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Redazione

Redazione

Il Rodi Summer Music prosegue con un concerto che unisce il grande virtuosismo romantico alla sensibilità e ricercatezza timbrica dell'impressionismo francese, musica vocale e strumentale che si incontrano a metà strada e si mescolano per dare vita a nuove emozioni.

Protagonisti dell’evento che si terrà il 31 luglio, alle 21.30, nella Chiesa di San Pietro (Via Roma) di Rodi Garganico saranno Antonio Montecalvo al flauto e Virginia Corricelli al pianoforte.
Giovani e valenti interpreti, che si sono perfezionati con alcuni dei nomi più famosi del panorama musicale mondiale, Montecalvo ricopre il ruolo di secondo flauto nell'Orchestra Sinfonica Abruzzese ed è fondatore del “Trio Schulhoff”, mentre Virginia Corricelli attualmente frequenta il biennio di specializzazione al Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia sotto la guida di Giuseppe Spagnoli e un corso annuale con Andrew Wright nei Paesi Bassi.
“Il Rodi Summer Music ospita altri due artisti garganici – spiega il direttore artistico Manuel Padula - che hanno studiato nella sezione distaccata di Rodi Garganico del Conservatorio Giordano e sono stati selezionati in due delle più prestigiose accademie musicali d’Europa: Montecalvo a Barcellona e Corricelli al Conservatorio di Den Haag, segno che in questa terra crescono talenti riconosciuti dalle migliori istituzioni”.
Venerdì sera il duo Montecalvo-Corricelli affronterà un programma di raccordo tra il repertorio vocale e la letteratura flautistica, a partire dalle fantasie su temi operistici della Carmen di Bizet e della Traviata di Verdi, toccando l'opera russa di Tchaikovsky, fino al repertorio francese del '900 con Ravel e Ibert.
Il Rodi Summer Music, rassegna di concerti e corsi di alto perfezionamento musicale, è un progetto ideato dai maestri Luca Cocomazzi, Antonio Montecalvo e Manuel Padula, organizzato dall’Associazione “Luigi Russo”, presieduta da Domenico Sinigagliese.
Si avvale della collaborazione di vari partner e artisti, nonché del contributo di Ferrovie del Gargano, che ha messo a disposizione un coupon spendibile presso alcuni punti vendita di Rodi Garganico, per i viaggiatori che parteciperanno ai concerti. Le informazioni sono reperibili sui siti web rodisummermusic.com e ferroviedelgargano.com.

L'appuntamento è a ingresso libero.

Aradeo - Corigliano d’Otranto – Galatina – Galatone – Gallipoli - Nardò. Sei serate con LUCA BIANCHINI in sei luoghi storici nel cuore del Salento

Il Salento Book Festival torna dal 3 all’8 agosto 2020 con sei appuntamenti dedicati ai libri, alle storie, alla musica, all’arte, tra palazzi, giardini e piazze di Nardò, Aradeo, Galatone, Gallipoli, Galatina e Corgliano d’Otranto. Filo conduttore sarà “Baci da Polignano”, il nuovo libro di Luca Bianchini, direttore artistico del SBF.

Sei serate con LUCA BIANCHINI in sei luoghi storici nel cuore del Salento. Il SALENTO BOOK FESTIVAL torna in scena dal 3 all’8 agosto 2020 con una serie di appuntamenti dedicati ai libri, alle storie, alla musica, all’arte, tra palazzi, giardini e piazze di Nardò, Aradeo, Galatone, Gallipoli, Galatina e Corgliano d’Otranto. I sei comuni della provincia di Lecce, già protagonisti della scorsa edizione, si preparano ad accogliere “La festa dei libri, la movida dei lettori” in una speciale decima edizione che avrà come filo conduttore “Baci da Polignano”, il nuovo attesissimo libro di Luca Bianchini, al suo ultimo anno da direttore artistico del SBF.

L’edizione 2020 del Salento Book, organizzato come sempre dall’associazione culturale Festival Nazionale del Libro presieduta dall’ideatore e organizzatore Gianpiero Pisanello, partirà alle ore 21.00 di LUNEDÌ 3 AGOSTO dalla Villa Comunale – Giardino Botanico di NARDÒ. A dialogare con Luca Bianchini sarà Azzurra De Razza, con la partecipazione di Rocco Nigro e Rachele Andrioli.

Il SBF farà tappa MARTEDÌ 4 AGOSTO ad ARADEO, nell’Anfiteatro Pino Zimba (incontrano l’autore Giovanni Minerba e Antonella Giustizieri), MERCOLEDÌ 5 AGOSTO a GALATONE, nell’Atrio del Palazzo Marchesale (incontra l’autore Giulia Santi, con la partecipazione di Salvatore Casaluce e Emanuele Coluccia), GIOVEDÌ 6 AGOSTO a GALLIPOLI, nella Biblioteca Comunale Sant’Angelo (incontra l’autore Eleonora Tricarico, con la partecipazione di Luigi Solidoro e Laura De Vita), VENERDÌ 7 AGOSTO a GALATINA, nell’ex Convento delle Clarisse (incontrano l’autore Davide Indino, con la partecipazione di Alessandra Caiulo, Salvatore Casaluce e Roberto Chiga). Si chiude SABATO 8 AGOSTO a CORIGLIANO D’OTRANTO, nel Fossato del Castello Volante (incontra l’autore Emanuele Gatto, con la partecipazione di Gianluca Longo).

