ed al controllo di 42 autoveicoli e 5 esercizi commerciali, anche al fine di verificare il pieno rispetto della vigente normativa anti-covid.
Nel decorso mese di gennaio sono stati effettuati quattro specifici servizi straordinari di controllo del richiamato comprensorio ed altri due nel corrente mese di febbraio, con l’impiego alternato di personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.
Nell’anno 2020 sono stati dedicati al quartiere Ferrovia ben 39 servizi interforze, con l’impegno in termini di risorse umane pari a 823 unità (tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale). Sono state controllate n. 1.853 persone, n. 745 veicoli, n. 151 esercizi pubblici e sono state avanzate n. 6 proposte di DASPO urbano.
Ulteriori servizi “anti-assembramento” vengono effettuati ogni settimana, nelle serate del venerdì/sabato e domenica, dando continuità ai controlli di sicurezza nelle aree urbane a maggiore vocazione aggregativa ed interessate da fenomeni di criminalità diffusa.
In data 10 febbraio u.s., personale appartenente alla Squadra Mobile ha tratto in arresto in flagranza di reato R. F., foggiano classe 97, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, confezionata in un'unica pietra, complessivamente quantificata in circa mezzo kg lordi.
Più nel dettaglio, nell’ambito di un mirato servizio predisposto al contrasto della fenomenologia dei reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti, una pattuglia in borghese della Squadra Mobile ha notato uno scooter bianco effettuare manovre sospette al fine di evitare il traffico cittadino. Gli Agenti della Polizia di Stato, riconosciuto l’autista, noto all’Ufficio, con la collaborazione di altre pattuglie in servizio, hanno predisposto nell’immediatezza un servizio di osservazione e pedinamento che ha consentito di accertare il frequente andirivieni del R. F. da una abitazione sita in questa via Saragat. Essendoci il fondato sospetto che il R.F. stesse trasportando sostanza stupefacente, quest’ultimo è stato bloccato dagli Agenti della Squadra Mobile prima che potesse chiudere la porta dell’abitazione alle proprie spalle.
L’accurata perquisizione personale, successivamente estesa all’abitazione, ha consentito di rinvenire occultati una pietra di sostanza stupefacente del tipo cocaina di circa mezzo kg. al termine delle formalità di rito, il R.F. è stato associato presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
«Durante il progetto ancora in corso d’opera, nato in simbiosi dal sottoscritto e il Rotaract di Lucera, inerente la mappatura dell’edicole votive della città di Lucera, un angolo in particolare della città mi ha colpito perché mi ha ricordato la grotta in cui è apparsa la Madonna di Lourdes». È quanto afferma Giuseppe Toziano del Comitato Lucera Terra di Santi, Beati e Servi di Dio in merito a una nuova edicola votiva installata a Lucera.
«In passato in periodi delicati e difficili –prosegue Toziano-, la città ha sempre ricevuto conforto dalla Madre Celeste e la testimonianza più bella è rappresentata dalle edicole votive situate in tutta la città. Durante l’iniziativa di mappatura un’anonima donatrice, apparsa come la provvidenza, ci ha donato una statuetta della Madonna di Lourdes che, con il Plauso e la benedizione di Sua Ecc. Mons. Giuseppe Giuliano avvenuta nella Basilica Cattedrale l’11 febbraio e l’autorizzazione del comune di Lucera, il 12 febbraio la statuetta ha trovato casa in quella cavità naturale dell’unica guercia presente nel centro storico.
Il vuoto naturale formatosi in quell’albero piantato più 100 anni fa –prosegue lo scrivente-, in ricordo di Giovanni Folliero, che perse la vita durante la strage dimenticata del 1919 , torna a riempirsi di vita.
Ringrazio la Curia Vescovile, il comune di Lucera, il falegname Antonio Viola, Lucia Carnevale, Lello Carnevale, Giulio De Troia per la Base in Legno e la donatrice anonima ai media ma non al cuore della città.
Ci auguriamo tutti insieme – termina Giuseppe Toziano- che con questo piccolo gesto la Madonna di Lourdes protegga tutti gli ammalati in questo periodo delicato per l'Italia e per il mondo intero».
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, si è pronunciato in data 11 febbraio 2021, respingendo l’istanza cautelare contro la disposizione del Policlinico Riuniti di Foggia in ordine alla chiusura temporanea e provvisoria del Pronto Soccorso del presidio ospedaliero “Lastaria” di Lucera. Il Policlinico Riuniti di Foggia è stato difeso e rappresentato dall’Avv. Simonetta Mastropieri, Direttore della Struttura Burocratico Legale del Policlinico Riuniti.
I giudici della Seconda Sezione del Tar Puglia si sono così espressi: “Considerato che….il provvedimento adottato, di carattere temporaneo, reca idonea motivazione in rapporto allo scopo perseguito, essendo necessitato dalla difficoltà intrinseca della struttura di fronteggiare in sicurezza, per operatori sanitari e utenti, la gestione dell’epidemia da Covid-19. Considerato che le dedotte difficoltà operative della predetta struttura sono comprovate dal riscontro di numerosi casi di positività da Covid-19 registratisi in un breve lasso di tempo, come documentato agli atti del procedimento e del processo. Ritenuto, pertanto, che, in attesa di adottare altri più efficaci interventi, la disposta chiusura transitoria è giustificata anche in rapporto alla scarsa affluenza di pazienti e alla presenza in loco comunque sia di una <postazione 118 medicalizzata> sia del <servizio di continuità assistenziale>”
Il Giudice amministrativo, dice il legale dell’Azienza Avvocato Mastropieri, ha dato atto della strategia sanitaria tesa al contenimento della seconda ondata pandemica, mantenendo in sicurezza il sistema.
E’ stata, dunque, legittima e ragionevole la motivazione del Policlinico Riuniti di sospendere temporaneamente il servizio del Pronto Soccorso del Lastaria di Lucera, dettata esclusivamente dall’esigenza di rendere la struttura adeguata ad affrontare in totale sicurezza la particolare situazione pandemica, creatasi con l’insorgenza della seconda ondata Covid nella seconda metà di ottobre 2020, che aveva incrinato l’equilibrio strutturale e di dotazione organica che aveva assicurato l’efficienza assistenziale del Pronto Soccorso nella prima ondata di contagio, in un presidio concepito per intercettare ma non trattare i casi Covid.
La Direzione del Policlinico Riuniti ribadisce la temporaneità e la provvisorietà della chiusura del Pronto Soccorso del Lastaria di Lucera. Sono stati adottati specifici provvedimenti urgenti sia per acquisizione di personale e per la messa in sicurezza dei locali della struttura, mediante la realizzazione di idonei percorsi “pulito-sporco” e la fornitura di attrezzature sanitarie. Inoltre, presso il plesso Lastaria è stata organizzata una “Area Grigia” per una corretta gestione dei casi sospetti CoViD.
La Direzione Strategica del Policlinico Riuniti non ha mai fatto mancare la sua particolare attenzione al presidio ospedaliero Lastaria di Lucera, assegnandogli un ruolo determinante nella gestione dei pazienti che ad esso afferiscono e realizzando un potenziamento tecnologico, organizzativo e strutturale. Il Lastaria è un presidio con specifica collazione aziendale nella gestione dei pazienti anziani, fragili, da riabilitare, ma che ha avuto, nell’anno di gestione del Policlinico Riuniti, un notevole sviluppo per le attività chirurgiche a basso setting assistenziale (day service, day surgery, one day surgery). Tutto questo ha implementato le figure specialistiche presenti (anestesisti rianimatori, cardiologi, chirurghi, ortopedici, ginecologi, urologici, radiologi, laboratoristi) e le attrezzature presenti. Tale potenziamento ha certamente migliorato l’offerta sanitaria relativa alla gestione dell’urgenza.