Ingresso gratuito. Posti limitati. Info e prenotazione obbligatoria al numero 348.5465650

Tutti gli appuntamenti hanno inizio alle ore 21.00. Seguirà “firmacopie” con Luca Bianchini.

Baci da Polignano di LUCA BIANCHINI è l’attesissimo sequel di Io che amo solo te con i personaggi tanto amati come Ninella e don Mimì. Ora li ritroviamo alcuni anni dopo e anche se il tempo passa per don Mimì Ninella resta sempre la donna della sua vita, nonostante il destino li abbia separati più volte. La situazione però cambia all’improvviso quando Matilde, la moglie di don Mimì, perde la testa per Pasqualino, il tuttofare di famiglia. Per don Mimì questa è l’occasione per andare a vivere da solo e ritrovare Ninella, che però da qualche tempo ha accettato la corte di un architetto milanese. Riprendono così le schermaglie amorose tra i due e intorno a loro ci sono sempre gli altri irresistibili personaggi: Chiara e Damiano e la loro figlia che li comanda a bacchetta; Orlando e la sua “finta” fidanzata Daniela; Nancy e il sogno di diventare la prima influencer di Polignano; la zia Dora, corre dal “suo” Veneto per riscattare l’eredità contesa di un trullo. Tra dubbi, fughe al supermercato, tuffi all’alba e malintesi prosegue la storia di tutti loro, e soprattutto quella di Ninella e don Mimì, sotto il cielo di Polignano con la sua magica luce.

Il Salento Book Festival è finanziato dall’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia nell'ambito del FSC 2014-2020 e con il contributo del Comune di Aradeo, Comune di Corigliano d’Otranto, Città di Galatina, Comune di Galatone, Comune di Gallipoli e Città di Nardò.

LUNEDÌ 3 AGOSTO 2020 – NARDÒ
Villa Comunale – Giardino Botanico – Ore 21.00
Salutano: Pippi Mellone, Sindaco del Comune di Nardò – Ettore Tollemeto, Assessore alla Cultura del Comune di Nardò – Giulia Puglia, Assessore al Turismo del Comune di Nardò
Incontra l’autore: Azzurra De Razza
con la partecipazione di Rocco Nigro e Rachele Andrioli

MARTEDÌ 4 AGOSTO 2020 – ARADEO
Anfiteatro Pino Zimba – Ore 21.00
Salutano: Luigi Arcuti, Sindaco del Comune di Aradeo – Georgia Tramacere, Assessore alla Cultura del Comune di Aradeo
Incontrano l’autore: Giovanni Minerba e Antonella Giustizieri

MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2020 – GALATONE
Atrio Palazzo Marchesale – Ore 21.00
Saluta: Flavio Filoni, Sindaco di Galatone
Incontra l’autore: Giulia Santi
con la partecipazione di Salvatore Casaluce e Emanuele Coluccia

GIOVEDÌ 6 AGOSTO 2020 – GALLIPOLI
Biblioteca Comunale Sant’Angelo – Ore 21.00
Saluta: Stefano Minerva, Sindaco del Comune di Gallipoli, e Adele De Marini, responsabile Servizio Turismo e Cultura del Comune di Gallipoli
Incontra l’autore: Eleonora Tricarico
con la partecipazione di Luigi Solidoro e Laura De Vita

VENERDÌ 7 AGOSTO 2020 – GALATINA
Ex Convento delle Clarisse – Ore 21.00
Salutano: Marcello Amante, Sindaco del Comune di Galatina – Cristina Dettù, Assessore alla Cultura del Comune di Galatina
Incontrano l’autore: Davide Indino
con la partecipazione di Alessandra Caiulo, Salvatore Casaluce e Roberto Chiga

SABATO 8 AGOSTO 2020 – CORIGLIANO D’OTRANTO
Fossato del Castello Volante – Ore 21.00
Saluta: Dina Manti, Sindaco del Comune di Corigliano d’Otranto
Incontra l’autore: Emanuele Gatto
con la partecipazione di Gianluca Longo

La presidente del Corecom Puglia, Lorena Saracino, comunica che in data 22 luglio 2020 sul sito web dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è stata pubblicata la delibera n. 322/20/CONS recante “Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per il referendum popolare confermativo relativo al testo della legge costituzionale recante “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, indetto per i giorni 20 e 21 settembre 2020”.
Le emittenti radio televisive aventi sede legale/operativa nel territorio della Regione Puglia che intendono aderire alla trasmissione di MAG/1/RN sono invitate ad inviare, con cortese sollecitudine, i modelli MAG/1/RN, disponibili sul sito web dell’Agcom - www.agcom.it - alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., al fine di consentire ai soggetti politici di cui alla delibera AGCOM- art-2- l’invio delle richieste per la trasmissione dei messaggi autogestiti gratuiti.

Ecco come saranno disciplinati i programmi di informazione

La presidente del Corecom Puglia, Lorena Saracino, disciplina che in materia di disciplina delle trasmissioni relative all’emittenza locale- delibera AGCOM 322/20/cons “disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per il referendum popolare confermativo relativo al testo della legge costituzionale recante “modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, indetto per il giorno 20 e 21 settembre. Articolo 17 -Programmi di informazione trasmessi dall’emittenza televisiva e radiofonica locale. Nei programmi di informazione, come definiti all’art. 2, comma 1, lett. b), del Codice di autoregolamentazione di cui al decreto del Ministro delle comunicazioni 8 aprile 2004, le emittenti locali devono garantire il pluralismo, attraverso la parità di trattamento, l’obiettività, la correttezza, la completezza, la lealtà, l’imparzialità, l’equità e la pluralità dei punti di vista; a tal fine, quando vengono trattate questioni relative al tema oggetto del referendum, deve essere assicurato l’equilibrio tra i soggetti favorevoli o contrari al quesito referendario politici secondo quanto previsto dall’art. 11- quater della legge 22 febbraio 2000, n. 28, e dal Codice di autoregolamentazione. Resta comunque salva per l’emittente la libertà di commento e di critica, che, in chiara distinzione tra informazione e opinione, salvaguardi comunque il rispetto delle persone. Le emittenti locali a carattere comunitario, come definite all’art. 2, comma 1, lett. n), del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, possono esprimere i principi di cui sono portatrici.
In qualunque trasmissione radiotelevisiva diversa da quelle di comunicazione politica e dai messaggi politici autogestiti, è vietato fornire, anche in forma indiretta, indicazioni o preferenze di voto relative al referendum.

La Sezione Corecom Puglia resta a disposizione per informazioni/chiarimenti al numero telefonico 080 5402462.

La stazione di San Severo diventerà il fulcro di una mobilità integrata e sostenibile. Nei prossimi due anni Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) ha in programma interventi di riqualificazione all’interno della stazione di San Severo per renderla più accessibile e attrattiva.

E’ quanto è scaturito da un incontro che si è tenuto presso la Sala Raffaele Recca di Palazzo Celestini – Residenza Municipale – alla presenza di una delegazione di RFI guidata dal Direttore di Pianificazione e strategia Gianfranco Pignatone e l’Amministrazione Comunale di San Severo con il Sindaco Francesco Miglio, il Vice Sindaco Salvatore Margiotta, l’Assessore ai Lavori Pubblici Luigi Montorio, il Dirigente Area Urbanistica e Pianificazione Strategica Fabio Mucilli.

Grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche sono previsti interventi per l’installazione di ascensori e l’adeguamento di tutti gli spazi aperti al pubblico e di transito e il restyling degli spazi di attesa nel segno di un’alta qualità architettonica, in modo da renderli visibili e luminosi. Si punta così ad aumentare la percezione di confort e sicurezza da parte degli utenti della stazione, siano essi viaggiatori che cittadini. La piazza antistante la stazione – Piazza della Costituzione - sarà ridisegnata con ampi spazi pedonali e aree verdi per incentivare la mobilità dolce, già promossa dall’Amministrazione Comunale che sta realizzando in città una pista ciclabile e due bike point, di cui uno sarà ubicato nei pressi della pista di atletica in Via Padre Matteo da Agnone. Le aree di scalo vicine alla stazione, non più funzionali alle attività ferroviarie, saranno riqualificate e destinate allo sviluppo di un nuovo centro intermodale che fungerà da snodo per i collegamenti verso le mete turistiche nei dintorni, il mare, il centro storico e le altre zone della città.

“Sono tutti questi – dichiara il Sindaco Miglio - gli obiettivi condivisi tra l’Amministrazione Comunale di San Severo e Rete Ferroviaria Italiana, frutto del confronto di questi ultimi mesi che si perfezionerà con la firma di un Protocollo di intesa a settembre. Un piano eccellente che riqualifica tutta la zona dello scalo ferroviario e contribuirà a rendere più funzionale l’intero quartiere, oltre che molto più gradevole l’ingresso a San Severo di tanti visitatori che giungono in città attraverso il trasporto su gomma e ferrovia”.

È terminata la fuga di Cristoforo Aghilar, il pericoloso ricercato che il 9 marzo scorso, insieme ad altri 71 soggetti reclusi, era riuscito a evadere dal carcere di Foggia, approfittando della rivolta scoppiata all’interno dello stesso Istituto Penitenziario.
È notte fonda quando i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, hanno catturato e arrestato AGHILAR Cristoforo, noto ricercato che dal 9 marzo scorso si era reso irreperibile a seguito dell’evasione di massa dalla Casa Circondariale di Foggia.
Quasi 5 mesi nei quali i militari dell’Arma, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Foggia, hanno iniziato una complessa ed articolata indagine svolta attraverso la perfetta unione tra attività tecniche e tradizionali di osservazione, controllo e pedinamento.