Si è vicini al perfezionamento dell’assetto finale previsto con l’avvio delle procedure per la riapertura in totale sicurezza del Pronto Soccorso, con la realizzazione di idonei percorsi e l’assegnazione di specifico personale, sempre in coerenza con il dato epidemiologico.
Alle prime luci dell’alba di oggi, personale appartenente alla Squadra Mobile ha dato esecuzione a quattro ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte D’Appello di Bari, nei confronti di SINESI Roberto, nato a Foggia il 16.10.1962, elemento di spicco dell’organizzazione criminale denominata “Società Foggiana”, LA TEGOLA Raffaele, nato a Foggia 04.06.1971, SPERANZA Luigi, nato a Foggia 21.02.1970 e GIARDIELLO Cosimo nato a Foggia il 10.01.1972.
I predetti, tutti appartenenti alla batteria “SINESI – FRANCAVILLA”, a seguito delle indagini condotte da quest’Ufficio nell’ambito dell’operazione denominata “Saturno”, conclusasi nel giugno 2016 con l’applicazione di ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di sei persone, sono stati condannati con sentenza passata in giudicato per estorsione aggravata dal metodo mafioso con condanne comprese tra i 7 e i 12 anni di reclusione.
L’operazione denominata “Saturno”, riguardante il periodo compreso tra agosto e settembre 2015 ed eseguita al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, consentì di acclarare numerose estorsioni consumate dal gruppo criminale facente capo a Roberto SINESI ai danni di numerosi autotrasportatori che, in attesa di trasportare i carichi di pomodoro all’interno della ditta conservificio PRINCES per la successiva lavorazione e trasformazione, una volta entrati all’interno del parcheggio antistante la medesima azienda, erano costretti a versare una tangente di 50 euro a camion al fine di prevenire danni agli autoarticolati.
L’indagine consentì altresì di accertare le minacce manifestate dai sodali di Roberto SINESI nei confronti di alcuni spacciatori che avevano provveduto a cedere della cocaina senza avere chiesto preventivamente l’autorizzazione.
Per Cgil-Cisl-Uil, i fondi del Recovery “Nex Generation EU” sono un’occasione irripetibile di ripresa, la Puglia deve assecondarla attraverso il dialogo tra le parti istituzionali e sociali, all’insegna della corresponsabilità, della concertazione e della condivisione sui territori. Opportuna la decisione della Presidenza e dell’intero Consiglio regionale di attivare un ampio tavolo istituzionale su temi d’importanza fondamentale: questo il parere dei tre segretari regionali confederali, Pino Gesmundo (Cgil), Antonio Castellucci (Cisl) e Franco Busto (Uil), ascoltati nell’audizione convocata dalla presidente dell’Assemblea Loredana Capone.
Per Gesmundo, la priorità è avere ben chiare le priorità, in una regione come la Puglia che continua ad essere in grande sofferenza, pur distinguendosi tra le altre del Mezzogiorno. Il primo problema è il covid, che condizionerà le scelte da fare. Occorre provare a ragionare in termini di investimenti e c’è bisogno di grande comunione d’intenti e di visione, dal momento ch’è in gioco il futuro dei nostri giovani e dei territori. Il Consiglio regionale può svolgere un ruolo di cerniera, per un progetto che va condiviso tra politica e forze sociali.
Il Recovery è uno strumento da usare fino in fondo, secondo Castellucci e il Consiglio regionale può fare da ponte tra le esigenze di tutta la Puglia e le decisioni del Governo nazionale. Al di là delle schede approntate e dei progetti indicati dalla Giunta regionale le risorse del next generation e di tutti gli altri pacchetti comunitari vanno spese fino all’ultimo centesimo, per assicurare il rilancio economico e sociale e soddisfare i bisogni di persone, imprese, territori. Occorre investire sul capitale umano, in termini di formazione e professionalizzazione. Servono politiche attive del lavoro, soprattutto per i giovani e le donne.