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Durante questo periodo, segnato anche dalle criticità derivanti dall’emergenza sanitaria in corso, il Comando Provinciale Carabinieri di Foggia ha messo in campo uomini e mezzi dedicati a rintracciare e catturare AGHILAR Cristoforo: pattuglie delle Stazioni che vigilavano costantemente il comune di Orta Nova erano infatti impiegate in stretto collegamento con gli equipaggi delle S.I.O. (Squadre di Intervento Operativo), in modo da garantire ed assicurare una copertura completa e quotidiana anche nei territori limitrofi, caratterizzati da ampi terreni e caseggiati abbandonati. A ciò è necessario aggiungere l’impegno fornito da altrettanti militari dell’Arma che, giorno e notte, venivano impiegati nella tutela a favore dei familiari di Bruno Filomena, compito delicato quanto necessario per salvaguardare la loro serenità quotidiana. Parallelamente e simultaneamente gli uomini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Foggia svolgevano l’attività informativa ed investigativa, costituita dalle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali messe in atto. Imponente il dispiegamento di forze schierate dal Provinciale Carabinieri di Foggia con il costante affiancamento dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, vera e propria massa operativa di manovra impiegata non solo nelle numerose perquisizioni e nei rastrellamenti, ma anche e soprattutto nelle attività di osservazione ed infiltrazione quali attività precedenti e prodromiche al controllo vero e proprio di immobili rurali o abitazioni.
Lavoro incessante e assiduo coordinato dalla magistratura foggiana che, passo dopo passo, è riuscita a far collimare gli innumerevoli elementi che emergevano dalle attività svolte, fino ad arrivare alla cattura di stanotte: si pensi che dall’inizio dell’attività, l’Autorità Giudiziaria ha emesso circa 60 decreti d’intercettazioni telefoniche ed ambientali, a cui vanno poi aggiunti anche quelli video necessari ad installare le varie microtelecamere.
Pari impegno è stato inoltre assicurato dai militari dell’Arma che non hanno mai abbandonato alcuna pista investigativa, percorrendo pazientemente le varie ipotesi che si profilavano in base ai tasselli che venivano aggiunti: decine e decine le perquisizioni effettuate nei Comuni di Orta Nova, Ordona, Stornara, Stornarella ed Ascoli Satriano, il più delle volte eseguite facendo precedere il tutto da una prolungata attività di mirata osservazione svolta specificatamente dai Cacciatori di Puglia che, nel cuore della notte, penetravano nelle aree di impiego fino a raggiungere l’obiettivo da controllare dopo aver circondato tutte le vie di fuga.
Stanotte, infine, l’epilogo, quando gli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo, dopo aver circondato e fatto accesso in un’abitazione rurale sita nel Comune di Minervino Murge, hanno catturato AGHILAR Cristoforo, procedendo non solo all’arresto in flagranza di reato per il reato di evasione aggravata, ma anche all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Foggia, in quanto responsabile, unitamente ad altri soggetti già arrestati, della rapina di un veicolo commessa in danno di una carrozzeria consumata nelle fasi immediatamente successive alla fuga di massa dalla Casa Circondariale di Foggia.

Nota del vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta di Forza Italia.

“Eravamo intervenuti con un’interrogazione diretta alla Giunta regionale ed oggi finalmente apprendiamo con soddisfazione che il Parco archeologico di Siponto riaprirà dal 1 agosto. Si tratta di una buona notizia per il nostro territorio che potrà contare su un importantissimo tassello che concorre ad arricchire la nostra offerta turistico-culturale e a far brillare ancora di più la Capitanata. Dal mercoledì alla domenica, gratuitamente, il sito potrà essere visitato e gli avventori potranno godere della bellezza della basilica paleocristriana, con l’opera dell’artista Edoardo Tresoldi, e della basilica medievale di Santa Maria Maggiore. Sono stati risolti, quindi, perlomeno momentaneamente, i problemi relativi alla carenza di personale e possiamo immaginare, nel prossimo futuro, un rilancio vero di tutte le eccellenze storiche, architettoniche e paesaggistiche di cui siamo ricchi”.

Due eventi informativi, due incontri con i cittadini per informare sugli aspetti di una importantissima norma contenuta nel DL. Rilancio, il Superbonus 110%. Gli incontri si terranno a San Nicandro Garganico, a Palazzo Fioritto, il 31 luglio, e San Marco in Lamis, il primo agosto, presso la villa comunale, entrambi con inizio alle ore 19.30. Interverranno la deputata Marialuisa Faro, il senatore Marco Pellegrini e, a San Marco in Lamis, anche il consigliere comunale Leonardo Coco.

«Il decreto Rilancio con il Superbonus al 110% è legge. Il percorso legislativo per rilanciare l’economia tutelando l’ambiente è stato impegnativo, ma ha dato i suoi frutti- dichiarano Faro e Pellegrini. Riteniamo molto utile che i cittadini conoscano il più possibile come funziona il Superbonus e a chi spetta. Ed questo il motivo per cui abbiamo organizzato questi due eventi informativi. Vogliamo soffermarci anche sulle novità e le modifiche apportate dalle Camere in sede di conversione, che rendono applicabile il Superbonus anche per la seconda casa, come avevamo chiesto sin dall’inizio. Si potrà, anche, riconoscere la detrazione fiscale ai cittadini, o il credito d’imposta alle aziende, in caso di sconto in fattura o cessione, anche per spese o fatture emesse a stato avanzamento lavori. Due importanti novità che ampliano il numero di soggetti beneficiari del Superbonus al 110% rendendolo ancora più efficace sul piano dello sviluppo economico e della tutela ambientale. Abbiamo messo in campo una misura senza precedenti per dare una spinta decisiva alla crescita e alla transizione energica. Con il Superbonus e il Super sismabonus la ripartenza dell’Italia è all’insegna della sostenibilità».Concludono i pentastellati.

Saranno rispettate le disposizioni vigenti in tema di distanziamento sociale e sull’uso dei dispositivi di protezione personale, i partecipanti sono pregati di munirsi di mascherina.

A cura del prof. Giuseppe Piemontese, Società di Storia Patria per la Puglia.

Viviamo un momento difficile, in cui la pandemia da Coronavirus ha messo in discussione alcune certezze che hanno caratterizzato la nostra vita negli ultimi decenni e precisamente il passaggio da una economia locale ad una economia globalizzata, con il rapido e a volte selvaggio processo di urbanizzazione delle nostre città, costruite secondo spazi chiusi, dove a fare da padrone sono sempre più le periferie, luoghi senz’anima e senza identità, quasi come se fossero città fantasma, con un allargamento dello spazio verso il nulla, dove la campagna e il suolo rurale diventano sempre più prede del capitalismo e quindi del profitto. Ed ecco allora che il Covid - 19 ha fatto si che attraverso il lockdown mettesse in discussione tutto questo attraverso il rinchiudersi in se stessi, ma soprattutto attraverso una presa di coscienza della propria identità e, quindi, dello stare in solitudine, con i propri pensieri e le proprie problematiche esistenziali. Da ciò nasce il desiderio di un nuovo modo di vivere e di rapportarsi con l’esterno, non più in maniera superficiale e, quindi, anonimo, ma in maniera tale che i luoghi siano lo specchio della nostra identità e della nuova coscienza e, quindi, delle nostre comunità. Per cui, di fronte ad un ritorno alla normalità, dopo quasi cinque mesi di lockdown, sentiamo sempre più l’esigenza di aprirci verso l’esterno e quindi verso una nuova dimensione urbana, che sia lo specchio della nostra voglia di vivere, ma soprattutto di riacquistare quello spazio vitale che è la città diffusa.
In questo il Coronavirus ha avuto un effetto positivo nel creare in noi una nuova coscienza di riappropriarci della nostra città attraverso luoghi aperti e quindi luoghi che rappresentano quella identità culturale che si manifesta principalmente in luoghi come le piazze, le chiese, le cattedrali, i castelli, i nostri palazzi storici, ma soprattutto i nostri luoghi dell’anima, come per esempio quelli che un tempo caratterizzavano le piazze del nostro centro storico oppure i luoghi rappresentativi del centro urbano. Tutto questo, oggi, lo posiamo vedere nella nostra città, Monte Sant’Angelo, attraverso varie istallazioni di strutture turistiche, con tavolini e sedie all’aperto, davanti a bar e centri commerciali, tanto da avere la sensazione che la città si è aperta verso l’esterno e quindi verso la comunità cittadina. Una città che finalmente torna a vivere attraverso la sua dimensione urbana, ma soprattutto attraverso il proprio essere in simbiosi con l’ambiente, sia essa culturale che sociale e quindi identitaria, rafforzando così il senso di appartenenza e quindi il senso comunitario. Una città che si riappropria degli spazi pubblici, all’aperto, lungo il corso della città, nelle piazze e nelle strade, intesi come luoghi in cui un tempo la comunità viveva il suo essere per la città. Quindi, un modo nuovo di abitare gli spazi pubblici e questo lo dobbiamo grazie all’Amministrazione d’Arienzo e agli Assessori Michele Fusilli e Giuseppe Totaro, rispettivamente responsabili dell’Urbanistica e Arredo pubblico e alla Mobilità e Sicurezza, con delega al verde pubblico.
Tutto questo ci porta, tuttavia, a richiamare i nostri politici a interessarsi maggiormente della nostra città, delle sue periferie, dei suoi quartieri o rioni, ma soprattutto del Centro storico, che dovrebbe essere maggiormente tutelato e valorizzato, in nome di una città diffusa, una città integrata, vista come luogo aperto, polifunzionale, in cui fanno da padrone piazze, giardini, giochi per bambini, centri sportivi efficienti, biblioteche di quartiere, negozi, sale da concerti, monumenti. Insomma una città liberata dall’urbano ad ogni costo, con luoghi di pubblica bellezza, dove la città diventi città-giardino, una città aperta verso la bellezza della natura, ma anche verso tutto ciò che il passato ha voluto tramandarci, come i dolmen e i menhir di Valle Pulsano, scoperti dell’arch. Raffaele Renzulli. Una città che diventi città d’arte, luogo della memoria storica e quindi luogo della nostra identità e della nostra cultura.
In questo senso la città è lo specchio della nostra capacità di reinterpretare il nostro passato e quindi la nostra cultura, per poi progettare il nostro futuro, attraverso momenti di bellezza, di condivisione e di amor loci. In altre parole si devono creare le condizioni per una città intesa come città in divenire e quindi come città condivisa. In questo discorso diventa imperativo il recupero e la rigenerazione del nostro Centro storico, quale elemento principale della nostra identità culturale. Quindi, una città-territorio, una città dove siano recuperati soprattutto i luoghi della memoria, i luoghi di incontri e di condivisione sociale, come le piazze, le strade, i musei, i luoghi pubblici, i monumenti, preferibilmente di autore, i giardini, che purtroppo sono ancora abbandonati e dove un tempo vi era vita di comunità.
Una nuova cultura del verde e quindi della bellezza, che dovrebbe interessare l’intera città, ma soprattutto le zone periferiche e i territori circostanti la stessa città. Afferma a tale proposito Renzo Piano: “Nella città diffusa vedo la campagna più attrezzata e una città più verde, ricca di parchi e giardini. Un verde che ha il compito di limitare la crescita disordinata della città e di ricucire le periferie”. In questo modo si fa rivivere la città attraverso la campagna, fermando l’esodo dei giovani verso il Nord e quindi creare le condizioni per una nuova economia verde o Green economy. E a tale proposito c’è bisogno di recuperare e rigenerare il periubano, un tempo essenziale per la crescita della nostra città. Del resto la campagna è il luogo dove l’umanità si è formata e si nutre, mentre la città è il luogo dove l’umanità si riproduce e crea la vita.