Una possibilità unica, storica, di disporre di fondi non rinnovabili va affrontata con spirito unitario, ha insistito Franco Busto. È una battaglia che non si vince da soli, tutte le regioni del Mezzogiorno devono fare cartello, innanzitutto perché il 34% destinato al Sud rimanga effettivamente al Sud (anche se la percentuale andrebbe perfino incrementata), aiutandolo ad uscire dalla condizione in di ritardo cui si trova. Ma no ad un libro dei sogni o ad una semplice lista delle spese, vanno creati vasi comunicanti con gli altri fondi già disponibili, per ottimizzare la spesa, non dividendosi sulle territorialità, ma guardando ad una visione molto meno angusta. Ad esempio, le questioni infrastrutturali (mobilità, velocità ferroviaria, strade) richiedono soluzioni di ampiezza regionale e interregionale. All’esecutivo spetta proporre progetti credibili con risorse certe, a tutta la politica la responsabilità di individuare quali sono quelli che devono avere la precedenza.
Il G.I.P. del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo dauno, che ha diretto e coordinato le indagini condotte da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, ha disposto l’applicazione di misure cautelari reali nei confronti di un imprenditore agricolo di Cagnano Varano, per aver percepito indebitamente erogazioni pubbliche dal 2004 al 2020. Nello specifico è stato notificato all’indagato il sequestro preventivo per equivalente di beni e denaro per un ammontare di circa a 125.400 euro. Sotto sigilli sono state poste liquidità, un terreno e un fabbricato rurale interno allo stesso.
Si tratta di Z.C., pluripregiudicato di 49 anni, elemento di spicco della criminalità rurale e pastorale garganica, attivo principalmente nei Comuni di San Nicandro Garganico e Cagnano Varano insanguinati dalla faida di mafia scoppiata tra gli anni ‘80 ed i primi anni 2000 tra le famiglie “Ciavarrella” e “Tarantino”.
Le indagini sono state condotte dai finanzieri della Tenenza di San Nicandro Garganico su segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma e dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza.
Le stesse hanno permesso di appurare che Z.C., già colpito dalla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e da diverse condanne definitive, per tentato omicidio, delitti in materia di stupefacenti, estorsione ed armi, ricettazione, seppur gravato da precedenti penali che, in base alla normativa antimafia, negano qualsivoglia erogazione da parte dello Stato, di altri enti pubblici o dell’Unione europea, dal 2004 al 2020 ha fraudolentemente chiesto ed indebitamente ottenuto finanziamenti e contributi – dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) a titolo di contributo P.A.C. (Politica Agricola Comune) e per l’acquisto di gasolio agricolo a tassazione agevolata quale Utente Motori Agricoli (U.M.A.) - a favore dell’impresa agricola di cui è risultato titolare.
Sono state inoltre bloccate le erogazioni dei contributi relativi all’anno 2020 che il pregiudicato, aveva già avanzato per la sua azienda agricola.
Il risultato conseguito conferma il costante presidio esercitato dalla Guardia di Finanza, in perfetta sinergia con l'Autorità Giudiziaria, nell’azione di contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica nazionale e comunitaria, rivolta anche alla repressione dei casi di indebita percezione di finanziamenti e contributi in agricoltura il cui corretto impiego, invece, è di sicuro stimolo per la crescita del settore produttivo trainante della provincia daunia.
a cura dell’Ufficio Stampa Policlinico Riuniti di Foggia.
Si informa che il numero dei pazienti Covid-19 ricoverati presso il Policlinico Riuniti di Foggia aggiornato al 12 febbraio 2021 e differenziato per reparto, età e genere è il seguente:
• Malattie Infettive: 73
• Pneumologia: 35
• Rianimazione: 28
• Malattie Infettive ad indirizzo chirurgico: 10
• Malattie Infettive ad indirizzo ostetrico-ginecologico: 0
• Malattie Infettive ad indirizzo nefro-urologico: 13
• Malattie Infettive ad indirizzo gastroenterologico: 14
• Malattie Infettive ad indirizzo psichiatrico: 1
Totale: 174
- cui età media 68 anni - 59% M - 41% F