In scena nel piccolo borgo dei Monti Dauni, il 6, 7 e 8 agosto 2020, ad Accadia, si svolgerà la decima edizione dell'Accadia Blues.

I concerti saranno tre, uno per giorno e si terranno nel suggestivo Rione Fossi di Accadia.

Si comincia il 6 agosto con iPIOMBO A BLUES, è l'incontro di quattro amici e straordinari musicisti (Daniele Sepe, Gennaro Porcelli, Gigi De Rienzo e Mario Insenga) mossi da una passione comune, quella per il Blues. Ma non il Blues di maniera, raffinato, didattico, sempre più spesso celebrato come un rito di "santoni" e destinato a un pubblico di "iniziati". La loro idea è quella di un Blues"volgarizzato", che riporta al centro dell'attenzione la sua anima "laica" e popolare, un Blues ignorante e arrogante, crudo, senza fronzoli e senza gesti plateali.
Un super gruppo, che ha avuto collaborazioni prestigiose, da Pino Daniele a Edoardo Bennato.

Si prosegue, il 7 agosto, con un artista internazionale e unanimemente considerato uno dei più importanti musicisti africani viventi,BABA SISSOKO. Insieme ai suoi eccezionali MEDITERRANEAN BLUES, il grande polistrumentista del Mali, offrirà la sua sintesi tra blues e ritmi africani, alla ricerca delle origini nella grande Madre Terra, in cui il Mediterraneo diventa un punto di incontro tra culture diverse.

Si conclude, l’8 agosto, con il concerto di uno dei migliori e più raffinati cantautori italianiNICCOLÒ FABI, che si esibirà in una versione acustica in duo con un altro eccezionale cantautorePIER CORTESE.
Questo tour, in versione acustica e limitata nella produzione, è stato voluto fortemente dall’artista per non perdere il contatto, iniziato lo scorso autunno con tanti concerti sold out, con i suoi appassionati fan.
Continuerà, pertanto, la presentazione del suo ultimo discoTradizione e Tradimento (prodotto dallo stesso Fabi, con Pier Cortese e Roberto Angelini) da cui è tratto il primo singolo “Io sono l’altro”, brano vincitore del Premio Amnesty, Voci per la Libertà 2020.

La vita di ognuno è ancorata, da un lato, alla solida immutevolezza del passato e dall’altro all’evanescente incognita del futuro. In questo viaggio l’essere umano percorre la sua via su un filo sottile, in un inconsapevole equilibrio precario, messo continuamente a repentaglio da ogni minimo essere o... non essere.

Tuttavia bisogna continuare a camminare perché ogni via è fatta per essere percorsa e la vita, pur con tutti i suoi trabocchetti e inganni, resta pur sempre la più bella.

Questo è ciò che abbiamo provato e (speriamo) imparato in questi mesi imprevedibili.
Ed è anche il racconto e il senso del manifesto e dell’edizione 2020 di Accadia Blues, trasformato in arte da Manola Cerquetti (da un’idea della direzione artistica).

Quest'anno va così....quella che pochi mesi fa era auspicata "aggregazione" ora è pericoloso "assembramento", e stupisce ancora come cambiare un termine, per definire la stessa cosa, possa modificarne la percezione.

Per cui l'edizionenumero undici di Accadia Blues, sarà, purtroppo, limitata nel numero di concerti e nel numero di spettatori.

Ma sia l'Amministrazione di Accadia che la direzione artistica (Moody Jazz Cafè e Elisabetta Manella) hanno voluto organizzarla, per dare forza e continuità a uno dei pochi presidi di attrazione culturale che resistono in questo meraviglioso territorio dei Monti Dauni, un pò troppo spesso dimenticato dalle attenzioni di "genitori" distratti da altri figli più alla moda.

In concomitanza del Festival Accadia Blues 2020 verrà allestita, presso il Museo Civico di Accadia, la mostra di scultura “DI VINO” dell’artistaGiorgio Butini (http://www.giorgiobutini.it/). In tale occasione sarà presentato il prototipo de “La Madonna del Carmine”, opera scultorea di 32 mt che verrà posta sulmonte Crispignano di Accadia, legata al progetto “Energy Innovation”.

L’accesso avverrà solo tramite prenotazione dei biglietti sul sito Eventbrite:

6 agosto 2020 | Piombo a Blues |
https://www.eventbrite.it/e/113365206384

7 agosto 2020 Baba Sissoko & Mediterranean Blues | https://www.eventbrite.it/e/113521303274

8 agosto 2020 Niccolò Fabi (duo acustico) con Pier Cortese | https://www.eventbrite.it/e/113549664102

Altre info su: www.accadiablues.it

È stato pubblicato, per conto della Casa Editrice BastogiLibri, il volume del Prof. Giuseppe Piemontese, Le sfide dell’uomo contemporaneo nell’era della Globalizzazione, Roma 2020, f/a colori n. 47, pp. 532, Euro 48,00, dove nella prima parte, Il ritorno delle frontiere, si analizzano le conseguenze della crisi della modernità. Una crisi che certamente nasce da lontano, ma che ha ripercussioni nella vita quotidiana di tutti noi, tanto da creare un mondo alquanto problematico ed inquietante, sia sul piano socio-economico, quanto psicologico, specie se il tutto viene rapportato alla mancanza di fiducia nel domani, in un pianeta ormai privo di prospettive per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente, la stabilizzazione della popolazione mondiale, la riduzione del divario fra ricchi e poveri e quindi le disuguaglianze sociali, infine, oggi più che mai, l’aggravarsi dei flussi emigratori, che sta diventando sempre più drammatico e che coinvolge ormai buona parte del pianeta. Un mondo, quindi, instabile, non solo per quanto riguarda la salvaguardia della vita, ma soprattutto per quanto riguarda i fenomeni di instabilità sociali e politiche. Tutto ciò ci porta a riflettere sul destino dell’uomo e, quindi, della Terra, nell’ambito di una progressiva decadenza, non solo economica e sociale, quanto morale, che coinvolge il destino stesso dell’uomo e la sua sopravvivenza. Un destino in cui l’uomo non è più padrone di se stesso e della sua capacità di condizionare il proprio futuro, specie se il tutto, ormai, viene collegato a forze distruttive, che non hanno alcun rispetto della vita. Né la tecnologia, anche se sta facendo passi da gigante verso l’atomizzazione, ci aiuta a difenderci da queste forze violente, che tendono a distruggere ogni cosa, fra cui quegli stessi valori su cui fino a ieri si è costruita la convivenza umana. Forze endogene all’uomo stesso, che tendono a scardinare l’idea stessa di progresso e, quindi, di civiltà.
La seconda parte del libro, intitolata L’età della violenza, nasce dalla consapevolezza che viviamo in un mondo globalizzato, in cui a determinare la nostra vita, ormai, sono lo sviluppo scientifico, la tecnologia e l’economia. Tre dimensioni che hanno annullato la politica e quindi il potere dell’uomo di decidere del proprio destino, a livello culturale e morale. Due dimensioni che ormai sono scomparse nell’ambito dell’Homo aeconomicus, in quanto, ormai, tutto è basato sulla logica del profitto e quindi sull’accumulo della ricchezza. Tutto ciò ha prodotto, secondo molti studiosi, fra cui sociologi, economisti e , la crisi della modernità, la stessa che, fino al primo Novecento, ha retto mondo attraverso la razionalità e il senso della solidarietà fra i popoli, spinti dall’idea di progresso e dalla speranza di migliorare il proprio tenore di vita. Con la crisi della modernità, è venuto meno, innanzitutto il processo solidaristico dell’uomo verso gli altri, mettendo in crisi innanzitutto il Welfare State, che è stato una conquista non di poco conto della modernità fino agli anni Settanta del Novecento. Tutto ciò ci porta a considerare la nostra età, come l’età della violenza, che nasce innanzitutto dal disagio della nostra civiltà legata alla tecnologia, allo sviluppo delle scienze, alla crisi dell’ambiente con il fenomeno del riscaldamento terrestre e, sul piano ideologico, il fenomeno della globalizzazione.
Un mondo, quindi, in cui tutto diventa relativo e in cui predomina l’ansia di vivere una vita reale, una vita che non sia solo virtuale. In altri termini, una vita in cui tutto diventa disagio mentale, sia attraverso la propria psiche, sia attraverso il proprio habitat, diventato ormai nemico dell’uomo, privo della sua dimensione culturale e identitaria. In questo senso c’è un rapporto convalidato fra ambiente e disagio mentale, fra l’essere per il mondo e l’essere nel mondo. Henri Lefebvre afferma che, ormai, abbiamo smarrito il senso dell’appartenenza alla propria città e, quindi, il senso della storia e della cultura dei luoghi. Per questo bisogna riaffermare il diritto alla città, che vuole significare costruire una città a dimensione d’uomo, lontano da ogni logica basata sul profitto e sull’uso indiscriminato del suolo. Una città che sia la proiezione della società in rapporto al territorio in cui si vive. In questo senso David Harvey propone il superamento dell’ideologia del neoliberalismo e, quindi, un ritorno alla dimensione sociale della città, con i suoi temi collettivi e il senso di appartenenza, legato al vivere quotidiano della gente. In altre parole, bisogna ritornare ad approfondire, come afferma Paolo Cianconi, il rapporto fra territorio e individuo, eliminando tutto ciò che provoca disadattamento e disagio mentale, specie oggi, in cui uno dei fenomeni più inquietanti è il flusso emigratorio dei paesi poveri verso l’Europa, i cui effetti li troviamo soprattutto nelle grandi metropoli, dove si sviluppano sempre di più le grandi periferie, abitate da popolazioni di emigranti, ma anche da gente ormai diventata povera a causa della crisi economica e sociale. Un mondo di periferie, dove regna la miseria, la povertà, la violenza, l’alienazione, che spesso sfocia nel disagio mentale e, quindi, nella follia. Un “circolo orizzontale” fatto di miseria e di povertà, con grandi masse di individui che vivono ai margini della grande ricchezza, ormai appannaggio di pochi (1%), mentre la povertà raggiunge quasi il 99%. Da ciò nasce l’esigenza di andare oltre la globalizzazione, il cui fenomeno, al di là di alcuni aspetti positivi riguardanti la interconnessione della gente e delle merci, produce solo grandi squilibri sociali e territoriali, oltre che una grave e persistente “frattura”, fra paesi ricchi e paesi poveri. Per non parlare poi della delocalizzazione, che crea seri problemi di sviluppo e di crescita dei territori e delle loro popolazioni, costrette a vivere in un territorio senza cultura e senza storia. È per questo che, ormai, si sente l’esigenza di voltare pagina, di riacquistare di nuovo la “coscienza dei luoghi”, come afferma Giacomo Becattini, la loro “anima”, rivolgendo l’attenzione soprattutto verso uno “sviluppo locale generalizzato”, basato sulle specificità culturali del territorio, visto nella sua complessità socio-economica, culturale e paesaggistica. Solo così è possibile superare l’attuale crisi della postmodernità, con un processo di democratizzazione della cultura, ma soprattutto con una nuova “economia” che non sia disgiunta dai veri bisogni della gente, all’insegna della responsabilità politica e della speranza in un mondo migliore.
Nella terza parte del libro, intitolata L’età della paura, si parla del passaggio dalla Rivoluzione agricola alla Rivoluzione industriale, che ha determinato, all’inizio del XVIII secolo, la nascita del Capitalismo e di conseguenza del Liberalismo, attraverso una vera e propria trasformazione del sistema economico, basato sul libero mercato e quindi su un processo di rapida globalizzazione che ha interessato, dagli anni Ottanta del Duemila, l’intero sistema economico-finanziario degli Stati a livello mondiale. Tutto ciò ha creato, da una parte l’allargamento degli scambi economici a livello mondiale e, quindi, un maggiore sviluppo di alcuni Stati, specie quelli occidentali, e dall’altra un arretramento, per quanto riguarda la sperequazione fra ricchi e poveri, con una evidente crisi specialmente del ceto medio, creando così una società disuguale, tanto da determinare, come abbiamo detto, la teoria dell’1% di ricchi, rispetto al 99% di poveri. Tutto questo è avvenuto nell’ambito di un processo di finanziarizzazione dell’economia, a discapito dell’economia reale e a vantaggio della finanza e del mercato globale. In questo modo, viene ad essere sacrificata l’economia reale e, quindi, il benessere generalizzato della gente, che subisce i maggiori contrappunti e conseguenze dell’attuale crisi socio-economica. Tutto questo, inoltre, sta producendo da una parte la crisi dei vecchi partiti politici e quindi in generale della politica, che non riesce più a governare la situazione economica e sociale, con una evidente conseguenza di crisi dello Stato e della sua azione di governo, dall’altra la nascita di movimenti populisti, che tendono a scardinare il sistema economico della globalizzazione, privilegiando il ritorno del sovranismo e delle politiche locali. Questo passaggio dal sistema globale al sistema locale sta producendo però ansia e paura, in quanto il tutto poggia su basi non ancora solide (la cosiddetta “società liquida”) e su attese e speranze di una futura crescita economica e sociale. Né la politica di austerità, portata avanti da Bruxelles verso gli Stati in difficoltà, come la Grecia, il Portogallo e l’Italia, ha favorito tale crescita, anzi ha limitato e contenuto lo sviluppo. Tutto questo, in un clima in cui manca- no certezze e speranze, mentre prosperano paura, ansia, rancore e risentimenti. A questo punto ci si chiede: Quale futuro ci riserva il domani? Forse un domani senza futuro, in cui i vecchi valori, come il progresso, la libertà, la democrazia, la scienza, ormai sono messi in discussione, per far posto a forme di autoritarismo e di disuguaglianza generalizzata, in un mondo fatto solo di precarietà e di incertezze, tanto da farci prefigurare un futuro fatto di fallimenti. Quindi, un domani senza “storia” e senza “speranza”. Da tutto questo nasce la voglia di comunità, cioè un senso di solidarietà generalizzata, specialmente di fronte a fenomeni come la pandemia da Coronavirus, che ha messo in discussione il fenomeno stesso della globalizzazione e quindi della postmodernità, basata soprattutto su determinati valori come l’economia globalizzata, senza quel senso di territorialità su cui fino a pochi decenni si basava la nostra società nata dall’Illuminismo e dalla modernità.

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